Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2012-05-10 13:31:23 Locuste
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7.0
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9.0
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7.5
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7.5
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4.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 29, 2006
Recensione
Proprio in riva al fiume Brenta, a pochi passi dal centro dell'antico e pittoresco borgo di Bassano del Grappa, sorge questa classica osteria dall'ambiente familiare, che oltre alla saletta interna offre anche la possibilità di pranzare all'aperto, tempo permettendo. La cucina non è solo quella tradizionale della zona, peraltro molto appetitosa, ma presenta anche qualche gustosa variazione; la celerità del servizio e il personale cortese e culinariamente preparato rendono molto piacevole la sosta. Attenzione, però: nonostante l'aspetto da trattoria economica, il locale rientra in una fascia di prezzo medio-alta.

Si comincia con prelibati ed originali antipasti che tradiscono il desiderio di sperimentazione dello chef: il lardo con la zucca, ad esempio, è un abbinamento inconsueto e stuzzicante. Ottimo anche il manzo affumicato con i finferli; più classica la polenta, da gustare con la soppressa fatta in casa o con le aringhe. Tutti da provare i primi, a base di impeccabile pasta fatta in casa: dai ravioli di zucca con pecorino alle tagliatelle ai funghi, fino alla sorpresa dei ravioli di pesce spada. La specialità della casa, però, la si trova solo per poche settimane all'anno (aprile-maggio): è il risotto con i rari asparagi bianchi.

I secondi non sono forse al livello (straordinario) del resto della lista, pur mantenendosi nella media: apprezzabili la burrata con speck e la tagliata alla griglia. Nel menu fanno capolino, naturalmente, anche il classico baccalà alla vicentina e, secondo disponibilità, le lumache con polenta. Buona la selezione offerta della cantina, tra cui spicca un ottimo Phigaia (si pronuncia esattamente come state pensando). Dopo il caffé è d'obbligo assaggiare i distillati locali, davvero eccezionali - e a Bassano non potrebbe essere altrimenti: le grappe Poli e Nardini qui sono regine, ma non è certo un delitto anche assaggiare una Nonino.
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Sagre
 
2012-05-10 13:22:23 Locuste
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8.0
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Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 15, 2008
Recensione
Da provare le rane fritte, le costine (abbrustolite sempre al punto giusto) e i nervetti cucinati alla maniera tradizionale.
Accanto alla tensostruttura è sempre allestita una mostra con foto storiche degli Alpini di Barzanò.

Alcuni piatti: Trippa, nervetti e polenta con zola, costine
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Ristoranti
 
2012-05-10 13:19:11 Locuste
Voto medio 
 
7.5
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6.5
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9.0
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7.0
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7.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 24, 2010
Recensione
Chi pensa di avere ben chiaro in testa il concetto di "esagerazione" farebbe bene a fare un salto in una delle cinque sedi losangeline della Barney's Beanery (l'originale è a West Hollywood, ma la succursale di Burbank non è da meno): un locale che può vantare una dozzina di fittissime pagine di menu, oltre 100 varietà diverse di birre alla spina o in bottiglia e, soprattutto, esorbitanti portate di carne in grado di far impallidire il più accanito mangiatore. Il locale, con tanto di buttafuori all'ingresso (vi chiederà il documento d'identità anche se dimostrate 45 anni), ha l'aspetto del classico pub all'americano, con tanto di insegne luminose, tavoli da biliardo e maxischermi per i match di football americano; un importante punto a favore è l'apertura fino a tardi nel weekend.

Davvero impossibile tenere traccia di tutti i piatti elencati dall'enciclopedica lista, che inizia con un elenco di offerte per la colazione e si chiude con un preoccupante elenco di pizze e calzoni, passando per insalate, piatti di pesce, specialità messicane, panini di ogni tipo e il "world famous" chili (da queste parti praticamente qualsiasi cosa è considerata degna di questo aggettivo). Quello che bisogna assolutamente provare, però, sono le specialità della casa: in particolare la full rack baby back pork ribs, un'intero carré di maiale comprendente non meno di venti costine, letteralmente annegate nella salsa barbecue. Non sarà roba per palati fini ma questo piatto, naturalmente servito con abbondanti contorni di patate, riso, fagioli e verdure varie, resta decisamente nella memoria.

