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Trattoria Antichi Sapori
2014-09-11 12:01:47
Locuste
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Recensione
Data di visita
Agosto 31, 2014
Recensione
A volte ritornano, è il caso di dirlo. Avevamo conosciuto Samanta Cordani e il marito ai tempi dello scenografico ristorante Le Tre Pergamene di Podenzano; poi il locale ha chiuso i battenti, ma i gestori non sono riusciti a resistere a lungo al richiamo dei fornelli e ben presto sono tornati in attività non troppo lontano dalla precedente "casa", questa volta a Pontenure. La sede è un antico cascinale ben ristrutturato, il nome suggestivo anche se non del tutto corrispondente alla realtà. Gli “antichi sapori” ci sono, beninteso, ma mescolati con abilità a tocchi creativi e alla riscoperta di piatti dimenticati, così da evitare sapientemente l’unico rischio connesso alla splendida cucina piacentina: quello della monotonia. Il locale, attento alla soddisfazione dei clienti sia nella presentazione sia nella sostanza, è quindi in grado di presentare un menu ridotto ma vario, talvolta con qualche eccesso di zelo nei condimenti ma anche con punte di assoluta eccellenza. Prezzi nella norma: dai 35 ai 40 euro per un pasto completo.
Vista la zona, quasi inutile farsi domande sull’antipasto: si va sul sicuro con un abbondante vassoio di salumi che affianca pancetta, salame e coppa piacentina, accompagnandoli con i classici “chisolini”, la versione locale dello gnocco fritto. Il carico da undici ce lo mettono i cosiddetti “saporini”, ossia assaggi del lussurioso pistà ad grass (lardo battuto), caciotta ai pepi e torte di patate o, se si è fortunati, di zucca. Tutto di ottima qualità. Si fa subito sul serio con i primi, che partono dalla tradizione più pura con i tortelli burro e salvia e gli immancabili pisarei e fasò (qui insaporiti però con le cotiche), per arrivare a piatti assai meno conosciuti come i cursoli: il nome, in dialetto, significa “lacci” e si tratta infatti di una pasta allungata e squadrata, condita con pomodoro, abbondante pasta di salame e patate. Altre prelibatezze sono i delicati bastoncini di ricotta e prezzemolo ai funghi porcini e i cappelli di suora - ovviamente, una pasta ripiena - alla crema di parmigiano e culatello, forse i migliori del lotto per equilibrio di sapori.
I secondi ricalcano la stessa successione dei primi: si comincia con i grandi classici come la coppa arrosto e la trippa ai fagioli, per poi riscoprire antiche tradizioni oggi misconosciute come quella della “piccola” di cavallo, ossia carne macinata e condita con peperoni e spezie, accompagnata da una robusta quantità di polenta. La stessa polenta accompagna anche i ganassini (guanciali) di maiale, ma il piatto migliore è senz’altro il cuore di controfiletto di manzo al rosmarino, tenero e saporito. Tra i dolci, oltre ai gelati, molte torte fatte in casa tra cui l’ottima crostatina servita con sorbetto alla pesca e pezzettini di frutta. Cantina ben fornita, tutta concentrata sui vini locali: è d’obbligo puntare sul Gutturnio, che sia mosso, fermo o barricato. Non tradiscono, come d’abitudine, le bottiglie delle cantine Pusterla di Vigolo Marchese.
Vista la zona, quasi inutile farsi domande sull’antipasto: si va sul sicuro con un abbondante vassoio di salumi che affianca pancetta, salame e coppa piacentina, accompagnandoli con i classici “chisolini”, la versione locale dello gnocco fritto. Il carico da undici ce lo mettono i cosiddetti “saporini”, ossia assaggi del lussurioso pistà ad grass (lardo battuto), caciotta ai pepi e torte di patate o, se si è fortunati, di zucca. Tutto di ottima qualità. Si fa subito sul serio con i primi, che partono dalla tradizione più pura con i tortelli burro e salvia e gli immancabili pisarei e fasò (qui insaporiti però con le cotiche), per arrivare a piatti assai meno conosciuti come i cursoli: il nome, in dialetto, significa “lacci” e si tratta infatti di una pasta allungata e squadrata, condita con pomodoro, abbondante pasta di salame e patate. Altre prelibatezze sono i delicati bastoncini di ricotta e prezzemolo ai funghi porcini e i cappelli di suora - ovviamente, una pasta ripiena - alla crema di parmigiano e culatello, forse i migliori del lotto per equilibrio di sapori.
I secondi ricalcano la stessa successione dei primi: si comincia con i grandi classici come la coppa arrosto e la trippa ai fagioli, per poi riscoprire antiche tradizioni oggi misconosciute come quella della “piccola” di cavallo, ossia carne macinata e condita con peperoni e spezie, accompagnata da una robusta quantità di polenta. La stessa polenta accompagna anche i ganassini (guanciali) di maiale, ma il piatto migliore è senz’altro il cuore di controfiletto di manzo al rosmarino, tenero e saporito. Tra i dolci, oltre ai gelati, molte torte fatte in casa tra cui l’ottima crostatina servita con sorbetto alla pesca e pezzettini di frutta. Cantina ben fornita, tutta concentrata sui vini locali: è d’obbligo puntare sul Gutturnio, che sia mosso, fermo o barricato. Non tradiscono, come d’abitudine, le bottiglie delle cantine Pusterla di Vigolo Marchese.
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