Opinione scritta da Locuste
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Bar & Pub
2013-09-26 21:40:25
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 26 Settembre, 2013
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Settembre 13, 2013
Recensione
A due passi da Unten der Linden un elegante caffè in puro stile viennese, punto di riferimento per torte e dolci. La Sachertorte è eccellente, i tavolini in riva alla Sprea scenografici. Unico neo: in estate arrivano le vespe!
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Ristoranti
2013-09-26 21:32:02
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 19, 2019
Recensione
Al centro la scenografica statua di San Giorgio e il drago, il fiume Sprea su un lato, innumerevoli tavolini a incorniciare il perimetro: è la piazza che segna l’ingresso del Nikolaiviertel, il finto quartiere medioevale di Berlino costruito negli anni Ottanta dal governo della DDR. Come tutti gli edifici di questa porzione di città, anche la Georgbraeu ha una storia assai meno antica di quanto sembri, avendo visto la luce nel 1992; l'illusione, però, è praticamente perfetta sia all’esterno del locale, progettato a immagine e somiglianza delle più tipiche birrerie teutoniche, sia all’interno, dove decine di tavolate in legno attendono i turisti affamati (ben 280 posti a sedere). Il servizio è spartano e efficiente, il cibo genuino e abbondante e soprattutto la Georgbraeu ha un asso nella manica: la birra artigianale prodotta direttamente all’interno del locale, non così facile da trovare nel cuore della capitale. I prezzi decisamente abbordabili rendono questo indirizzo ideale per chi cerca una sosta rapida e soddisfacente nel bel mezzo di una visita turistica; non altrettanto probabilmente per i berlinesi, che preferiscono frequentare altre zone della metropoli.
Come è facile immaginare, tra le mura della birreria - o all'esterno, sui tavolini che possono ospitare fino a 400 persone - non c'è posto per nulla che non sia genuina cucina berlinese, con tutti i suoi caratteristici sapori. Troviamo quindi bratwurst e insalata di wurstel, il curioso formaggio Harzer servito con strutto, l'immancabile Berliner Boulette (polpetta con patate); rispetto ad altri locali omologhi, c'è una vasta offerta di zuppe (di patate, piselli, pomodori) e piatti vegetariani. Il cuore del menu sono però, come sempre, le pietanze a base di carne: delizioso il Rindergoulasch, sostanzioso spezzatino di manzo con abbondante cavolo rosso e gnocchi di patate. Impeccabili la schnitzel (cotoletta) e lo schweinsbraten (stinco di maiale), dai prezzi particolarmente convenienti: nessun piatto sale oltre i 13 euro. Come curiosità segnaliamo l'anatra alla griglia (Ente aus dem Ofen), il maiale in gelatina (Sulze) e, nella stagione giusta, i piatti a base di asparagi bianchi, una vera prelibatezza.
I dolci meriterebbero un elogio anche solo per l'abbondanza delle porzioni, ma a dire il vero le corpose torte della casa, con panna montata a volontà, hanno dalla loro anche il sapore. In alternativa strudel di mele o rote grutze (dessert a base di frutti di bosco).
E la birra? Non sarà un capolavoro ma è fresca, dissetante e piacevolmente amara: quasi il massimo che si possa chiedere a una Pils. Ogni anno se ne spillano oltre 1500 ettolitri; la si può ordinare anche nella pratica caraffa da 1,5 litri e spesso sono a disposizione varianti stagionali, come la più robusta Bock.
Come è facile immaginare, tra le mura della birreria - o all'esterno, sui tavolini che possono ospitare fino a 400 persone - non c'è posto per nulla che non sia genuina cucina berlinese, con tutti i suoi caratteristici sapori. Troviamo quindi bratwurst e insalata di wurstel, il curioso formaggio Harzer servito con strutto, l'immancabile Berliner Boulette (polpetta con patate); rispetto ad altri locali omologhi, c'è una vasta offerta di zuppe (di patate, piselli, pomodori) e piatti vegetariani. Il cuore del menu sono però, come sempre, le pietanze a base di carne: delizioso il Rindergoulasch, sostanzioso spezzatino di manzo con abbondante cavolo rosso e gnocchi di patate. Impeccabili la schnitzel (cotoletta) e lo schweinsbraten (stinco di maiale), dai prezzi particolarmente convenienti: nessun piatto sale oltre i 13 euro. Come curiosità segnaliamo l'anatra alla griglia (Ente aus dem Ofen), il maiale in gelatina (Sulze) e, nella stagione giusta, i piatti a base di asparagi bianchi, una vera prelibatezza.