Tra le altre stuzzicanti offerte della casa la Salisbury Steak (con funghi e cipolle), la Top Sirloin Steak Richaca e la micidiale combo tra Steak and Shrimp: bistecca più gamberi. Chi pensasse di salvarsi con un panino casca male: il più innocuo dei club sandwich si trasforma in una spaventosa vagonata di tramezzini. Discorso a parte merita l'offerta davvero sterminata di birre: il consiglio è quello di assaggiare le varietà locali, dalla Sierra Nevada alla Samuel Adams, divertendosi a cercare le non evidentissime differenze. Per i palati più tosti c'è la Arrogant Bastard, una birra scura che denuncia il suo carattere fin dall'etichetta. Prezzi abbordabili: le porzioni più sostanziose non vanno oltre i 19 dollari (mance e tasse escluse).
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Ristoranti
 
2012-05-10 12:59:38 Locuste
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7.3
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8.0
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7.0
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6.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 2018
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Marzo 23, 2018
Recensione
Quando, in un tempo ormai lontano, il piccolo locale aperto nel centro di Gallarate si ingrandì a dismisura, occupando un imponente locale alla periferia di Legnano, qualcuno la giudicò come semplice megalomania. Nulla di più sbagliato: oggi il Barbaresco è una vera e propria istituzione nella zona, e non solo per l'enciclopedico e costantemente rinnovato assortimento di birre e di vini.
Certo, il Barbaresco rimane un “must” per chi va in cerca, ad esempio, di una bottiglia di birra belga (Rochefort, Duchesse de Bourgogne); ma a disposizione dei clienti c’è anche una cucina davvero valida, che negli anni si è distaccata dal semplice menu basato sulla carne alla griglia (peraltro ancora oggi una specialità della casa) per dare corpo a una ricerca di preparazioni sempre più raffinate e materie prime di qualità. I prezzi non sono bassissimi, ma il livello delle preparazioni e i numerosi eventi a tema organizzati periodicamente dal locale valgono la spesa.

L’atmosfera informale ma elegante, la musica non invadente e la pittoresca postazione di cottura (con griglia) al centro della sala invogliano la clientela, per non parlare dello scaffale di bottiglie, molte delle quali di gran pregio, che separano la “zona bar” dal ristorante vero e proprio. Nulla da ridire anche sul servizio, rapido e preciso, ma è alla prova del palato che il locale sorprende in positivo. Ottimi ad esempio i supplì alla romana accompagnati da crostoni, pomodorini e capocollo, come anche i crostoni allo zola e il carpaccio di carciofi con grana e culatello. Buona ma un po' troppo ridotta la ricottina di bufala, decisamente "importante" invece la porzione di gnocco fritto con salumi di qualità. I primi non sono da meno, con specialità di diverse regioni come i bucatini all'amatriciana, le pappardelle al ragù di cinghiale, i pansotti alla salsa di noci, i pici con rigatino toscano e pecorino di Pienza. In altre occasioni abbiamo assaggiato anche le gustose crespelle agli asparagi, speck e noci.

Identica soddisfazione anche per i secondi: il menu offre numerosissime opzioni per chi ama la carne, dallo stinco alla fiorentina. Citiamo a titolo di esempio la tagliata al radicchio e Montèbore, ma anche lo sfizioso filetto di maiale caramellato al miele con salsa di senape o le costine d'agnello con crema di zola dolce e insalata di barbabietole. I piatti stagionali, fuori lista, non deludono: citiamo a titolo di esempio il filetto al vino bianco con carciofi. Come si sarà capito, il locale è molto forte anche sui formaggi, dalla Val d'Aosta alla Sicilia: una ricca lista quotidianamente aggiornata aiuta nella scelta.
Per la scelta del vino, ovviamente, si va a nozze: difficile non trovare l’abbinamento giusto tra le molte proposte della casa (ottimo come sempre il Pinot Nero "Blau" delle cantine Quaquarini). In conclusione caffè, amaro e liquori vari per un pasto che vale la promozione a pieni voti, in attesa che i tanti esperimenti culinari portino a un ulteriore salto di qualità.

