Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2014-01-06 12:52:07 Locuste
Voto medio 
 
6.3
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
3.0
Opinione inserita da Locuste    06 Gennaio, 2014
Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 23, 2016
Recensione
Aprire un ristorante nel pieno centro di Legnano, piazza che in tempi non sospetti ha "bruciato" anche nomi illustri, può essere un azzardo. Per tentare l'impresa bisogna avere un retroterra ben solido: proprio come il Muu Grill, che alle spalle ha un locale con lo stesso nome a Parabiago (aperto dal 2011, solo a pranzo) e soprattutto l'attività della famiglia Marchiante, proprietaria di una storica macelleria che garantisce il rifornimento di materie prime di qualità. A meno di un mese dall'inaugurazione (e con le feste di mezzo) l'esperimento sembra riuscito, e in effetti il muu ha tutte le caratteristiche per diventare un ritrovo "chic": arredamento minimal ed elegante, comunicazione accattivante, formula di successo a metà tra bar per colazioni e aperitivi, rivendita di specialità gastronomiche, pizzeria e vera e propria griglieria. Purtroppo anche i prezzi sono adeguati all'immagine che il locale vuol dare di sé, e cioè sono alti, a volte davvero troppo (antipasti e primi da 11 euro, secondi da 17). Ma va detto che il tutto non si reggerebbe in piedi senza una qualità complessivamente buona e qualche lampo d'inventiva che non guasta.

Com'è logico che sia, la cucina punta forte sul vasto assortimento di salumi e formaggi venduti al banco, e protagonisti assoluti anche dell'aperitivo. Ecco quindi, per iniziare, l'immancabile "stendino" di affettati, ma anche entrées più elaborate come il carpaccio di barbabietola con mousse di baccalà e Parmigiano Reggiano: ottima l'idea, da perfezionare l'equilibrio dei sapori. Anche tra i primi, accanto alle lasagnette con gorgonzola e crescenza e al risotto con toma e funghi, ci sono piatti più "sperimentali" come i tortelli di carne con crema di cipolle bianche, salsa alla stracciatella, pomodori e basilico: di pregevole fattura. Vasto anche l'assortimento di pizze e focacce artigianali, anche con ingredienti non tradizionali (dal tartufo al carpaccio di scottona).

Ovviamente le fortune del locale si basano in buona parte sulla griglia, che propone fra l'altro la fiorentina di scottona (52 euro) e la più abbordabile costata, ma anche diverse varietà di hamburger. Buone le tagliate, in particolare quella "a modo mio" con porcini, polenta grigliata e spuma di Parmigiano (quest'ultima però troppo fredda). Altra specialità della casa è la tartare, proposta in 5 versioni. Ai dolci della lista, come la sbrisolona con composta di arancia e salsa al Marsala, si aggiungono quelli più classici disponibili al banco, dalla torta di mele al tiramisu. Migliorata rispetto ai primi passi la carta dei vini, con etichette più varie e abbordabili, anche se spesso legate alla grande distribuzione. Decisamente più interessante l'assortimento di birre artigianali, da quelle del Birrificio Italiano alla belga Lupulus. Ingiustificati i 2 euro richiesti per pane e coperto.
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50
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Ristoranti
 
2013-12-23 02:19:01 Locuste
Voto medio 
 
7.0
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    23 Dicembre, 2013
Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Febbraio 16, 2013
Recensione
Il lungo-Ticino è disseminato di antiche cascine di grandi dimensioni, molto simili tra loro, e negli ultimi anni spesso riadattate per ospitare ristoranti e agriturismi. La Cascina Barcella in questo senso è tra i pionieri: l'attività di ristorazione è iniziata già nel lontano 1996, e negli anni l'azienda oggi guidata dal giovane Massimo Oldani ha acquisito una solida fama anche al di fuori della provincia di Milano. Oltre alla cascina vera e propria (aperta dal giovedì alla domenica) oggi c'è anche il Mulino, con appartamenti e camere per la notte. L'edificio principale è stato ristrutturato con gusto e sapienza, mantenendo la vecchia divisione dei vani: accanto al salone conviviale al piano terra, ci sono quindi anche diverse salette per mangiare in relativa riservatezza. In generale, comunque, il locale è ideale per le compagne numerose, anche per la classica formula a menu fisso (35 euro, bevande incluse) che si declina durante l'anno in molteplici serate a tema.