I dolci meriterebbero un elogio anche solo per l'abbondanza delle porzioni, ma a dire il vero le corpose torte della casa, con panna montata a volontà, hanno dalla loro anche il sapore. In alternativa strudel di mele o rote grutze (dessert a base di frutti di bosco).
E la birra? Non sarà un capolavoro ma è fresca, dissetante e piacevolmente amara: quasi il massimo che si possa chiedere a una Pils. Ogni anno se ne spillano oltre 1500 ettolitri; la si può ordinare anche nella pratica caraffa da 1,5 litri e spesso sono a disposizione varianti stagionali, come la più robusta Bock.
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Ristoranti
2013-09-23 11:20:52
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 18, 2019
Recensione
Caotico e piuttosto periferico, il quartiere di Berlino attraversato dalla Prenzlauer Allee porta ancora i segni evidenti dell’epoca della DDR; ma attorno al ribelle Mauerpark (un grande parco nel quale sorgono alcuni resti del Muro) fioriscono pub, locali e ristoranti che offrono ogni sorta di cucina, dall’italiana alla russa passando per l’immancabile kebab. Leggermente più appartato rispetto ai colleghi, il Fellas ha scelto una formula diversa: il suo nome è ispirato ai gangster americani del grande schermo e anche l’arredamento ricorda vagamente i locali dell’epoca. L’insieme è decisamente piacevole: un ambiente elegante e tranquillo, con tanto di musica jazz in sottofondo, dove bersi in santa pace un cocktail, una birra (Berliner e Potsdamer come sempre dominano) o provare una selezione di vini da tutta Europa. D’estate poi, i tavolini all’aperto offrono ulteriore respiro.
Sul fronte del cibo, la cucina – meritevolmente aperta fino a tardi – offre il consueto campionario dei classici teutonici, ma con un'impronta più austriaca e strizzando l’occhio anche ai non carnivori con una vasta offerta di insalate e piatti vegetariani. Per il resto, la pietanza che merita di più è certamente la Wiener Schnitzel, offerta in due versioni - entrambe ottime: di maiale o di vitello. Invariato l’accompagnamento a base di patate, arrosto o in insalata. Alternative: hamburger con rucola, gustosi filetti e bistecche di manzo o il più classico degli stinchi. Per chi vuole cambiare genere c’è il filetto di pesce persico con uova di beluga, gli spätzle al formaggio e persino gli spaghetti aglio e olio! Il sabato e la domenica il locale è aperto dalle 10 per abbondanti colazioni. Prezzi abbordabilissimi.
Sul fronte del cibo, la cucina – meritevolmente aperta fino a tardi – offre il consueto campionario dei classici teutonici, ma con un'impronta più austriaca e strizzando l’occhio anche ai non carnivori con una vasta offerta di insalate e piatti vegetariani. Per il resto, la pietanza che merita di più è certamente la Wiener Schnitzel, offerta in due versioni - entrambe ottime: di maiale o di vitello. Invariato l’accompagnamento a base di patate, arrosto o in insalata. Alternative: hamburger con rucola, gustosi filetti e bistecche di manzo o il più classico degli stinchi. Per chi vuole cambiare genere c’è il filetto di pesce persico con uova di beluga, gli spätzle al formaggio e persino gli spaghetti aglio e olio! Il sabato e la domenica il locale è aperto dalle 10 per abbondanti colazioni. Prezzi abbordabilissimi.
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Ristoranti
2013-09-22 22:33:31
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 22 Settembre, 2013
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Settembre 14, 2013
Recensione
Ogni quartiere di Berlino ha una storia da raccontare, ma il Nikolaiviertel ne ha addirittura due. Questa zona della città, sulla riva del fiume Sprea, fu infatti completamente distrutta nel corso della Seconda Guerra Mondiale e ricostruita nel 1987 dal governo dell'allora DDR, per celebrare il 750esimo anniversario della fondazione di Berlino. Un clamoroso falso urbanistico, dunque, ma anche un'affascinante commistione di antico e moderno: alcuni edifici, infatti, furono trasportati qui da altre zone della città, altri ricostruiti ex novo. Fra questi c'è proprio il celebre Zum Nussbaum, uno storico ritrovo attivo (almeno) dal 1705 che visse la sua "prima vita" alla Fischerinsel, sulla riva opposta del fiume. Raso al suolo dai bombardamenti del 1943, è stato riprodotto con maniacale precisione e oggi è tornato a essere ciò che era sempre stato: un frequentatissimo punto di ristoro per turisti (soprattutto) e indigeni, graziosamente arredato con insegne e foto d'epoca.