Negli anni il locale ha moltiplicato le iniziative speciali: da quelle più goliardiche come le Olimpiadi del Barbaresco, vere e proprie gare mensili di "resistenza culinaria" con un premio speciale per il miglior mangiatore, alle più istituzionali degustazioni. Queste ultime si svolgono per la maggior parte al piano di sopra, nella cornice della Bottega del Barbaresco, che propone anche un vasto assortimento di vini e birre. Segnaliamo inoltre l'istituzione delle "cene birrarie" con gustosi abbinamenti tra cibo e birra: in occasione della serata dedicata al birrificio Extraomnes e al mastro birraio Schigi, si sono potute gustare tra l'altro pappardelle al cinghiale, coniglio alla Kriek e una tarte tatin con crema al Calvados. Ogni anno, inoltre, il locale ospita il "Barbavino" e il "Barbabirra", due eventi strutturati in più giornate con degustazioni guidate, assaggi e cene a tema.
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Ristoranti
 
2012-05-10 12:56:11 Locuste
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7.9
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9.0
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7.5
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Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Febbraio 28, 2008
Recensione
Immaginatevi un minuscolo paesino ancora arroccato (e un po' diroccato) nel suo nucleo medioevale tra le nebbie dell'astigiano, un luogo ai limiti dell'irrealtà, dove resistono cose come i gabinetti pubblici, le pompe di benzina con "il Tigre" e il circolo dei reduci di guerra. Immaginato? Bene, ora dimenticatevelo: il Bandini - che non è il nome del proprietario, ma quello dell'eroe di tanti romanzi di John Fante - è fuori da Portacomaro e non ha nulla a che fare con le sue atmosfere antidiluviane. Anzi, appena varcata la soglia si entra in un ambiente moderno, dall'arredamento minimalista e quasi asettico, con pezzi pregiati di design, locandine di mostre e festival jazz alle pareti e addirittura una moto Guzzi parcheggiata nella sala da pranzo. Stranezze d'artista, perché è davvero arte quella che si può degustare in questo locale dal rapporto qualità-prezzo quasi imbattibile.

Il menu degustazione - caldamente consigliato - per soli 27 euro propone un campionario esaustivo e abbondante della cucina del locale, ma anche i piatti alla carta non sono cari e sui vini il ricarico è minimo (a cena il menu passa a 30 euro ma è più ampio e ricco di alternative). Prezzi davvero bassi in relazione alla raffinatezza della cucina, a cominciare dagli antipasti: deliziosa tartare di salmone affumicato con uova di salmone e una sottile sfoglia di pasta fritta, seguita da un ineccepibile vitel tonné. Tra i primi, il piatto del giorno è quasi sempre una zuppa (nel nostro caso i maltagliati con fagioli) ma sono assolutamente da provare i tajarin alla monferrina, tipica pasta artigianale lunga e sottile condita con un saporitissimo ragù in bianco.

Detto del servizio discreto e rapido e di una soffusa colonna sonora che rende l'ambiente decisamente meno "ingessato", passiamo ai secondi. E in particolare all'eccezionale galletto nostrano al forno in salsa al Barbera: quasi impossibile rendersi conto che si tratta "solo" di un galletto e non di pregiata selvaggina... persino le zucchine e carote di contorno sono da lode. Tra le altre proposte merita una segnalazione l'agnello alle erbe. Dolci all'altezza del resto: bonnet all'astigiana e soprattutto la delicata bavarese al barolo chinato accompagnata da una superlativa sbrisolona alle nocciole. Con i vini, inutile dirlo, si sfonda una porta aperta: il (o la) Barbera Le Orme della cantina Chiarlo non tradisce le attese, dimostrandosi perfetto complemento di un menu curato ma mai troppo pretenzioso.
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Ristoranti
 