La cucina, ovviamente tutta incentrata su materie prime di produzione propria, ripercorre il canovaccio della cucina locale senza cadute di stile, ma anche senza troppi acuti. Come spesso accade negli agriturismi, gli antipasti sono fra le proposte migliori: al di là dell'aperitivo con lo sfizioso cannoncino di fonduta e la salsiccia in sfoglia, si segnalano gli affettati (crudo di Parma, coppa e lardo), il cotechino con purè, gli ottimi asparagi con pancetta e i tortini di polenta con fonduta e olive nere. Più ordinari i primi, tra cui comunque spicca l'interessante risotto al vino rosso, di buona cottura ed equilibrio; discreti anche i cannelloni di carne, anche se qui la porzione è davvero troppo risicata per esprimere un giudizio, i ravioli di magro e le lasagne.

Tra i secondi merita un assaggio il rollé di vitello, decisamente meno interessanti i bocconcini di lonza e il brasato, senza infamia e senza lode. Meglio i dolci, come il gelato alla vaniglia con macedonia o con frutti di bosco e il tortino al cioccolato. La sorpresa in positivo è il vino, che viene da 3 ettari di terreno appositamente coltivati in Oltrepò: i risultati sono piacevoli, sia per quanto riguarda il Buttafuoco, sia per il dolce Moscato. Bilancio finale a metà del guado: mancano i piatti da ricordare, ma si fanno apprezzare la gradevolissima atmosfera e il servizio impeccabile. Il prezzo è adeguato a quella che è ormai (purtroppo) la media del mercato; le porzioni sono a volte un po' troppo limitate rispetto al contesto, ma a onor del vero è sempre possibile chiedere il bis!
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Ristoranti
 
2013-11-26 23:57:50 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
6.5
Servizio 
 
8.5
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    26 Novembre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 22, 2013
Recensione
Non ci sono dubbi: Marco Guzzardi, meglio noto come “Marcone”, è uno che ci mette la faccia. In senso letterale, perché sul sito del ristorante, nei frequentatissimi spazi social e naturalmente anche in sala ad apparire è sempre il suo volto sorridente, che sprizza bonomia e un pizzico di incoscienza. Quella necessaria per aprire l’ennesimo ristorante nel quartiere di Porta Romana e nella già affollatissima via Muratori. Ma attenzione, non c’è ingenuità dietro questa operazione che dimostra buone conoscenze di comunicazione e marketing, a partire dal claim “trattoria conviviale”: apparentemente una tautologia, in realtà un amo gettato al cliente milanese che ama crogiolarsi nell’ideale – ma solo in quello! – del “vecchio locale di una volta”. La verità è che Marcone gestisce un ristorante moderno, a tratti anche sofisticato, ma in grado di conciliare tradizione e moderata ricerca con perfetto senso dell’equilibrio. L’asso nella manica è il menu ridotto: ogni settimana 4 primi (a 8 euro) e altrettanti secondi (14 euro), accompagnati da una ristretta scelta di antipasti, dolci e vini ben selezionati. La cura dei dettagli, come gli stuzzicanti enigmi che accompagnano la descrizione di ogni piatto, contribuiscono alla buona impressione complessiva, come il conto che non va mai sopra i 40 euro.