Aperto ininterrottamente per tutta la giornata, il locale dispensa piatti tipici senza discostarsi di una virgola dalle tradizioni della città: le porzioni sono meno abbondanti che altrove, ma in compenso i prezzi eccezionalmente bassi (8-9 euro a piatto) invitano al "bis". Ci si può fermare qui anche solo per una birra e ne vale la pena, anche se la varietà non è prerogativa del posto: Berliner Pilsner, Berliner Kindl Jubilaeum e l'interessante Potsdamer Rex sono le scelte più gettonate.
Per quanto riguarda le pietanze, accanto al consueto Eisbein (stinco di maiale) c'è un bratwurst di ottima qualità ma ridotto nelle dimensioni, servito su un letto di crauti e purè di patate. La consueta polpetta berlinese è qui servita nella versione alla Meier, cioè accompagnata, o meglio ricoperta, da un uovo al tegamino. Parlando di colesterolo, l'apice lo tocca però l'Harzer Kase, un tipico formaggio dalla consistenza spugnosa aromatizzato al cumino: si tratterebbe di un prodotto povero di grassi, che però viene servito in abbinamento con un pentolino di strutto da spalmare sul pane di segale! Una vera prelibatezza. A fine pasto, a sorpresa, ci si può concedere un caffè espresso più che decoroso.
Aperto ininterrottamente per tutta la giornata, il locale dispensa piatti tipici senza discostarsi di una virgola dalle tradizioni della città: le porzioni sono meno abbondanti che altrove, ma in compenso i prezzi eccezionalmente bassi (8-9 euro a piatto) invitano al "bis". Ci si può fermare qui anche solo per una birra e ne vale la pena, anche se la varietà non è prerogativa del posto: Berliner Pilsner, Berliner Kindl Jubilaeum e l'interessante Potsdamer Rex sono le scelte più gettonate.
Per quanto riguarda le pietanze, accanto al consueto Eisbein (stinco di maiale) c'è un bratwurst di ottima qualità ma ridotto nelle dimensioni, servito su un letto di crauti e purè di patate. La consueta polpetta berlinese è qui servita nella versione alla Meier, cioè accompagnata, o meglio ricoperta, da un uovo al tegamino. Parlando di colesterolo, l'apice lo tocca però l'Harzer Kase, un tipico formaggio dalla consistenza spugnosa aromatizzato al cumino: si tratterebbe di un prodotto povero di grassi, che però viene servito in abbinamento con un pentolino di strutto da spalmare sul pane di segale! Una vera prelibatezza. A fine pasto, a sorpresa, ci si può concedere un caffè espresso più che decoroso.
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Ristoranti
2013-09-20 22:55:51
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 18, 2019
Recensione
Ci sarà una ragione se tutte le principali avanguardie artistiche e culturali del secolo scorso e dell'attuale, in qualche modo, ruotano intorno a Berlino: sarà perché i cittadini della capitale tedesca, malgrado le vicissitudini storiche o forse proprio grazie a queste, sono dotati di un'inesauribile e stimolante creatività. La loro fantasia, talvolta bizzarra, si esprime anche nella ristorazione: la prova più evidente è al Die Berliner Republik, grande birreria sulle rive della Sprea che ha approfittato della vicinanza con il centro finanziario della città per inventarsi la "Borsa delle Birre". Di cosa si tratti è presto detto: il prezzo delle 18 birre servite alla spina nel locale, e di molte altre bevande, fluttua in base alle leggi del mercato, puntualmente seguite dai monitor che registrano le variazioni degli indici. In questo modo aumenta il costo delle birre più richieste, mentre quelle invendute calano diventando sempre più convenienti (anche se il prezzo minimo, come il massimo, è calmierato). Assicurati il risparmio, il riciclo dei fusti e il divertimento dei clienti, senza contare il ritorno d'immagine per il locale.
