Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2014-05-15 21:03:10 Locuste
Voto medio 
 
6.8
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
6.0
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
3.0
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 12, 2014
Recensione
Non è facile, nemmeno a Milano (o forse soprattutto a Milano), imbattersi in un ristorante dove la raffinatezza non sia soltanto programmatica ed esibita, ma davvero genuina e connaturata al locale stesso. Quasi un paradosso per chi ha basato il suo progetto su un prodotto per definizione non "raffinato": l'olio extravergine d'oliva, che fa capolino nel logo stesso del ristorante e costituisce il leit motiv di tutto il menu. Nell'affascinante cucina di Marco Avella l'olio smette di essere condimento e diventa protagonista: non per nulla la prima ad apparire è la scodella per l'assaggio degli oli serviti in tavola, almeno tre per volta, da tutte le regioni italiane. Il servizio estremamente curato, con qualche vezzo anche un po' controverso come il menu privo di prezzi per le clienti donne, può inizialmente intimidire, ma una volta entrati nell'atmosfera si dimostra efficiente e amichevole. Per "rompere il ghiaccio" si può scegliere la serata del lunedì, quando il ristorante ospita esibizioni dal vivo di musicisti jazz.

L'indiscussa qualità della cucina si accompagna a porzioni talvolta troppo ridotte e a prezzi non proprio clementi: antipasti e primi a 12 euro, secondi a 20. Un ruolo importante nel menu lo ricopre il pesce, come si intuisce già dall'avvio: stuzzicanti lo sgombro in saor, il polpo glassato con vellutata di finocchi e soprattutto lo scenografico e delicato tortino di alici al forno con confettura di pomodoro all'arancia e pesto leggero. In alternativa, stracciatella di Gioia del Colle e il più robusto fegato impanato. Tra i primi emergono una rivisitazione "minimal" del classico piatto barese, la tiella di riso, patate e cozze, e gli eccellenti pansotti di baccalà con cipollotto novello, pomodori secchi e capperi di Salina: una prelibatezza. Interessanti anche gli Spaghetti Molino Mancini con bottarga di muggine e peperone crusco.

Secondi piatti divisi tra pesce e carne, con contorni a parte. Sul primo fronte molto invitante il filetto di spigola in crosta di patate e pistacchi; forse leggermente insipido, ma il problema si risolve ovviamente con l'olio, uno dei tanti a disposizione (segnaliamo il toscano Villa Magra dei Franci, l'umbro Castello delle Regine e il calabrese Tre Cime). Per i carnivori, tra l'altro, filetto di lattonzo lardellato con asparagi e stufato di vitello al burro di malga. Come dolce inappuntabile, ma non particolarmente originale, il semifreddo al gianduia con salsa vaniglia e granella di nocciole; da testare la versione "scomposta" del cannolo, con ricotta, pistacchi di Bronte e cioccolato di Modica. Molto ben selezionata la cantina, con diversi bianchi di alto livello tra cui gli splendidi friulani dell'azienda La Tunella: sempre eccellente la Ribolla "Rjgialla".
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Ristoranti
 
2014-05-07 18:25:21 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
5.0
Opinione inserita da Locuste    07 Mag, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 26, 2014
Recensione
Il paesaggio è inconfondibile, come la cucina: siamo sui colli piacentini, a due passi dalle torri del magnifico borgo di Castell'Arquato. Da queste parti mangiare male è quasi impossibile, ma può capitare di non mangiare abbastanza bene, se ci si lascia "intortare" da locali troppo orientati ad attrarre il turista di passaggio. Per non correre questo rischio basta allontanarsi di un paio di km, raggiungendo la vicinissima frazione di San Lorenzo: qui si trova questo classico locale a conduzione familiare che ormai ha più del ristorante per famiglie che della trattoria. Non bisogna però farsi ingannare dal severo cipiglio del personale di sala, tutto composto da donne che perpetuano la tradizione della mitica Angiolina: la cucina sa essere più che amichevole, con materie prime di altissima qualità e piatti talvolta anche fantasiosi. Negli anni i prezzi sono cresciuti un po' e oggi per un pasto completo si deve preventivare una spesa media non inferiore ai 40 euro, peraltro ben meritati.