Qualche piacevolezza per gli avventori arriva già prima di ordinare: la deliziosa polentina fritta servita come aperitivo ma anche, su un altro piano, l’acqua microfiltrata e compresa nel coperto. Non ci sono veri e propri antipasti ma piatti “per gola o curiosità” che possono essere collocati a inizio o a fine pasto: verdure in agrodolce, bruschette con lardo e noci, pecorino di Moliterno con crema di peperoni verdi, lonzino con finocchi (anche se, in questo caso, i prezzi stonano un po’ con il resto dell’offerta). I primi, come detto, cambiano di settimana in settimana anche in base alla stagionalità degli ingredienti: il menu completo è consultabile sul sito e sulla pagina Facebook del ristorante. Perfettamente riuscita la crema di fave con cicoria ripassata, d’ispirazione pugliese; interessante anche il risotto alla pilota mantovano. In alternativa, robusti pizzoccheri di Teglio e la più originale “carbonara di asparagi” con pasta fatta in casa. Come piatto unico, se si è fortunati, si può contare sul risotto alla milanese con ossobuco in gremolada (19 euro). Uno sforzo in più forse potrebbe essere fatto sull’abbondanza delle porzioni, ma la qualità generale è decisamente buona.

Stesso discorso vale per i secondi tra cui spicca il manzo “come capriolo”, cioè con un condimento a base di vino, verdure, burro e lardo, e con abbondante polenta di accompagnamento. Nel menu anche il coniglio al Teroldego con polenta, la torta salata con porri e scamorza e il guazzetto di moscardini con piselli. Dolci tutti artigianali, con l’esclusione del sorbetto al mandarino: torta al cioccolato, tiramisù all’amaretto e un non meglio identificato – per nostra mancanza – flan con albicocche secche, il migliore del lotto. Una nota particolare merita la cantina: il vino della casa è sostituito dai cosiddetti “vini conviviali” (in genere bianchi, rossi frizzanti o rosati) a 11 euro la bottiglia. Poi una selezione di 4 bianchi e 4 rossi ben assortiti, in scala crescente di pregio: ottimo rapporto qualità prezzo per il Montescudaio Rosso della cantina livornese Santa Perpetua. A fine pasto vini dolci, zibibbo e una buona scelta di grappe e liquori.
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20
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Bar & Pub
 
2013-11-22 16:13:37 Locuste
Opinione inserita da Locuste    22 Novembre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 22, 2013
Recensione
Da un'antica distilleria torinese nasce la "vermuteria" dove degustare il tipico vino liquoroso in due varianti, Rosso e Riserva. Ma c'è anche un piccolo ristorante per fermarsi a cena.
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Ristoranti
 
2013-11-13 22:01:11 Locuste
Voto medio 
 
6.5
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
4.0
Opinione inserita da Locuste    13 Novembre, 2013
Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 07, 2013
Recensione
Contasse solo la prima impressione, il ristorante Ai Giardini non se la caverebbe benissimo. All'esterno un'aria da night club e un nome troppo arzigogolato (nel precedente letterario l'abbinamento con il garofano era decisamente più appropriato...), all'interno spazi enormi e un arredamento tanto ricercato da risultare ridondante. Ma Milano è piena di sorprese, qualche volta anche in positivo: si scopre così che questo è un ristorante "di sangue blu", con radici illustri nella carriera dei due gestori e delle loro famiglie. Davide, in particolare, è di origini sarde ma di scuola piemontese - se anche non lo raccontasse lui stesso, si capirebbe dall'accento e da alcuni piatti dal menu - e da oltre vent'anni lavora nel capoluogo lombardo: da questo ardito mix nasce una cucina eterogenea, del tutto slegata dal territorio ma capace di alcuni lampi di grande qualità. Particolarmente curati il servizio e la carta dei vini, prezzo alto ma non oltre le attese.

Dopo questo preambolo un'altra doverosa premessa: abbiamo testato il locale durante la Milano Restaurant Week, dunque con un menu ridotto nell'assortimento e negli ingredienti. Ciò non ci ha impedito di apprezzare, tra gli antipasti, le delicate puntarelle con alici e mozzarella di bufala, la classica parmigiana di melanzane o quella - più originale ma ormai "sdoganata" - di pesce spada. Semplici ma davvero eccellenti alcuni primi, come la pasta alla Norma o il risotto al salto con funghi porcini. La carta prevede invece (tra i 9 e i 14 euro) vere prelibatezze isolane tra cui i culurgionis con pomodori Pachino, parmigiano e basilico, o le lorighittas (pasta tipica dell'oristanese) con aragostelle; in alternativa, tagliolini ai funghi o paccheri napoletani al ragù di filetto. Un appunto: in alcuni casi la salatura dei condimenti risulta eccessiva.

