Opinione scritta da Locuste
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Negozi
2014-08-26 11:19:20
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 26 Agosto, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 24, 2014
Recensione
Giovane ma già apprezzatissima cantina del piacentino, affianca vigneti antichi ad altri più recenti coltivati con metodi moderni e innovativi. Oltre a Gutturnio, Cabernet, Malvasia e al caratteristico Monterosso, da segnalare la Bonarda da uve stramature Il Giorgione, già definito "l'Amarone emiliano", e i passiti Fra Diavolo e Angelico.
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Negozi
2014-07-29 08:38:16
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 29 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 27, 2014
Recensione
Le specialità di questa macelleria e salumeria valdostana sono la mocetta, fresca o stagionata, e i salamini.
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Negozi
2014-07-29 08:36:19
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 29 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 27, 2014
Recensione
Produzione e vendita di ottimi formaggi, dalla fontina al fromadzo.
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Bar & Pub
2014-07-26 16:57:59
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 26 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 19, 2014
Recensione
Piccolo bar dall'arredamento e dalla gestione molto informale, serve alla spina o in bottiglia birre artigianali dei più prestigiosi birrifici d'Italia. Anche birra a caduta.
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Ristoranti
2014-07-10 20:42:37
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 10 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 07, 2014
Recensione
Ci sono posti che al primo sguardo mostrano immediatamente la loro anima: con le sue tovaglie bianche, il bancone all'ingresso, le piante e l'acquario d'arredamento, la Piola ha scritta in faccia (per così dire) la sua natura di ristorante vecchio stile, alla ricerca di una formula nuova per resistere al "nuovo che avanza" e che letteralmente lo circonda. Non potrebbe essere altrimenti, se si pensa che il termine "piola" significa appunto osteria, in dialetto piemontese. Dal suo aspetto un po' all'antica il ristorante prova a discostarsi con una cucina quasi esclusivamente marinara, di ispirazione sicula, e qualche gradita sperimentazione. L'idea, grazie anche alla cortesia per nulla cerimoniosa dei gestori, è che questo sia il tipico locale da clienti affezionati, che possono presentarsi con uno sguardo e affidarsi senza timore al consiglio dello chef; meno facile, per il visitatore occasionale, trovare subito la chiave giusta per apprezzarlo.
Abbiamo visitato il ristorante con un coupon sconto, metodologia non sempre foriera di esperienze positive; in questo caso però il menu scelto per l'offerta speciale sembra rappresentare in maniera abbastanza fedele, anche se ridotta, la lista proposta al pubblico pagante. Si comincia per la verità maluccio, perché non soddisfano né l'antipasto caldo di mare (cozze, vongole, gamberetti e una valanga di rucola, tutto un po' scialbo) né il polpo con le fave, sulla carta più creativo, ma decisamente troppo cotto. Meglio invece i primi, soprattutto le gustose mezze maniche con pistacchi e orata, ottime nell'abbinamento e nella presentazione; un po' più anonimo il risotto ai frutti di mare.
Tra i secondi, un buon fritto misto di calamari e gamberi, delicato e croccante; più che discreto anche il rombo con i carciofi. In alternativa c'è la griglia: orata, tonno, pesce spada, scampi e per chi proprio non ne vuol sapere del mare, anche una piccola offerta di carne, rigorosamente chianina. Come dolci al carrello, bonnet e panna cotta - entrambi meritano un elogio - ma anche cassata siciliana. Ridotto ma ben selezionato l'assortimento dei vini: la perla è l'immancabile Anthilia delle cantine Donnafugata. Prezzi non bassi: dai 10 euro per antipasti e primi, 15 per i secondi.
Abbiamo visitato il ristorante con un coupon sconto, metodologia non sempre foriera di esperienze positive; in questo caso però il menu scelto per l'offerta speciale sembra rappresentare in maniera abbastanza fedele, anche se ridotta, la lista proposta al pubblico pagante. Si comincia per la verità maluccio, perché non soddisfano né l'antipasto caldo di mare (cozze, vongole, gamberetti e una valanga di rucola, tutto un po' scialbo) né il polpo con le fave, sulla carta più creativo, ma decisamente troppo cotto. Meglio invece i primi, soprattutto le gustose mezze maniche con pistacchi e orata, ottime nell'abbinamento e nella presentazione; un po' più anonimo il risotto ai frutti di mare.