Il menu, che è riportato integralmente con tanto di prezzi sul sito del ristorante (accortezza da sottolineare), si apre con un interessante misto di salumi: crudo di Parma, coppa e pancetta piacentina e l'eccellente salame nostrano. In alternativa, culatello di Zibello o la meno comune spalla cotta di San Secondo; da non perdere però è soprattutto la torta di patate in crosta con crudo, dal sapore leggermente dolce. Con i primi si sale ancora di livello: ineccepibili i pisarei e fasò, la più nota specialità della zona, ma gli agnolotti parmigiano e ricotta con "pioggia" di culatello (si chiamano proprio così) sono davvero celestiali. Interessanti anche i tortelli d'erbetta al burro e salvia; tutti i piatti sono serviti con abbondante Parmigiano Reggiano invecchiato 24 mesi.

Il ritmo non cala passando ai secondi, tra cui si nota una varietà inconsueta per queste latitudini: oltre ad angus ai ferri, tagliata di manzo e costolette d'agnello ci sono gli spettacolari filettini di maiale spadellati, ma sarebbe meglio dire annegati, su crema di gorgonzola dolce. Davvero una prelibatezza. Per chi va più per le spicce, arrosto di maialino in porchetta o costine di maiale al forno. Come dolce merita assolutamente un assaggio la torta Angiolina, con mandorle e canditi. Cantina fornitissima di vini della zona, con l'assoluto dominio del Gutturnio fermo o vivace: le cantine Manara, Pusterla e Casa Benna forniscono alcune delle bottiglie più rinomate. Tutt'altro che facile assaggiare uno degli splendidi liquori della casa, dal nocino a quelli a base di erbe: sono prodotti in quantità ridottissima e distribuiti in modo molto parsimonioso! Il consiglio è di insistere, ne vale la pena.
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Ristoranti
 
2014-05-02 16:36:02 Locuste
Voto medio 
 
8.0
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    02 Mag, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 25, 2014
Recensione
Può esserci qualcosa di peggio che pregustare per due giorni interi i celebri arrosticini abruzzesi e, una volta giunti sul lungomare di Montesilvano, sentirsi dire che sono finiti? La tragica esperienza è purtroppo realmente accaduta, ma ciò nonostante l'impressione suscitata dalla Pecora M'briaca resta eccellente, il che la dice lunga. Il locale, per intenderci, è poco più grande di una rosticceria, con una trentina di posti a sedere e un paio di tavolini all'esterno; il menu è praticamente ristretto alla carne (non solo ovina), il contesto estremamente alla buona. Ma la primissima qualità delle materie prime, unite alla gentilezza e alla simpatia dei gestori e ai prezzi veramente risibili, fanno della Pecora una sosta ideale sia per un semplice spuntino post-spiaggia, sia per una vera e propria cena, mai a rischio di insoddisfazione. Promosso a pieni voti.

Come detto, i tanto attesi arrosticini di pecora sono stati i grandi assenti in occasione della nostra visita, ma a sorpresa è spuntata dal fondo della dispensa una variante gustosa: gli arrosticini di fegato, gustosi e dal sapore adatto a tutti i palati (anche a chi il fegato non lo ama). Questi spiedini, come gli altri, sono serviti all'interno di una grande brocca e venduti a pezzo: 0,60 o 0,80 euro a seconda della tipologia. In alternativa una robusta salsiccia, la bistecca di Angus (9 euro) o l'interessante pollo alla diavola; non mancate però di assaggiare anche l'eccezionale scamorza ai ferri, da gustare più calda possibile. Come accompagnamento, bruschette con olio locale (di gran qualità), insalata e patatine fritte, anche queste da punto esclamativo. Il vino rosso della casa scorre a fiumi e non ha niente da invidiare a una discreta bottiglia. Niente dolci o altre amenità, il caffè è quello "della macchinetta" ma è comunque apprezzabile. Unica avvertenza quasi obbligata: prenotare gli arrosticini, soprattutto nel weekend!
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Ristoranti
 