2012-05-10 12:52:07 Locuste
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7.5
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8.5
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7.5
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5.5
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8.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 15, 2009
Recensione
Ammettiamolo: occorre una certa dose di masochismo gastronomico per venire a mangiare in questo casermone francamente orrendo, in un'assai poco invitante zona periferica di Cagliari. Ancora di più se ad accogliere gli avventori, dietro una nuvola di fumo (e di fritto), c'è l'inquietante insegna che avverte: "non cuciniamo pasta, non puliamo pesci, non abbrustoliamo pane, non facciamo caffè". E non è finita: bisogna anche arrivare presto e mangiare con celerità, se non si vuole che le materie prime finiscano e una parte del prezioso menu vada perduta. Vale la pena di sottostare a queste angherie culinarie? La risposta è, senza dubbio, sì: perché da Balena si va per mangiare pesce e solo questo si trova, ma di qualità eccellente, che la preparazione quasi elementare rende ancora più evidente, e a prezzi decisamente abbordabili.

Esteticamente, l'abbiamo detto, il locale è impresentabile: a rallegrarlo, soltanto la fantasia dei bambini che hanno realizzato le decine di disegni appesi alle pareti. Sulla trascuratezza dell'ambiente e su una certa ruvidezza del servizio, però, il locale ci marcia, basando proprio su questo le sue fortune. Meglio quindi concentrarsi sul menu, rigorosamente fisso e adattato solo in base al pescato del giorno. Gli antipasti sono semplici assaggi, ma tutti di ottima qualità: a cominciare dalla burrida, tipico piatto cagliaritano a base di gattuccio, per continuare con gli eccezionali bocconi, la freschissima insalata di polpo e le cozze (in dose purtroppo ridotta). Persino il tonno con cipolle, piatto che più povero non si può, ha un gusto del tutto particolare. È opportuno però non lasciarsi distrarre e proseguire nel pasto, magari dopo un bicchiere dell'onesto ed economico Vermentino della casa (c'è anche qualche bottiglia).

Come preannunciato non ci sono primi e dunque arrivano subito in tavola i frutti del mare: la fortuna (dei pescatori), in questo caso, è ovviamente determinante. In occasione della nostra visita abbiamo potuto gustare due splendide orate alla griglia, dalla cottura abbastanza contenuta da far apprezzare sapore e freschezza del pesce di mare, e una frittura mista composta da calamari e da eccezionali triglie. Si può provare a chiedere il bis, rischiando però di perdere la portata successiva: in questo caso la frutta di stagione. Di dolci e caffè, ovviamente, neanche a parlarne; c'è però l'ammazzacaffè, nel caso specifico mirto, filu 'e ferru o i più diffusi amari. Il conto finale non sale mai oltre i 25 euro, l'esperienza - nonostante tutto - è da provare.
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Ristoranti
 
2012-05-10 12:46:50 Locuste
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7.4
Qualità 
 
7.0
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7.0
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8.0
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Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Marzo 23, 2012
Recensione
Risparmiamoci ogni descrizione del centro di Baku: sarebbe destinata inevitabilmente a invecchiare nel giro di pochi mesi, visti i vertiginosi mutamenti che sta vivendo la capitale dell'Azerbaijan, in pieno boom economico generato dai massicci investimenti nel petrolio. Difficilmente però spariranno i caratteristici locali sotterranei che si aprono qua e là ai margini della città vecchia: molti sono night club malfamati, altri invece accolgono ristoranti di pregio. Il Firuza, benché in posizione assai turistica, è fra i più rinomati e non solo per la squisita ospitalità: arredi caratteristici, musica e morbidi divani fanno sicuramente la loro parte, ma quello che conta è la cucina e questo ristorante è davvero in grado di offrire il meglio delle sorprendenti specialità azere, andando ben al di là del semplice e onnipresente kebab. Non bisogna pensare di gozzovigliare a basso prezzo (anche i prezzi sono in rapido aumento), ma il conto è tutto sommato contenuto e non mancano le offerte speciali per gruppi numerosi.