Tra i secondi, un buon fritto misto di calamari e gamberi, delicato e croccante; più che discreto anche il rombo con i carciofi. In alternativa c'è la griglia: orata, tonno, pesce spada, scampi e per chi proprio non ne vuol sapere del mare, anche una piccola offerta di carne, rigorosamente chianina. Come dolci al carrello, bonnet e panna cotta - entrambi meritano un elogio - ma anche cassata siciliana. Ridotto ma ben selezionato l'assortimento dei vini: la perla è l'immancabile Anthilia delle cantine Donnafugata. Prezzi non bassi: dai 10 euro per antipasti e primi, 15 per i secondi.
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Ristoranti
2014-07-10 17:49:53
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 10 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 02, 2014
Recensione
La cucina orientale, croce e delizia di Milano. Ormai, per molti abitanti del capoluogo, cenare fuori equivale a mangiare con le bacchette e ricoprire ogni piatto di abbondante salsa di soia, eppure per gli appassionati non è affatto facile trovare indirizzi che soddisfino il palato, oltre che il portafoglio. L'Imperiale ci riesce con un metodo sulla carta molto semplice: supera i soliti, fossilizzati standard della ristorazione asiatica e recupera una serie di piatti originali, non esageratamente elaborati ma senz'altro intriganti (per i nostri palati) e ben realizzati. Il ristorante si diletta genericamente in "asian food" spaziando dalla Thailandia alla Malesia fino all'immancabile Giappone, ma vale la pena di concentrarsi sulla cucina cinese: il risultato è ottimo dal punto di vista qualitativo, anche se talvolta c'è un po' di confusione nel servizio e i prezzi (giustamente) non sono quelli del take-away sotto casa.
Decisamente impossibile riassumere qui l'enciclopedico menu che concentra in poche pagine un numero incredibile di piatti, ciascuno con le sue varianti regionali. Naturalmente non mancano i cavalli di battaglia come gli involtini primavera, ma la lista nasconde ben altre chicche: già tra gli antipasti fanno capolino gli esotici gamberi al mango o all'ananas e anche la "stuzzicante" insalata di medusa. Persino i ravioli, piatto base della gastronomia orientale, qui sono presentati in mille declinazioni: al vapore o alla piastra, ripieni di gamberi o di carne, con salsa malese e così via.
Il riso resta l'ingrediente principe che accompagna tutte le preparazioni, dal pollo al manzo passando per i gamberi. Ma non mancano le zuppe, come quella assai appetitosa di granchio e asparagi, e non è raro vedersi passare sotto il naso granchi e aragoste interi...
Tornando a più miti consigli, il ristorante offre molto anche nell'ambito dei secondi: pollo kung pao (in salsa piccante con peperoni e arachidi), calamari in salsa Szechuan, gamberi in crosta di mandorle, e piatti scenografici come il pesce in cestino (dove anche il cestino è commestibile) o il pollo al latte di cocco. Il merluzzo nero in stile Hong Kong costa come una bistecca, ma è delicato e saporito come pochi altri. Tra i contorni da non perdere la frittura di okra, tipica verdura cinese simile a una zucchina. Si bevono le non entusiasmanti birre cinesi, tra cui la solita Tsingtao, ma il dolce merita una menzione perché accanto al tradizionale gelato di riso vengono presentati in tavola una serie di gustosi prodotti di piccola pasticceria, come l'ottima torta ai tre cioccolati o la foresta nera: qui di orientale non c'è più nulla, ma il gusto è assicurato!