2014-04-28 22:07:07 Locuste
Voto medio 
 
6.9
Qualità 
 
5.5
Quantità 
 
9.0
Servizio 
 
5.0
Prezzo 
 
8.0
Opinione inserita da Locuste    28 Aprile, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 19, 2014
Recensione
Una delle tendenze più in voga e più esecrate della ristorazione dei nostri tempi è il proliferare dei locali-contenitore, in cui convivono (ma senza "fusion") diversi stili di cucina più o meno etnica. Il 168 Restaurant, internazionale fin dal nome, è un perfetto esempio di questo modello che, naturalmente, deve gran parte delle sue fortune alla formula "all you can eat": con 21 euro (22 nel weekend) si ha diritto a rifornimenti teoricamente infiniti dal buffet, a una porzione di sushi, a un primo a scelta dal menu e a generosi assaggi di carne dal churrasco che di quando in quando viene distribuito tra i tavoli. E il ristorante, che sorge lungo una trafficatissima arteria stradale, a giudicare dall'affluenza sembra destinato a maggior fortuna dei predecessori (nello stesso luogo si sono avvicendate tre gestioni in poco più di due anni); alle spalle, del resto, c'è anche un analogo esercizio a Milano, in viale Jenner.

I prezzi stracciati di questo genere di locali si accompagnano spesso a una scarsa cura nella cucina, ma qui la prima impressione è positiva: i gestori sembrano non essere stati troppo parsimoniosi né negli arredamenti orientaleggianti, né nelle materie prime. Il buffet, pur nella totale confusione di gusti e sapori, presenta anche qualche proposta interessante come ostriche, tartare di pesce, gamberoni, insalate e tartine, persino una gustosa polenta lardellata. Certo, alcuni appetizers sono da evitare (affettati, crocchette di dubbia composizione) e le presunte specialità cinesi sono ridotte all'osso, ma nel complesso il livello è accettabile. Non particolarmente entusiasmante invece il sushi, che si riduce di fatto a qualche uramaki e un po' di sashimi: nota di merito, però, per la preparazione a vista del pesce.

Le cose migliori arrivano dal quarto brasiliano della cucina: l'offerta non sarà molto varia, ma si va sul sicuro con salsiccia, costine, pollo e la saporita picanha tagliata direttamente dallo spiedo, condita a richiesta con fagioli e "farofa" (farina di manioca con spezie). Anche tra i primi c'è una scelta discretamente articolata, e si segnala un buon risotto alla milanese. Per i dolci si torna al buffet, con qualche torta appena discreta. Molto limitata la scelta dei vini e degli amari. Da segnalare la curiosità degli sconti "per altezza": i bambini sotto i 120 cm pagano 10 euro in meno! Curiosità a parte, il locale resta però senz'anima e sconta un rapporto decisamente freddo con la clientela, che d'altronde lo percepisce più come un locale da aperitivi che come un ristorante vero e proprio. Il servizio, quindi, è decisamente migliorabile.
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Ristoranti
 
2014-04-14 10:32:02 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    14 Aprile, 2014
Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 2020
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Gennaio 11, 2019
Recensione
Paradossi gastronomici: più la riflessione critica sul consumo di carne va diffondendosi non solo tra gli integralisti dell'animalismo, ma anche nell'opinione pubblica, più si moltiplicano i locali specificamente dedicati ai carnivori. La bistecca e l'hamburger, oscuri oggetti del desiderio di un popolo tirato su a carboidrati e legumi, sono sempre più protagonisti sulle tavole degli italiani e in particolare dei milanesi. El Bechée non fa nulla per nascondere la sua appartenenza a questo trend, a partire dal nome che in dialetto milanese significa "macellaio", come nell'omologo italiano "beccaio"; ma rispetto alle affermate catene di ristorazione che fanno della carne il loro core business, questo locale in zona Porta Genova può vantare una dimensione più personale e creativa, oltre a una curatissima estetica in stile "vintage" che rende più gradevole la visita. Le carni e le (poche) altre preparazioni sono degne di nota per qualità, il servizio è preciso e cordiale; unica nota stonata il livello dei prezzi non propriamente amichevole, soprattutto per quanto riguarda gli antipasti.