Di pubblicità, a dire il vero, il Republik non avrebbe molto bisogno: basterebbero il fatto che la cucina sia aperta tutti i giorni fino alle 6 del mattino (!) e i prezzi più che competitivi ad assicurare un continuo ricambio di clienti. Il menu è senza troppe pretese, ma non merita certo di essere snobbato: a insalate, zuppe e flammkuchen (le "pizze" teutoniche) si affiancano infatti creazioni più elaborate come lo "Stolzer Heinrich", un bratwurst immerso in una gustosa salsa alla birra, servito naturalmente con enormi quantità di cavolo rosso e purea. Non possono mancare lo stinco (Eisbein) né la Wiener schnitzel, classica cotoletta di maiale o di vitello, qui in dimensioni davvero ragguardevoli; altro piatto tipico di Berlino è il fegato di vitello al burro, con mele, cipolle e patate, per la cronaca la pietanza più "costosa" con i suoi 15,60 euro.
Come si può notare anche in altri locali cittadini, uscire dai canoni non è facile: ci si può provare con aringhe o pesce fritto, oppure con la Rinderroulade, un arrosto di manzo ripieno di bacon, cipolle e cetrioli. Tra gli snack fa capolino il solito bretzel, mentre sono trascurabili i dessert. Uno sguardo lo meritano invece, ovviamente, le birre: nel vastissimo assortimento garantito dal locale trovano spazio tutti i classici della zona come Berliner Pils e Kindl, Bitburger, Radeberger, DAB e Paulaner. Un po' più di originalità lo si trova nell'amara Jever o nella Binding Lager, mentre per cambiare radicalmente strada ci si può risolvere alla Kostritzer, una Schwarz corposa e con marcato aroma di caffè, o addirittura alla Berliner Weisse, dall'inconsueto colore verde (!) e aromatizzata con asperula. Altrimenti, non resta che seguire il proprio istinto di broker...
Di pubblicità, a dire il vero, il Republik non avrebbe molto bisogno: basterebbero il fatto che la cucina sia aperta tutti i giorni fino alle 6 del mattino (!) e i prezzi più che competitivi ad assicurare un continuo ricambio di clienti. Il menu è senza troppe pretese, ma non merita certo di essere snobbato: a insalate, zuppe e flammkuchen (le "pizze" teutoniche) si affiancano infatti creazioni più elaborate come lo "Stolzer Heinrich", un bratwurst immerso in una gustosa salsa alla birra, servito naturalmente con enormi quantità di cavolo rosso e purea. Non possono mancare lo stinco (Eisbein) né la Wiener schnitzel, classica cotoletta di maiale o di vitello, qui in dimensioni davvero ragguardevoli; altro piatto tipico di Berlino è il fegato di vitello al burro, con mele, cipolle e patate, per la cronaca la pietanza più "costosa" con i suoi 15,60 euro.
Come si può notare anche in altri locali cittadini, uscire dai canoni non è facile: ci si può provare con aringhe o pesce fritto, oppure con la Rinderroulade, un arrosto di manzo ripieno di bacon, cipolle e cetrioli. Tra gli snack fa capolino il solito bretzel, mentre sono trascurabili i dessert. Uno sguardo lo meritano invece, ovviamente, le birre: nel vastissimo assortimento garantito dal locale trovano spazio tutti i classici della zona come Berliner Pils e Kindl, Bitburger, Radeberger, DAB e Paulaner. Un po' più di originalità lo si trova nell'amara Jever o nella Binding Lager, mentre per cambiare radicalmente strada ci si può risolvere alla Kostritzer, una Schwarz corposa e con marcato aroma di caffè, o addirittura alla Berliner Weisse, dall'inconsueto colore verde (!) e aromatizzata con asperula. Altrimenti, non resta che seguire il proprio istinto di broker...