Decisamente impossibile riassumere qui l'enciclopedico menu che concentra in poche pagine un numero incredibile di piatti, ciascuno con le sue varianti regionali. Naturalmente non mancano i cavalli di battaglia come gli involtini primavera, ma la lista nasconde ben altre chicche: già tra gli antipasti fanno capolino gli esotici gamberi al mango o all'ananas e anche la "stuzzicante" insalata di medusa. Persino i ravioli, piatto base della gastronomia orientale, qui sono presentati in mille declinazioni: al vapore o alla piastra, ripieni di gamberi o di carne, con salsa malese e così via.
Il riso resta l'ingrediente principe che accompagna tutte le preparazioni, dal pollo al manzo passando per i gamberi. Ma non mancano le zuppe, come quella assai appetitosa di granchio e asparagi, e non è raro vedersi passare sotto il naso granchi e aragoste interi...
Tornando a più miti consigli, il ristorante offre molto anche nell'ambito dei secondi: pollo kung pao (in salsa piccante con peperoni e arachidi), calamari in salsa Szechuan, gamberi in crosta di mandorle, e piatti scenografici come il pesce in cestino (dove anche il cestino è commestibile) o il pollo al latte di cocco. Il merluzzo nero in stile Hong Kong costa come una bistecca, ma è delicato e saporito come pochi altri. Tra i contorni da non perdere la frittura di okra, tipica verdura cinese simile a una zucchina. Si bevono le non entusiasmanti birre cinesi, tra cui la solita Tsingtao, ma il dolce merita una menzione perché accanto al tradizionale gelato di riso vengono presentati in tavola una serie di gustosi prodotti di piccola pasticceria, come l'ottima torta ai tre cioccolati o la foresta nera: qui di orientale non c'è più nulla, ma il gusto è assicurato!
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Sagre
2014-07-05 17:48:15
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 05 Luglio, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Giugno 28, 2014
Recensione
I maestri dell'Accademia della Costina portano spesso la loro arte (e la loro griglia) anche in trasferta: uno degli esempi più recenti è la sagra organizzata a partire dal 2012 da Ares Onlus. L'appuntamento è ancora relativamente poco noto e questo consente di gustare le spettacolari costine senza sottoporsi a code infinite, a mezzogiorno e a cena. Inutile dire che la qualità della materia prima e della cottura è sempre eccezionale, e il prezzo (13,50 euro al kg) tutt'altro che proibitivo.
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Ristoranti
2014-06-06 12:52:07
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 06 Giugno, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 31, 2014
Recensione
Chi arriva per la prima volta a Portovenere e ammira incantato la chiesetta a picco sul mare, la grotta di Byron, lo spettacolare panorama sulla baia non può che farsi una domanda: per quale motivo questo luogo incantevole non si merita (almeno) la stessa fama di Portofino? Non che nel borgo a due passi da La Spezia manchino visitatori anche VIP, yacht e parcheggi costosi (2 euro all'ora), ma nulla a che vedere con l'affollamento e la turisticizzazione selvaggia di altre località. Altrimenti non ci sarebbe posto, proprio sul lungomare, per un locale piccolo ma accogliente come la Taverna di Venere, in grado di offrire un completo campionario di piatti di mare a prezzi più che competitivi. La cucina, se da una parte strizza l'occhio ai turisti con offerte speciali e menu a prezzo fisso, dall'altra non rinuncia mai all'eccellente qualità di ingredienti e preparazioni. E il risultato della sapiente gestione familiare curata dalla signora Carmela è tutto da gustare.
Piccolo e raccolto, il locale si affaccia però proprio sulla passeggiata e dispone di un buon numero di tavolini per approfittare, nella stagione estiva, della vista sul porto. Atmosfera e servizio sono alla buona ma inappuntabili, rapidi e mai invadenti. Anche perché i piatti da portare in tavola sono... uno tsunami: lunghissima la lista degli antipasti, tra cui ottime alici, cozze gratinate, zuppetta di frutti di mare, sardine ripiene che ricordano un po' le sarde "alla beccafico". Due tocchi di originalità: il polpo e patate servito caldo e con l'aggiunta di panna, perfettamente riuscito, e le ostriche cotte (e qui ci spiace, ma continuiamo a preferire la versione cruda!). Con questa prima sequela di piatti è già facile vedere sparire un paio di bottiglie di vino, per esempio lo spettacolare Vermentino delle cantine Lunae, direttamente dai vicini Colli di Luni.
