Agriturismo Sa Mandra Hot
10513
0Add
Indirizzo
Via / piazza
strada Aeroporto Civile 21
Città
Alghero
Regione
Sardegna
Provincia
Sassari
Informazioni
Orari
sera
Coperti
100
Prezzi
40-45 €
Carte di credito
Sì
Contatti
Telefono
079-999150
Sito internet
E-mail
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Opinione autore
Agriturismo Sa Mandra
2012-05-25 10:43:06
Locuste
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Recensione
Data di visita
Agosto 12, 2011
Recensione
Diciamolo subito, onde evitare fraintendimenti: Sa Mandra non ha proprio nulla del classico agriturismo a gestione familiare, sperduto in mezzo alla campagna, con menu casereccio e magari un po' approssimativo. L'impressione che si ricava varcando la soglia della grande tenuta a due passi dall'aeroporto di Alghero è, al contrario, quella di essere finiti chissà come in un rutilante padiglione di Disneyworld interamente dedicato alla Sardegna: tra cestini intrecciati e ritmi locali, costumi tradizionali e antichi attrezzi da lavoro (veri e non ricostruiti), tutto è pensato per catapultare il visitatore occasionale in un simulacro, sia pure un po' da cartolina, della terra che lo ospita. Ma l'apparenza inganna: se il locale ha meritato la sua straordinaria fama (è stato per anni l'agriturismo più rinomato della zona) è per merito della sua cucina corposa, seducente e mai artificiosa, non certo del folklore.
Tutto diverso da un agriturismo "normale", dicevamo, e ciò vale per il servizio, straordinariamente attento e preciso, come per il prezzo, che per tutti è di 40 euro; ma soprattutto vale per il menu, che alle "solite" specialità regionali aggiunge una serie di varianti originali e mai blasfeme. Si comincia con uno scenografico aperitivo in piedi: l'immancabile pane carasau accompagna olive, guanciale, formaggio spalmabile (assu modde) e un bicchiere di Vermentino. Una volta seduti, a lume di candela, ecco gli antipasti veri e propri: pecorino con fichi, ricotta mustia e confettura di limone, l'eccezionale assu urriau con abbamele (formaggio con scorze di agrumi e miele fresco), ricotta fresca con miele, e poi ancora melanzane arrosto, coppa, salsiccia (imperdibile), prosciutto e filetto, e la peculiare sa vruhe (latte cagliato). Vale la pena notare che il menu è in dialetto barbaricino, per la precisione di Fonni, la cittadina in provincia di Nuoro di cui la famiglia Murrocu è originaria.
Dopo questa messe di antipasti, comunque sempre contenuti nelle porzioni, ecco un bis di primi: particolarmente riusciti i ravioli alle sette erbe e scaglie di pecorino, una rielaborazione dei classici ravioli al sugo, più tradizionali le lorihas al sugo di cinghiale o di vitello. Il piatto forte, naturalmente, arriva subito dopo: parliamo del porcetto allo spiedo, cotto a vista nel grande camino del ristorante e servito in pezzi succulenti su un tagliere di legno. Passa in secondo piano l'agnellone con le patate (catzola), meno riuscito. Il vino è un Cannonau imbottigliato dalla casa, non eccezionale ma più che discreto. Dopo la frutta di stagione, il caffè e i dolci tipici, tiricche, papassine e amaretti, ma per i più insaziabili è d'obbligo provare le sevadas o seadas, qui particolarmente gustose. Infine mirto e abbardente - variazione sul tema del filu 'e ferru - per digerire una cena da applausi.
Tutto diverso da un agriturismo "normale", dicevamo, e ciò vale per il servizio, straordinariamente attento e preciso, come per il prezzo, che per tutti è di 40 euro; ma soprattutto vale per il menu, che alle "solite" specialità regionali aggiunge una serie di varianti originali e mai blasfeme. Si comincia con uno scenografico aperitivo in piedi: l'immancabile pane carasau accompagna olive, guanciale, formaggio spalmabile (assu modde) e un bicchiere di Vermentino. Una volta seduti, a lume di candela, ecco gli antipasti veri e propri: pecorino con fichi, ricotta mustia e confettura di limone, l'eccezionale assu urriau con abbamele (formaggio con scorze di agrumi e miele fresco), ricotta fresca con miele, e poi ancora melanzane arrosto, coppa, salsiccia (imperdibile), prosciutto e filetto, e la peculiare sa vruhe (latte cagliato). Vale la pena notare che il menu è in dialetto barbaricino, per la precisione di Fonni, la cittadina in provincia di Nuoro di cui la famiglia Murrocu è originaria.
Dopo questa messe di antipasti, comunque sempre contenuti nelle porzioni, ecco un bis di primi: particolarmente riusciti i ravioli alle sette erbe e scaglie di pecorino, una rielaborazione dei classici ravioli al sugo, più tradizionali le lorihas al sugo di cinghiale o di vitello. Il piatto forte, naturalmente, arriva subito dopo: parliamo del porcetto allo spiedo, cotto a vista nel grande camino del ristorante e servito in pezzi succulenti su un tagliere di legno. Passa in secondo piano l'agnellone con le patate (catzola), meno riuscito. Il vino è un Cannonau imbottigliato dalla casa, non eccezionale ma più che discreto. Dopo la frutta di stagione, il caffè e i dolci tipici, tiricche, papassine e amaretti, ma per i più insaziabili è d'obbligo provare le sevadas o seadas, qui particolarmente gustose. Infine mirto e abbardente - variazione sul tema del filu 'e ferru - per digerire una cena da applausi.
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