Il menu, come si può notare, è enciclopedico e ha il solo torto di non presentare un piatto forte: tra i secondi, per esempio, si spazia dal filetto di tonno al sesamo al branzino alla vernaccia, dalla fiorentina alle costine d'agnello impanate al pistacchio (18-22 euro). Interessanti l'essenziale pesce spada alla messinese (con pomodori, cipolla, capperi e olive) e i moscardini alla luciana. Come contorno consigliatissime le patate fritte "lamellari", mentre le dolcissime caramelle di pasta sfoglia al mascarpone devono lasciare il giusto spazio per i dolcetti serviti con il caffè. Capitolo a parte merita come detto la cantina, rifornita da tutte le regioni con qualche chicca come il raro Torbato spumante della Sella & Mosca. Tra le altre proposte citiamo, per rapporto qualità-prezzo, l'ottimo Refiano delle cantine Cavalier Pepe.

Adiacente al ristorante, un omonimo bistrot con piatti più economici si propone come valida alternativa per la pausa pranzo.
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Ristoranti
 
2013-10-29 16:36:04 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
3.0
Opinione inserita da Locuste    29 Ottobre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Ottobre 26, 2013
Recensione
La cucina dell’Oltrepò pavese, proprio come i suoi vini, soffre di una costante sottovalutazione delle sue potenzialità; e questo, bisogna dirlo, anche un po’ per colpa degli oltrepadani, per natura abbastanza restii al marketing e alla comunicazione. Chi arriva da queste parti attendendosi fiumi di Bonarda frizzante, o al massimo qualche Riesling, non potrà trattenere la sorpresa al vedersi stappare davanti raffinate bottiglie di Pinot Nero e Barbera invecchiata in barrique; e la stessa sensazione, in campo gastronomico, la si può provare scoprendo questa isolata oasi “verde” (è il colore delle pareti) a due passi dal confine con l’Emilia. Parliamo di un ristorante nel vero senso della parola, dall’arredamento vecchio stile ai piacevoli manierismi del servizio; l’atmosfera un po’ austera è temperata dall’arguta parlantina di Pino, che gestisce con Grazia (nel senso della cuoca!) il locale. Il menu è interamente a base di prodotti artigianali, compresi pane, pasta e dolci; ingredienti e preparazioni sono prevalentemente tradizionali, ma sempre con un tocco di creatività. Nemmeno i prezzi sono da trattoria: non meno di 50 euro per un pasto completo dall’antipasto al dolce. Ma se, a queste condizioni e in tempi di crisi, si riesce comunque a riempire il locale – nel weekend la prenotazione è caldamente consigliata – vuol dire che il talento non manca.

Come anticipato, siamo nel cuore di una delle zone vinicole più importanti d’Italia e dunque anche la recensione non può che cominciare dalla cantina: sono più di 200 le etichette contemplate nella lista, meglio ovviamente concentrarsi sui numerosi produttori locali e affidarsi alla sapienza del personale per scegliere la bottiglia più adatta. Noi consigliamo quelle dell’azienda Vercesi di Castellazzo, tra cui il Barbera Clà e la splendida Bonarda Fatila (14 gradi e 18 mesi di barrique, tanto per tramortire i profani). Il vino ricompare anche come ingrediente in molte preparazioni della lista, ma non corriamo troppo: prima ci sono gli antipasti, in particolare due piatti misti di sicuro impatto. Quello “della tradizione” è composto da salame, coppa e pancetta stagionata, tutti salumi tipici dell’alta Valle Versa, accompagnati da verdure in agrodolce e dalla tipica Schitta, una focaccia a base di sole acqua, farina e cipolle. L’antipasto “dello chef” varia a seconda della stagione, per noi un tortino di pasta brisè con verdure e fettine di lonza di cinta senese con mostarda, così come nel periodo giusto si possono trovare funghi porcini e tartufi. Dimenticavamo: prima di ogni altra cosa vi sarà offerto un mini-aperitivo (delizioso il tramezzino con pasta d’acciughe), poca cosa ma un bel segnale di cortesia. Interamente fatto in casa, come detto, il pane: davvero eccellente il pan brioche.