Fermarsi qui sarebbe però un delitto, perché i primi sono assolutamente all'altezza: soprattutto gli eccellenti spaghetti allo scoglio con cozze, vongole, gamberi e seppioline, tutto di impeccabile freschezza e cottura. Sui secondi il ristorante non devia dalla regola dell'essenzialità: ecco quindi arrivare un oceanico vassoio di grigliata mista con seppie, pesce spada, gamberi e scampi, seguite da ottime orate con abbondante condimento di olio d'oliva. La vera chicca è però la frittura mista, leggera e croccante, di alici, polipetti, calamari e gamberi. Se nel frattempo è calata la sera, non c'è da preoccuparsi: il ristorante - altra mossa da elogiare - resta aperto per l'intera giornata e c'è tutto il tempo per gustarsi il caffè e uno dei magnifici sorbetti (al limone, mandarino o pompelmo) fatti arrivare da una gelateria di La Spezia. Promozione a pieni voti.
Piccolo e raccolto, il locale si affaccia però proprio sulla passeggiata e dispone di un buon numero di tavolini per approfittare, nella stagione estiva, della vista sul porto. Atmosfera e servizio sono alla buona ma inappuntabili, rapidi e mai invadenti. Anche perché i piatti da portare in tavola sono... uno tsunami: lunghissima la lista degli antipasti, tra cui ottime alici, cozze gratinate, zuppetta di frutti di mare, sardine ripiene che ricordano un po' le sarde "alla beccafico". Due tocchi di originalità: il polpo e patate servito caldo e con l'aggiunta di panna, perfettamente riuscito, e le ostriche cotte (e qui ci spiace, ma continuiamo a preferire la versione cruda!). Con questa prima sequela di piatti è già facile vedere sparire un paio di bottiglie di vino, per esempio lo spettacolare Vermentino delle cantine Lunae, direttamente dai vicini Colli di Luni.
Fermarsi qui sarebbe però un delitto, perché i primi sono assolutamente all'altezza: soprattutto gli eccellenti spaghetti allo scoglio con cozze, vongole, gamberi e seppioline, tutto di impeccabile freschezza e cottura. Sui secondi il ristorante non devia dalla regola dell'essenzialità: ecco quindi arrivare un oceanico vassoio di grigliata mista con seppie, pesce spada, gamberi e scampi, seguite da ottime orate con abbondante condimento di olio d'oliva. La vera chicca è però la frittura mista, leggera e croccante, di alici, polipetti, calamari e gamberi. Se nel frattempo è calata la sera, non c'è da preoccuparsi: il ristorante - altra mossa da elogiare - resta aperto per l'intera giornata e c'è tutto il tempo per gustarsi il caffè e uno dei magnifici sorbetti (al limone, mandarino o pompelmo) fatti arrivare da una gelateria di La Spezia. Promozione a pieni voti.
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11
Ristoranti
2014-06-03 23:19:57
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 03 Giugno, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 30, 2014
Recensione
Mettiamo subito le cose in chiaro: il compianto Lucio non c'entra niente. Il nome "Il Dalla", tutt'al più, potrà ricordare ai locali l'altro storico locale che sorgeva fino a pochi anni fa: il ristorante "Dall'Antonio", un tempo unica e rinomata sosta gastronomica nella trafficatissima arteria che da Castellanza e Legnano conduce verso Saronno e l'autostrada A8. I tempi sono cambiati e ora i giovani gestori del Dalla trovano a operare in ben altro contesto: dalla parte opposta della strada c'è l'ennesima filiale del Roadhouse, vera e propria macchina da coperti aperta 7 giorni su 7, e a poche decine di metri la Conchiglia, gettonatissima pizzeria aperta fino a tarda notte. Insomma, l'impresa è ardua, ma il ristorante - che al momento della nostra visita era aperto da appena una settimana - sta cercando di affrontarla con il giusto spirito, proponendo piatti semplici e poco costosi ma senza rinunciare alla qualità.