Impossibile orientarsi nella chilometrica lista, che comprende decine e decine di piatti, senza chiedere l'aiuto del personale. Solo le pietanze a base di carne sono oltre 50, compresi burritos, goulash e una fantomatica "bistecca italiana"! Decisamente meglio optare per le preparazioni locali: ad esempio il quzu etinden Ovrista (usiamo per convenzione i caratteri occidentali), un appetitoso spezzatino di agnello con cipolla, castagne e melograno, servito nella caratteristica tajine. Ottimi anche il buglama, un robusto e saporito bollito di vitello con verdure, e il qoyun etinden çigirtma, carne di montone con uovo, cipolla e zafferano. Il tutto accompagnato dall'ottimo formaggio fritto che costituisce un ricorrente stuzzichino da queste parti. Non mancano i piatti di origine turca come il classico dolma, a base di pollo avvolto in foglie di vite. Più costose le preparazioni a base di pesce, soprattutto storione: dai 15 manat (cambio alla pari con l'euro).

Come detto la principale specialità azera è il kebab, qui presente in ben 31 varietà: il più caratteristico è il lüle kebab, a base di carne di agnello macinata. Non c'è una vera e propria distinzione tra primi e secondi, ma chi volesse variare un po' il menu può provare con una zuppa di funghi o con una delle moltissime salad: per esempio la hazar, che è in realtà un timballo di patate, uova, salmone, maionese e caviale. Da ricordare che il paese è almeno nominalmente di religione musulmana, quindi niente carne di maiale, ma in compenso l'alcool abbonda sotto forma di birra (poche le locali, tante Heineken e Paulaner) e di vodka. Giudizio da rivedere sui dolci, visto che la Kaliforniya consigliata dalla casa non è nulla di più che un normalissimo pan di spagna con panna e cioccolato. Sono invece sicuramente tipiche, ma difficili da apprezzare per il palato occidentale, le misteriose ciliegie sottaceto servite in chiusura... Nel complesso, comunque, una gran bella sorpresa.
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Ristoranti
 
2012-05-10 12:43:36 Locuste
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8.3
Qualità 
 
8.5
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7.0
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Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 22, 2004
Recensione
Lorenzo e Gino Carmignani (meglio noti come "Baffo" e "Fuso") non propongono una cena: la impongono. Ma farsi obbligare da loro a mangiare è una condanna molto, molto piacevole. In un angolo della campagna lucchese il cui nome è tutto un programma - Cercatola, e infatti passerete parecchio tempo a cercarla - i gestori coltivano i loro vigneti e, immersi in un'atmosfera rustica e accogliente, ospitano ogni sera un centinaio di amanti della buona cucina.

Il menu è recitato a memoria, non ci sono molte scelte: o lo si accetta o si esce. Ma, come già detto, fin dagli antipasti ci si accorge di aver preso la decisione giusta. Il vassoio iniziale, a base di pecorino, salame, prosciutto e mezzina (una varietà di pancetta) dissipa ogni dubbio; anche perché accompagnato da generosa offerta di pane, olive e vino della casa. Si prosegue poi con un piatto tradizionale della zona, l'ottima minestra di farro.

Breve pausa ("un c'è mica furia" ricordano i camerieri) ed è tempo di un tris di secondi per tutti i gusti: coniglio alla cacciatora, salsiccia con fagioli all'uccelletto e pollo fritto con abbondanti patatine. Infine, si chiude con cantuccini e vin santo. Una particolarità: niente caffé, non provate neppure a chiederlo. Il tutto a un prezzo a dir poco economico: una qualità in più per un locale che, con i suoi tavoli di legno, le tovaglie di carta, la singolare figura del proprietario, è riuscito a trasformare la cena in un vero e proprio rituale.
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Ristoranti
 
2012-05-10 11:01:22 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 05 Novembre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 28, 2009
Recensione
ATTENZIONE: Il locale è chiuso da dicembre 2012. A breve sarà aperta nella stessa sede la nuova birreria "Accademia della Birra". Per maggiori informazioni consultare la relativa scheda.

L'Università della Birra è ospitata dall'antica cascina Fiori, in aperta campagna nei dintorni di Azzate: la località è volutamente isolata per salvaguardare la quiete dei corsisti. Già, perché "Università della Birra" non è un titolo pomposo per un semplice pub, ma la denominazione di un vero e proprio corso di studi incentrato sulla bevanda di Gambrinus, con materie come "Tecniche dell'assaggio birrario" o "Attrezzature ed impianti di spillatura". L'idea, del tutto condivisibile, è quella di dare una solida formazione ai futuri gestori di birrerie e pubblici esercizi.