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Ristoranti
2013-09-11 15:27:40
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 11 Settembre, 2013
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Settembre 07, 2013
Recensione
L'incauto turista che, passeggiando per le vie del centro storico di Zurigo, fosse colto dall'improvviso desiderio di rifocillarsi, farebbe bene a dare prima di tutto una controllatina al saldo del proprio conto in banca: da quelle parti il costo della vita è davvero proibitivo e i ristoranti non fanno certo eccezione, tutt'altro. In questo senso la Zeughauskeller è una vera e propria isola felice, dato che al suo interno ci si può concedere un pasto completo anche per "soli" 50 franchi (circa 40 euro)... Grazie a questa caratteristica e alla posizione centralissima, proprio lungo la lussuosa Bahnhofstrasse, il ristorante ha trovato spazio su tutte le principali guide ed è diventato un punto di riferimento per i turisti di ogni parte del mondo, senza però patirne in termini di genuinità e di aderenza alla tradizione. Le basi dell'offerta culinaria sono certamente essenziali (carne, patate e poco altro) ma declinate in ogni possibile variante, e il successo del ristorante è notevole: la prenotazione, che si può effettuare anche online, è quasi un obbligo e nella stagione estiva bisogna essere fortunati per conquistarsi uno degli ambitissimi tavoli all'aperto.
Grande nota di merito per il ristorante è la disponibilità di menu tradotti in ben 12 lingue, tra cui anche l'italiano. L'atmosfera è assicurata dal tipico arredamento in legno, impreziosito da un'inquietante collezione di armi da guerra ("Zeughaus" significa "arsenale"): alabarde, balestre, persino un cannone. Quanto al cibo, non siamo in un paese per vegetariani: a parte qualche insalata e minestra e l'immancabile formaggio Gruyère, tutto il resto è carne, cucinata in ogni modo possibile. Già tra i piatti freddi troviamo la tipica carne secca dei Grigioni e la tartare della casa, servita con pane tostato e burro. Tra le specialità del locale ci sono lo stinco al forno con birra scura, il manzo alla Zeughauskeller (a dadini con salsa all'aglio e curry), lo spezzatino di vitello alla zurighese e la "Spada del Borgomastro" (400 grammi di paillard allo spiedo, per due persone). Una curiosità: accanto ai piatti più richiesti è indicata la dicitura "ce n'è finché ce n'è"... ordinateli per tempo!
Abbiamo traccheggiato un po' ma ora è tempo di arrivare al vero "must" del locale: le salsicce, o wurst che dir si voglia. Ce ne sono a disposizione almeno 15 tipologie, dalla più classica di vitello a quella di maiale alla campagnola, dalla salsiccia nera di Bassersdorf a quella valdese con pancetta, vino e spezie. Ottima la salsiccia Schüblig gigante, mista tra manzo e maiale, servita con abbondante insalata di patate o con i tipici rösti e naturalmente accompagnata da senape e salsa alle cipolle. Chi volesse esagerare può optare per la salsiccia "al metro", mentre lo spiedo di salsicce offre una valida panoramica sul menu. A tutto ciò va aggiunto qualunque possibile taglio di manzo, maiale, pollo o agnello, al forno, alla griglia o bollito... Eccellente il pane, a pagamento (1,50 a panino). Sul fronte bevande, ovvio optare per una delle sei tipologie di birra alla spina: la Zeughauskeller della casa è un'interessante ambrata. I prezzi dei vini si aggirano sui 40 franchi a bottiglia.
Chiudiamo con i dolci: la specialità della casa è la torta gelato con panna, in alternativa sono interessanti la charlotte al Kirsch con lamponi (in realtà più simile a un budino) e il parfait alle noci con panna. Per gli amanti del gelato c'è la Coppa Danimarca alla vaniglia con salsa di cioccolato; nella stagione fredda compaiono anche i "Vermicelles", purè di castagne con panna montata. Attenzione all'orario di chiusura: alle 23 scatta il coprifuoco, e si sa quanto siano puntuali gli svizzeri!
Grande nota di merito per il ristorante è la disponibilità di menu tradotti in ben 12 lingue, tra cui anche l'italiano. L'atmosfera è assicurata dal tipico arredamento in legno, impreziosito da un'inquietante collezione di armi da guerra ("Zeughaus" significa "arsenale"): alabarde, balestre, persino un cannone. Quanto al cibo, non siamo in un paese per vegetariani: a parte qualche insalata e minestra e l'immancabile formaggio Gruyère, tutto il resto è carne, cucinata in ogni modo possibile. Già tra i piatti freddi troviamo la tipica carne secca dei Grigioni e la tartare della casa, servita con pane tostato e burro. Tra le specialità del locale ci sono lo stinco al forno con birra scura, il manzo alla Zeughauskeller (a dadini con salsa all'aglio e curry), lo spezzatino di vitello alla zurighese e la "Spada del Borgomastro" (400 grammi di paillard allo spiedo, per due persone). Una curiosità: accanto ai piatti più richiesti è indicata la dicitura "ce n'è finché ce n'è"... ordinateli per tempo!