Notevolmente rimodernata rispetto alle precedenti gestioni, la sala principale è rimasta elegante ma è diventata un po' meno austera, anche perché preceduta nell'ingresso da un animato bancone per aperitivi e cocktail. Il Dalla sta muovendo i primi passi come pizzeria - anche a pranzo - ma propone anche diversi piatti di carne e di pesce: i gestori, con genuino entusiasmo, propongono di affidarsi "alla cieca" al menu fisso e noi non ci siamo tirati indietro. Ecco quindi arrivare in tavola piatti di antipasti assortiti: da una parte insalata di mare con polpo e patate, cocktail di gamberetti e cozze alla marinara, dall'altra affettati (salame, prosciutto crudo e cotto), olive e mozzarella di bufala. Nulla di trascendentale, ma materie prime impeccabili.
Tra i primi convincono i risotti, sia ai gamberetti, sia con funghi porcini; meno riuscite invece le linguine alle vongole, più che altro per il condimento non troppo amalgamato. Secondi di carne, come l'immancabile tagliata, oppure di mare: qui il branzino al forno con patate riserva un tocco di fantasia grazie all'aggiunta di tocchetti di bacon, a dimostrazione che nelle corde del ristorante c'è anche qualche escursione creativa. Per chiudere, un gran vassoio di frutta (anguria, pesche, kiwi) con scaglie di cioccolato, seguito da caffè e amaro. Ancora abbastanza limitata ma interessante la lista dei vini; non manca invece un buon assortimento di birre in bottiglia. Prezzi decisamente competitivi per un locale destinato a crescere nel tempo.
Notevolmente rimodernata rispetto alle precedenti gestioni, la sala principale è rimasta elegante ma è diventata un po' meno austera, anche perché preceduta nell'ingresso da un animato bancone per aperitivi e cocktail. Il Dalla sta muovendo i primi passi come pizzeria - anche a pranzo - ma propone anche diversi piatti di carne e di pesce: i gestori, con genuino entusiasmo, propongono di affidarsi "alla cieca" al menu fisso e noi non ci siamo tirati indietro. Ecco quindi arrivare in tavola piatti di antipasti assortiti: da una parte insalata di mare con polpo e patate, cocktail di gamberetti e cozze alla marinara, dall'altra affettati (salame, prosciutto crudo e cotto), olive e mozzarella di bufala. Nulla di trascendentale, ma materie prime impeccabili.
Tra i primi convincono i risotti, sia ai gamberetti, sia con funghi porcini; meno riuscite invece le linguine alle vongole, più che altro per il condimento non troppo amalgamato. Secondi di carne, come l'immancabile tagliata, oppure di mare: qui il branzino al forno con patate riserva un tocco di fantasia grazie all'aggiunta di tocchetti di bacon, a dimostrazione che nelle corde del ristorante c'è anche qualche escursione creativa. Per chiudere, un gran vassoio di frutta (anguria, pesche, kiwi) con scaglie di cioccolato, seguito da caffè e amaro. Ancora abbastanza limitata ma interessante la lista dei vini; non manca invece un buon assortimento di birre in bottiglia. Prezzi decisamente competitivi per un locale destinato a crescere nel tempo.