Oltre a tutto questo, l'Università comprende anche un pub, che consente ai corsisti di guadagnarsi lo stipendio necessario per pagare la retta e contemporaneamente di fare esperienza sul campo. Naturalmente si tratta di un locale molto particolare, in cui è possibile gustare le più rare e originali birre italiane e straniere: le birre alla spina vengono fatte "ruotare" di mese in mese, quelle in bottiglia vengono consigliate direttamente dal personale in base alle preferenze del cliente in termini di gusto e consistenza. E proprio questo è il vero valore aggiunto del locale, che offre comunque anche una nutrita lista di cibi con cui accompagnare l'adorata bevanda: sempre di buon livello la qualità, mentre il servizio non è eccezionale nelle serate di massima affluenza.

Il menu varia a seconda della stagione e della disponibilità: sotto Natale ad esempio, da provare il cervo in salsa di mele e l'Antipasto di Natale, composto da paté di prosciutto cotto, sformato con salmone e insalata russa, carpaccio al tartufo. In febbraio abbiamo provato un ottimo tris di primi (ravioli, gnocchi e margherite ai porcini); da segnalare tra i secondi lo stinco di maiale e il cinghiale alla birra, ma anche lo stinco alla birra affumicata di Bamberga e il più leggero rib eye con patate. Non manca naturalmente un piatto bavarese con wurstel, crauti e senape in quantità. Molto migliorata negli ultimi tempi la qualità dei dolci: nella stagione estiva, ecco il gelato al fiordilatte e frutti di bosco ma soprattutto il tris di sorbetti alla birra con abbinamenti originali come sorbetto alla pesca-Belgian Peches e sorbetto al ribes-Ducassis.
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Ristoranti
 
2012-05-10 10:59:30 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
7.5
Opinione inserita da Locuste    10 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 30, 2010
Recensione
Dei ristoranti degli alberghi, di norma, si è portati a diffidare, ma qui il caso è diverso: il piccolo ma confortevole hotel di Rosanna Battistelli, così come il ristorante che ospita al suo interno, è interamente a gestione familiare. A tal punto che, arrivando in giornate di scarsa affluenza, può capitare di trovare alla tavola accanto il personale del locale al gran completo: una garanzia di qualità e genuinità del prodotto. L'offerta gastronomica, sebbene molto semplice, è tutt'altro che da disprezzare: protagonisti i sapori forti e veraci di questa zona al confine tra Umbria e Lazio, ma anche la varietà della lista è da apprezzare. Il resto lo fa il servizio, estremamente cortese e rapido. Insomma un validissimo indirizzo per chi percorre l'Autostrada del Sole, la cui uscita è a meno di un km dall'albergo.

Prima ancora di ordinare giunge in tavola un piccolo antipasto offerto dalla casa: una bruschetta a base dell'ottimo pane del luogo. Oltre ai condimenti tradizionali, fa bella mostra di sé anche una piccola oliera ricolma di olio piccante, da utilizzare con molta moderazione. Mentre ancora ci si leccano le dita ecco la lista dei primi, sciorinata a voce e naturalmente variabile di giorno in giorno: assolutamente da provare le tradizionali tagliatelle rape e salsiccia, ma meritano un assaggio anche i cannelloni. Tra le altre opzioni: penne alla norcina (con salsiccia e panna) e, nella stagione invernale, la robusta zuppa di verdura.

Secondi all'altezza della situazione e, anche in questo caso, tanto essenziali quanto gustosi: trippa e coratella sono tra i piatti forti della casa. Decisamente invitanti anche lo spezzatino di cinghiale e l'agnello alla scottadito: le porzioni non sono abbondantissime ma si fanno rispettare. Vasta disponibilità anche di contorni vegetali tra cui broccoli, fagioli, patate lesse e insalata mista. Più che discreto il vino rosso della casa, mentre per i dolci la valutazione è rimandata a una prossima occasione. Il conto finale è davvero bassissimo in rapporto alla qualità dei piatti e dell'accoglienza: difficile spendere più di 25 euro per un pranzo o una cena.
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