Abbiamo traccheggiato un po' ma ora è tempo di arrivare al vero "must" del locale: le salsicce, o wurst che dir si voglia. Ce ne sono a disposizione almeno 15 tipologie, dalla più classica di vitello a quella di maiale alla campagnola, dalla salsiccia nera di Bassersdorf a quella valdese con pancetta, vino e spezie. Ottima la salsiccia Schüblig gigante, mista tra manzo e maiale, servita con abbondante insalata di patate o con i tipici rösti e naturalmente accompagnata da senape e salsa alle cipolle. Chi volesse esagerare può optare per la salsiccia "al metro", mentre lo spiedo di salsicce offre una valida panoramica sul menu. A tutto ciò va aggiunto qualunque possibile taglio di manzo, maiale, pollo o agnello, al forno, alla griglia o bollito... Eccellente il pane, a pagamento (1,50 a panino). Sul fronte bevande, ovvio optare per una delle sei tipologie di birra alla spina: la Zeughauskeller della casa è un'interessante ambrata. I prezzi dei vini si aggirano sui 40 franchi a bottiglia.
Chiudiamo con i dolci: la specialità della casa è la torta gelato con panna, in alternativa sono interessanti la charlotte al Kirsch con lamponi (in realtà più simile a un budino) e il parfait alle noci con panna. Per gli amanti del gelato c'è la Coppa Danimarca alla vaniglia con salsa di cioccolato; nella stagione fredda compaiono anche i "Vermicelles", purè di castagne con panna montata. Attenzione all'orario di chiusura: alle 23 scatta il coprifuoco, e si sa quanto siano puntuali gli svizzeri!
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Bar & Pub
2013-09-05 15:44:13
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 05 Settembre, 2013
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 31, 2013
Recensione
Un po' nascosta a due passi dalle centralissime zone di Garibaldi e Porta Nuova, questa enoteca vanta un interessante assortimento di vini e liquori (con qualche birra) e soprattutto un'accattivante selezione di formaggi e salumi da tutte le regioni d'Italia, proposti in ogni tipo di abbinamento. Ambiente molto semplice e accogliente: arredi in legno, cinghiali di pelouche e non, tovaglie di carta e persino un biliardino. I prezzi però non sono sempre così amichevoli.
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Sagre
2013-08-26 10:46:12
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 26 Agosto, 2013
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 2014
#1 recensione -
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 2014
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 06, 2014
Recensione
Non è una vera e propria sagra, ma una gara di "succiadura di ciogga minudda", ovvero di succhiatura delle lumachine, che si svolge ogni anno in piazza: la coppia che riesce a mangiarne di più nel tempo prefissato di due minuti vince il titolo di campione!
A corollario dell'avvincente sfida è comunque possibile gustare le celebri lumachine (2 euro al sacchetto) accompagnate da più corposi panini con cavallo, salsiccione e melanzane, e naturalmente da abbondante birra.
A corollario dell'avvincente sfida è comunque possibile gustare le celebri lumachine (2 euro al sacchetto) accompagnate da più corposi panini con cavallo, salsiccione e melanzane, e naturalmente da abbondante birra.
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Ristoranti
2013-08-23 14:25:25
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 23 Agosto, 2013
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 21, 2013
Recensione
La vera Brianza, intesa come rifugio immerso nel verde per i milanesi stressati dai ritmi della vita metropolitana, esiste ancora: l'espansione urbanistica l'ha soltanto costretta a spostare i suoi confini più a nord. Dalle parti di Carimate, tra un celebre golf club e un magnifico castello medioevale oggi utilizzato come albergo di lusso, il "buen retiro" è ancora intatto, e anche la frazione di Montesolaro trasuda benessere da tutti i pori. Proprio lungo la via principale sorge l'atipico ristorante La Cadrega, piccolo locale stracolmo di bottiglie e curiosi oggetti d'arredamento, caratterizzato dall'atmosfera conviviale e alla buona (ma apprezzato da ogni tipo di clientela). La denominazione non potrebbe essere più lombarda - la "cadrega", come ormai tutti sanno grazie agli sketch comici di Aldo, Giovanni e Giacomo, non è altro che la sedia - eppure l'oste, la cui cordialità è parte integrante del servizio, viene dal lontano Friuli. Ma la cucina deve tutto sommato poco al territorio e si incentra soprattutto sulla carne alla brace, scrupolosamente selezionata e servita con cura, a prezzi accessibili; il resto del menu è composto da pochi e collaudati piatti, con qualche saltuario innesto stagionale. Interessanti la cantina e soprattutto l'assortimento di liquori e distillati.