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22
Ristoranti
2014-05-22 09:49:09
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 22 Mag, 2014
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 16, 2014
Recensione
Se avete già sentito il nome di San Pietro all'Olmo, al 99% il merito è di Davide Oldani, il demiurgo della cucina pop che ormai diversi anni fa ha stabilito la sua casa-base in questa piccola frazione di Cornaredo. Bene, preparatevi a sperimentare come nel giro di poche centinaia di metri sia possibile proporre due modelli di ristorazione completamente agli antipodi, pur partendo (almeno nelle dichiarazioni) dalle stesse basi. Nelle campagne tra San Pietro e Cusago le cascine, una volta culla dell'agricoltura lombarda, sono quasi tutte diroccate e abbandonate e anche quella in questione non sembra passarsela tanto bene; ma all'interno c'è tutte le sere la possibilità di abbuffarsi di piatti semplici e rustici, senza troppo badare al sottile. La proposta culinaria è veramente essenziale, ma efficace, soprattutto per l'ottima qualità delle carni (il piatto forte) e anche per l'abbondanza delle porzioni, che soddisferanno le tavolate più agguerrite. Vista l'atmosfera "ruspante" ci si aspetterebbe però un prezzo più generoso dei 37 euro finali. Non facile trovare la cascina, che non ha un indirizzo e negli anni sembra pure aver cambiato... genere (fuori dalla porta c'è scritto "Cascina Carlo"): seguire la strada che porta verso Cusago e, dopo il bivio per Bareggio, tenere d'occhio i cartelli sulla sinistra.
Nell'ampia e accogliente sala da pranzo - provvista anche di giardino per l'estate - le tavole si fanno trovare già addobbate di abbondanti antipasti: tra i salumi si va dall'immancabile prosciutto crudo alla pancetta passando per la coppa, ma l'unico davvero da segnalare è il salame nostrano. Oneste le verdure alla griglia così come l'insalata russa e il vitello tonnato; in stagione è possibile trovare anche i porcini con la polenta. Si fa sul serio invece con i primi, serviti in capienti vassoi di portata: da non perdere le tagliatelle al sugo d'anatra, più ordinari gli gnocchi al gorgonzola. In alternativa ravioli di carne o di magro al sugo, tagliatelle al ragù o ai funghi, pennette allo speck, talvolta anche risotti.
In molti, come detto, arrivano da queste parti per le carni e ne hanno ben donde: lo stinco di maiale al forno è il piatto più celebrato della casa, anche se in realtà sono ancora più gustose le costine di maiale e la faraona, perfetta per cottura e sapore. Ottimo anche l'accompagnamento di patate al forno. Se proprio si vuole "sgarrare" ci sono brasato, coniglio in umido, pollo e persino orata al cartoccio e branzino al sale, ma siamo decisamente fuori dal seminato. Dolci artigianali di ottima fattura, soprattutto il tiramisù e la torta agli amaretti e pesche, da accompagnare con una robusta razione di grappa. I vini vengono direttamente dall'Oltrepò pavese: Barbera, Cabernet o Croatina. Il menu, come detto, parte dai 37 euro, o dai 30 in versione ridotta.
Nell'ampia e accogliente sala da pranzo - provvista anche di giardino per l'estate - le tavole si fanno trovare già addobbate di abbondanti antipasti: tra i salumi si va dall'immancabile prosciutto crudo alla pancetta passando per la coppa, ma l'unico davvero da segnalare è il salame nostrano. Oneste le verdure alla griglia così come l'insalata russa e il vitello tonnato; in stagione è possibile trovare anche i porcini con la polenta. Si fa sul serio invece con i primi, serviti in capienti vassoi di portata: da non perdere le tagliatelle al sugo d'anatra, più ordinari gli gnocchi al gorgonzola. In alternativa ravioli di carne o di magro al sugo, tagliatelle al ragù o ai funghi, pennette allo speck, talvolta anche risotti.
In molti, come detto, arrivano da queste parti per le carni e ne hanno ben donde: lo stinco di maiale al forno è il piatto più celebrato della casa, anche se in realtà sono ancora più gustose le costine di maiale e la faraona, perfetta per cottura e sapore. Ottimo anche l'accompagnamento di patate al forno. Se proprio si vuole "sgarrare" ci sono brasato, coniglio in umido, pollo e persino orata al cartoccio e branzino al sale, ma siamo decisamente fuori dal seminato. Dolci artigianali di ottima fattura, soprattutto il tiramisù e la torta agli amaretti e pesche, da accompagnare con una robusta razione di grappa. I vini vengono direttamente dall'Oltrepò pavese: Barbera, Cabernet o Croatina. Il menu, come detto, parte dai 37 euro, o dai 30 in versione ridotta.
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