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Osteria La Lumera
2012-05-23 19:22:16
Locuste
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Recensione
Data di visita
Aprile 28, 2012
Recensione
Ai bordi della città vecchia e a due passi da Porta Pesa, uno degli storici ingressi della città, l'Osteria La Lumera è riuscita negli anni a costruirsi una nicchia inattaccabile nel panorama della ristorazione cittadina, da una parte puntando sui classici della tradizione locale, dall'altra strizzando l'occhio a Slow Food con l'utilizzo di Presìdi provenienti da tutte le regioni italiane. Risultato: da queste parti si mangia davvero bene, con un menu ampio e variegato che può accontentare qualsiasi palato, e una cantina altrettanto fornita e selezionata. Aiuta senza dubbio l'atmosfera calda e accogliente, con tanto di tovaglie di carta da vera osteria, ma al tempo stesso quieta e raccolta. Prezzi assolutamente onesti e vini senza ricarichi eccessivi. Un indirizzo da tenere presente per chiunque sia di passaggio in città.
Fin dall'antipasto il visitatore è posto di fronte a una scelta ardua: difficile saltare l'eponimo piatto Lumera, un florilegio di formaggi, salumi, bruschette con fegatini, torte salate, farro e persino yogurt aromatizzato. Ma tra le alternative spiccano perle come la degustazione di Presìdi Slow Food (13,50 €) con Mazzafegato della valle del Tevere, fagiolina del Trasimeno, Biroldo della Garfagnana e così via; oppure il patè alla perugina battuto al coltello con mela verde e pane tostato. Analogo e amletico dubbio per i primi: delicati, forse anche troppo, gli gnocchi di ricotta alla crema di porri e pancetta croccante, originali gli strascinati con il cece nero del Trasimeno. Per chi vuole restare nel solco della tradizione ci sono gli umbricelli con guanciale e pecorino e i taglierini al ragù di salsiccia.
Secondi, anche qui, fantasiosi e omnicomprensivi: dal robusto stinco di maiale al ginepro allo spezzatino di cinghiale agli odori. La palma del piatto migliore la merita però la faraona alla leccarda con agretti, di rara morbidezza e perfetta cottura. Chi preferisce qualcosa di più leggero può puntare sulla scamorza al coccio (formaggio fuso con condimenti vari), sulla classica torta al testo o sulle patate in giacca, cioè con la buccia, condite con burro, gorgonzola o semplice olio. Tra i dolci da preferire i semifreddi: al bergamotto fresco di Calabria e soprattutto ai borlotti e prugne con salsa di pinoli, eccellenti. Il budino di patate in salsa di agrumi è più che altro un tortino, ma merita un assaggio. Molti e ben assortiti, come detto, i vini, regionali e non: ottimo l'Umbria IGT Il Caio delle cantine Castello di Corbara.
Fin dall'antipasto il visitatore è posto di fronte a una scelta ardua: difficile saltare l'eponimo piatto Lumera, un florilegio di formaggi, salumi, bruschette con fegatini, torte salate, farro e persino yogurt aromatizzato. Ma tra le alternative spiccano perle come la degustazione di Presìdi Slow Food (13,50 €) con Mazzafegato della valle del Tevere, fagiolina del Trasimeno, Biroldo della Garfagnana e così via; oppure il patè alla perugina battuto al coltello con mela verde e pane tostato. Analogo e amletico dubbio per i primi: delicati, forse anche troppo, gli gnocchi di ricotta alla crema di porri e pancetta croccante, originali gli strascinati con il cece nero del Trasimeno. Per chi vuole restare nel solco della tradizione ci sono gli umbricelli con guanciale e pecorino e i taglierini al ragù di salsiccia.
Secondi, anche qui, fantasiosi e omnicomprensivi: dal robusto stinco di maiale al ginepro allo spezzatino di cinghiale agli odori. La palma del piatto migliore la merita però la faraona alla leccarda con agretti, di rara morbidezza e perfetta cottura. Chi preferisce qualcosa di più leggero può puntare sulla scamorza al coccio (formaggio fuso con condimenti vari), sulla classica torta al testo o sulle patate in giacca, cioè con la buccia, condite con burro, gorgonzola o semplice olio. Tra i dolci da preferire i semifreddi: al bergamotto fresco di Calabria e soprattutto ai borlotti e prugne con salsa di pinoli, eccellenti. Il budino di patate in salsa di agrumi è più che altro un tortino, ma merita un assaggio. Molti e ben assortiti, come detto, i vini, regionali e non: ottimo l'Umbria IGT Il Caio delle cantine Castello di Corbara.
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