Il tenore del menu si intravede già dagli antipasti, quasi tutti a base di salumi: segnaliamo in particolare la bresaola con noci e l'appetitosa carne salada con aceto balsamico e songino, oltre ai crostini con lardo. Uno dei capisaldi del locale è la polenta taragna, che viene servita - oltre che in accompagnamento ai piatti di carne - con i condimenti più svariati: il gorgonzola è quello più classico, ma se si è fortunati si può gustare anche l'eccellente abbinamento con le lumache. Altri primi piatti, che non si discostano dal solco della tradizione, sono i tagliolini al tartufo e le pappardelle alla selvaggina; le porzioni sono misurate ma soddisfacenti. Il vino della casa è l'eccentrico Cabernet Sauvignon "...capito!" delle cantine Folino: sufficiente, anche se come accennato non mancano le alternative.
Il piatto forte è indubbiamente costituito dai secondi di carne alla brace. La scelta dei tagli si riduce in pratica a tre: costata, filetto e fiorentina, tutti serviti con contorno di polenta e patatine fritte. L'unica variante è costituita dalla cosiddetta "toscanaccia", bistecca di circa 1 kg meno pregiata e più cotta della fiorentina. Quest'ultima, comunque, è davvero da consigliare (anche per due persone) per sapore e morbidezza; eccellente anche il filetto. Ampia la scelta di dolci casalinghi: peculiare la torta di Montevecchia (a base di formaggio caprino), discreta la torta agli amaretti e pesche, non mancano tiramisu, salame di cioccolato e sorbetto al limone. Il post-cena è assicurato con uno o più bicchierini di amaro, liquore alla liquirizia e soprattutto grappa: alla mela verde, alle pere Williams, al mirtillo, alle fragoline di bosco. Conto finale decisamente abbordabile, intorno ai 40 euro per un pasto completo.
Il tenore del menu si intravede già dagli antipasti, quasi tutti a base di salumi: segnaliamo in particolare la bresaola con noci e l'appetitosa carne salada con aceto balsamico e songino, oltre ai crostini con lardo. Uno dei capisaldi del locale è la polenta taragna, che viene servita - oltre che in accompagnamento ai piatti di carne - con i condimenti più svariati: il gorgonzola è quello più classico, ma se si è fortunati si può gustare anche l'eccellente abbinamento con le lumache. Altri primi piatti, che non si discostano dal solco della tradizione, sono i tagliolini al tartufo e le pappardelle alla selvaggina; le porzioni sono misurate ma soddisfacenti. Il vino della casa è l'eccentrico Cabernet Sauvignon "...capito!" delle cantine Folino: sufficiente, anche se come accennato non mancano le alternative.
Il piatto forte è indubbiamente costituito dai secondi di carne alla brace. La scelta dei tagli si riduce in pratica a tre: costata, filetto e fiorentina, tutti serviti con contorno di polenta e patatine fritte. L'unica variante è costituita dalla cosiddetta "toscanaccia", bistecca di circa 1 kg meno pregiata e più cotta della fiorentina. Quest'ultima, comunque, è davvero da consigliare (anche per due persone) per sapore e morbidezza; eccellente anche il filetto. Ampia la scelta di dolci casalinghi: peculiare la torta di Montevecchia (a base di formaggio caprino), discreta la torta agli amaretti e pesche, non mancano tiramisu, salame di cioccolato e sorbetto al limone. Il post-cena è assicurato con uno o più bicchierini di amaro, liquore alla liquirizia e soprattutto grappa: alla mela verde, alle pere Williams, al mirtillo, alle fragoline di bosco. Conto finale decisamente abbordabile, intorno ai 40 euro per un pasto completo.