Con i primi (10-11 euro) si resta nel solco della tradizione, e anche i piatti più fantasiosi sono decisamente “collaudati”: basti pensare che i ravioli con patate, salsiccia e semi di papavero sono ininterrottamente in lista dal 1994! L’autunno è la stagione ideale per gustare prelibatezze come le tagliatelle ai porcini freschi, gli ottimi gnocchetti con farina di castagne e funghi di bosco o i maccheroni fatti in casa con fonduta e ristretto di porcini; sempre presenti anche i ravioli con Castelmagno e tartufo e i tagliolini al tartufo nero. La vasta offerta di secondi è messa in ombra dall’ingombrante presenza del ganascino di vitello al Buttafuoco, di ineguagliabile morbidezza e sapore; da non sottovalutare, tuttavia, la selvaggina (cinghiale con polenta macinata a pietra) e il cestino di carne di manzo con funghi e gorgonzola. Una vasta offerta di formaggi italiani e esteri (degustazione a 17 euro) introduce ai dolci, vera passione della cuoca: creme brulée con sfoglia alle noci e miele, semifreddo alle nocciole e cioccolato bianco, ma soprattutto le incantevoli pere al ristretto di Bonarda con crema al Marsala e finitura all’amaretto, o la debordante mela ripiena di marmellata. Particolare anche la selezione di cioccolato, prodotto dall’azienda Valrhona. Si chiude con ampia scelta di grappe e liquori per un pasto davvero d’altri tempi.
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Negozi
 
2013-10-29 09:49:18 Locuste
Opinione inserita da Locuste    29 Ottobre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Ottobre 26, 2013
Recensione
Un'azienda ultracentenaria che si è fatta conoscere anche all'estero non solo per i prodotti tradizionali come Pinot Grigio, Riesling, Bonarda e il celebre Frater (blend di Croatina e Pinot Nero affinato un anno in barrique), ma anche per le sue proposte più innovative: il profumatissimo Pinot Nero, l'originale Io Rosso, le bollicine Oltre il Classico Cruasé (Pinot Nero vinificato in rosa). Tra le bottiglie più interessanti la Bonarda La Casetta.
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Negozi
 
2013-10-29 09:41:25 Locuste
Opinione inserita da Locuste    29 Ottobre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Ottobre 26, 2013
Recensione
Una cantina storica dell'Oltrepò: qui di fatto è nato il Sangue di Giuda, nella vigna storica Acqua Calda che ancora oggi dà vita a un vino straordinario. Ma da provare sono anche il Buttafuoco nella versione base, in quella affinata 6 mesi in barrique (La Guasca), il Buttafuoco Storico - la bottiglia più pregiata della casa - il corposo Barbera Poggio Anna e il Pinot Nero Blau (non per tutti i palati). Vasto anche l'assortimento di bianchi e bollicine.
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Negozi
 
2013-10-29 09:32:03 Locuste
Opinione inserita da Locuste    29 Ottobre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Ottobre 26, 2013
Recensione
Gli eredi di Carlo Boatti, e soprattutto le eredi, portano avanti con passione un'azienda agricola attiva fin da fine Ottocento: il fiore all'occhiello sono le bollicine, i premiatissimi Classese e Nature, che vanno letteralmente a ruba. Ma da provare anche I Gelsi, Barbera di carattere, il Mosaico, originale blend di rossi quasi da meditazione, e il bianco Senso, Chardonnay da vendemmia tardiva.
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Bar & Pub
 
2013-10-04 13:32:32 Locuste
Opinione inserita da Locuste    04 Ottobre, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 26, 2013
Recensione
Senza dubbio uno dei locali più originali di Milano è questa "toasteria" in zona Turro che propone (quasi) esclusivamente toast, in decine di tipologie e con ogni condimento immaginabile. Prezzi bassi (4 euro per un doppio toast), servizio simpatico e alla buona.
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