Partiamo dunque proprio dagli antipasti che, come accennato, si fanno pagare (dai 7 ai 12 euro), ma dimostrano anche di meritare la loro valutazione: promossa a pieni voti la "polenta al brucio", terrina di polenta con pasta di salame, briciole di pane e pecorino. Buoni anche i bocconcini di bufala affumicati con speck ed eccellenti i salumi, tra cui lardo, salame casereccio e culatello. Fuori lista da provare le stuzzicanti tartine con zola, champagne e fragole. Per i vegetariani - che hanno manifestamente sbagliato indirizzo - ci sono comunque flan e zuppe, frittelline di ricotta, insalate miste. Un particolare elogio va riservato alla cantina: una sessantina di etichette ben selezionate, soprattutto rossi, ma anche qualche bianco interessante (come il Lugana Ca' Lojera) e le birre Poretti e Grimbergen. Noi abbiamo scoperto qui l'eccezionale Carmenère dei Colli Berici, dalle vigne Inama.

Veniamo ora al momento più atteso, quello della carne: si comincia con due versioni di tartare, per proseguire con le tagliate di scottona sudamericana, tra cui quelle "all'antica" (con aglio, rosmarino, burro), al profumo di timo e al pepe verde. Dalla griglia arrivano i riscontri migliori: entrecote, asado, filetto (15-21 euro), ma soprattutto l'impeccabile costata di scottona della Foresta Nera, la Fiorentina (60 euro) e lo Chateaubriand, oppure per gli insaziabili la "catalana" mista. Non manca qualche proposta variabile fuori menu: tagli particolari, dall'entrana (diaframma) alla bavetta, o carni di provenienze diverse. Infine i richiestissimi hamburger da 220 gr (da 16 euro in su), anche con speck, formaggio, pancetta. Il tutto è servito con contorno delle saporite patate Bechée e di verdure grigliate. Non particolarmente originali i desser, tra cui tiramisù, crumble, sorbetti e gelati del giorno. Amari nazionali per chiudere un'esperienza nel complesso più che positiva.
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Negozi
 
2014-04-13 21:58:10 Locuste
Opinione inserita da Locuste    13 Aprile, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2014
Recensione
Celebre maison produttrice di champagne: spettacolari il Blanc de Blancs e tutta la collezione Edition Limitée, in particolare il Rosé.
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Negozi
 
2014-04-11 16:10:15 Locuste
Opinione inserita da Locuste    11 Aprile, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2014
Recensione
Questa enoteca comasca è un punto di riferimento per l'importazione di vini dalle principali cantine della Nuova Zelanda, in particolare dal distretto Central Otago.
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Negozi
 
2014-04-11 16:07:11 Locuste
Opinione inserita da Locuste    11 Aprile, 2014
Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 2019
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 13, 2019
Recensione
Vitigni d'alta quota, dispersi su soli 3 ettari di territorio, danno origine a vini eccezionali fin dalle etichette. Il vitigno è il Blanc de Morgex et de la Salle, nelle versioni base, Nathan (70% in barrique per un anno), Le Sette Scalinate e anche come spumante metodo classico. Ma la perla è il Ninive, vino da uve stramature raccolte dopo la gelata dei grappoli a meno 10 gradi.
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Negozi
 
2014-04-11 16:02:33 Locuste
Opinione inserita da Locuste    11 Aprile, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2014
Recensione
Interessante cantina campana con una vasta produzione di vini locali, dal Galluccio Bianco e Rosso alla Falanghina, passando per Aglianico e Fiano.
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Negozi
 
2014-04-11 15:57:44 Locuste
Opinione inserita da Locuste    11 Aprile, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2014
Recensione
Nelle campagne di Alghero nascono vini giovani ma già premiatissimi: il Cannonau Ego, l'Isola dei Nuraghi Geo e soprattutto il Vermentino Die, ricchissimo di profumi e sapori.
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