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10
Ristoranti
2013-07-30 07:24:14
Locuste
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Recensione
Data di visita
Luglio 27, 2013
Recensione
Quando hai a disposizione una location eccezionale, che a pochissimi chilometri da Lecco e dopo una breve salita ti permette di godere di una superba vista sul lago e le cime circostanti, il grosso del lavoro l'hai già fatto. Simone fa bene anche il resto, nel senso che produce da sé la maggior parte delle materie prime - salumi e formaggi, carni e frutta - e le assembla in una solida cucina montanara a metà strada tra le province della Lombardia (Bergamo non è certo lontana). Aggiungeteci le porzioni estremamente generose e un prezzo davvero d'altri tempi (25 euro tutto compreso) e avrete il quadro di un locale da mangiate pantagrueliche, in grado di mettere in difficoltà anche gli stomaci più allenati. Il problema, semmai, è trovarlo: nascosto da uno splendido bosco di castagni, il ristorante va raggiunto a piedi attraverso una stradina sterrata priva di cartelli o indicazioni. Vale la pena di tentare la sorte...
Come c'è da aspettarsi il menu è del tutto impermeabile al variare delle stagioni: adattissimo per la stagione invernale, meno per quella estiva nonostante la frescura dei boschi. Si comincia comunque con un ricco antipasto di salumi: speck, salame, lardo e un'ottima bresaola accompagnati da verdure sott'olio (peperoni, melanzane, cipolle e cetriolini). Giusto per mettere le cose in chiaro, a ritmo fin troppo elevato arrivano poi in tavola tre primi piatti: la palma del migliore spetta decisamente ai casonsei (casoncelli), tipici del bergamasco ma assai diffusi anche nei dintorni di Lecco, qui nella loro versione più riuscita con abbondante burro e parmigiano. Meno convincente il risotto con verdure e pomodorini mentre non deludono gli immancabili pizzoccheri, il piatto più caratteristico di questa zona. Il tutto è generosamente innaffiato da caraffe di un onesto rosso della casa.
Dopo una doverosa pausa per "metabolizzare" la prima parte del pasto, si riprende con i secondi e anche qui c'è poco da scherzare: in tavola, infatti, diventa protagonista la polenta, prima con i funghi e poi soprattutto con il cinghiale in umido, vera specialità della casa. Le dosi sono oceaniche, ma è opportuno lasciare un po' di spazio anche per la grigliata mista di carne con salsicce, costine e pollo. Il colpo di grazia, per chi ancora non fosse finito ko, lo danno i dolci come la crostata della casa e soprattutto le tipiche castagne al miele, mentre in estate i sorbetti danno un po' di sollievo. Limoncello e grappa finali sono inclusi nel prezzo e agevolano la digestione, insieme alla camminata verso la strada principale che - scarsa illuminazione a parte - permette anche di ammirare il panorama.
Come c'è da aspettarsi il menu è del tutto impermeabile al variare delle stagioni: adattissimo per la stagione invernale, meno per quella estiva nonostante la frescura dei boschi. Si comincia comunque con un ricco antipasto di salumi: speck, salame, lardo e un'ottima bresaola accompagnati da verdure sott'olio (peperoni, melanzane, cipolle e cetriolini). Giusto per mettere le cose in chiaro, a ritmo fin troppo elevato arrivano poi in tavola tre primi piatti: la palma del migliore spetta decisamente ai casonsei (casoncelli), tipici del bergamasco ma assai diffusi anche nei dintorni di Lecco, qui nella loro versione più riuscita con abbondante burro e parmigiano. Meno convincente il risotto con verdure e pomodorini mentre non deludono gli immancabili pizzoccheri, il piatto più caratteristico di questa zona. Il tutto è generosamente innaffiato da caraffe di un onesto rosso della casa.
Dopo una doverosa pausa per "metabolizzare" la prima parte del pasto, si riprende con i secondi e anche qui c'è poco da scherzare: in tavola, infatti, diventa protagonista la polenta, prima con i funghi e poi soprattutto con il cinghiale in umido, vera specialità della casa. Le dosi sono oceaniche, ma è opportuno lasciare un po' di spazio anche per la grigliata mista di carne con salsicce, costine e pollo. Il colpo di grazia, per chi ancora non fosse finito ko, lo danno i dolci come la crostata della casa e soprattutto le tipiche castagne al miele, mentre in estate i sorbetti danno un po' di sollievo. Limoncello e grappa finali sono inclusi nel prezzo e agevolano la digestione, insieme alla camminata verso la strada principale che - scarsa illuminazione a parte - permette anche di ammirare il panorama.
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