Opinione scritta da Locuste
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Ristoranti
2012-09-12 11:47:13
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 12 Settembre, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 25, 2012
Recensione
Le spiagge di mezza Italia sono tappezzate di chioschi, bar e punti di ristoro più o meno affidabili che permettono ai bagnanti più esigenti di mangiare a sazietà, ma non sempre la qualità trionfa (per usare un eufemismo). Nel caso del lido La Sorgente è sufficiente un'occhiata per rendersi conto che siamo al di sopra degli standard, nonostante le tovaglie di carta e le posate confezionate: il carrello del pesce fresco, da cui scegliere direttamente la pietanza principale, basta e avanza per rendere l'idea. Il resto è affidato a una cucina semplice ma curata, tutt'altro che "buttata lì" per compiacere i turisti della domenica. Il lato positivo è che ci si può sedere al tavolo in costume e infradito, infischiandosene della sabbia; quello negativo è che i prezzi sono invece quelli di un comune ristorante cittadino, se non superiori (sui 35-40 euro, pescato del giorno a 5 euro all'etto).
Il menu si apre con una serie di antipasti di mare freschissimi e ben presentati: segnaliamo in particolare l'insalata di polpo con rucola e grana, ma ci sono anche l'insalata di seppia arrosto, le chele di granchio e la classica caprese, impreziosita da ottime mozzarelle locali. Tra i primi, i classici spaghetti alle cozze e linguine alle vongole si affiancano alle più sfiziose trofie ceci e cozze, ai ravioli ripieni di cernia e all'invitante risotto limone e gamberetti; non mancano neppure, per gli amanti della tradizione pugliese, le orecchiette alle cime di rapa.
Il pezzo forte del ristorante è però, come detto, il pesce fresco che - come specificato nel menu - arriva ogni giorno da Gallipoli: noi abbiamo gustato un'orata alla griglia praticamente perfetta nella sua essenzialità, senza condimenti invasivi. Altre opzioni sono il sauté di cozze con crostini, le ostriche e la grigliata di mare (seppie, pesce spada e gamberoni); per chi proprio non può rinunciare alla carne ci sono straccetti e salsicce, mentre a livello di curiosità è da segnalare la presenza dei moniceddhi (lumache di terra) al vino bianco. I dolci non sono all'altezza del resto: spumone e panna cotta oltre ai gelati e sorbetti confezionati. Passabile il vino della casa.
Il menu si apre con una serie di antipasti di mare freschissimi e ben presentati: segnaliamo in particolare l'insalata di polpo con rucola e grana, ma ci sono anche l'insalata di seppia arrosto, le chele di granchio e la classica caprese, impreziosita da ottime mozzarelle locali. Tra i primi, i classici spaghetti alle cozze e linguine alle vongole si affiancano alle più sfiziose trofie ceci e cozze, ai ravioli ripieni di cernia e all'invitante risotto limone e gamberetti; non mancano neppure, per gli amanti della tradizione pugliese, le orecchiette alle cime di rapa.
Il pezzo forte del ristorante è però, come detto, il pesce fresco che - come specificato nel menu - arriva ogni giorno da Gallipoli: noi abbiamo gustato un'orata alla griglia praticamente perfetta nella sua essenzialità, senza condimenti invasivi. Altre opzioni sono il sauté di cozze con crostini, le ostriche e la grigliata di mare (seppie, pesce spada e gamberoni); per chi proprio non può rinunciare alla carne ci sono straccetti e salsicce, mentre a livello di curiosità è da segnalare la presenza dei moniceddhi (lumache di terra) al vino bianco. I dolci non sono all'altezza del resto: spumone e panna cotta oltre ai gelati e sorbetti confezionati. Passabile il vino della casa.
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Ristoranti
2012-09-11 10:26:49
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 11 Settembre, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 26, 2012
Recensione
Nell'entroterra di Bari e Brindisi le macellerie con fornello sono una benemerita istituzione: veri e propri antenati dei self-service, in cui è possibile scegliere direttamente dal bancone la carne da consumare poi comodamente seduti. A Cisternino, luogo d'elezione per questo tipo di locali, la tradizione si è formalizzata trasformando i fornelli in veri e propri ristoranti; nella vicina e incantevole Locorotondo, invece, sono ancora i macellai di una volta a portare avanti l'usanza, in modo assai più ruspante. Donato Zigrino è forse il più noto, anche per la sua posizione sulla via d'accesso principale al centro storico: ogni sera questa piccola macelleria dispone di pochi posti all'aperto a disposizione dela clientela, e di un semplice ma essenziale servizio al tavolo.
Niente antipasti o contorni, niente lista, niente coperto, insomma niente di niente: si seleziona la carne direttamente dal bancone e si aspetta (poco) che venga debitamente grigliata, accompagnandola soltanto con pane e con una bottiglia di birra o una brocca di vino sfuso. Semplice ma geniale, anche perché la materia prima è davvero da leccarsi i baffi: dalle bombette (involtini di manzo ripieni di formaggio e prosciutto) alla salsiccia, passando per fegatini, capocollo e le più prosaiche bistecche, tutto di prima qualità e direttamente dal produttore al consumatore, o quasi. I prezzi davvero risibili fanno il resto: impossibile spendere più di 15 euro per una cena. Un indirizzo imperdibile per un "fast food" che, una volta tanto, non ha nulla da nascondere.
Niente antipasti o contorni, niente lista, niente coperto, insomma niente di niente: si seleziona la carne direttamente dal bancone e si aspetta (poco) che venga debitamente grigliata, accompagnandola soltanto con pane e con una bottiglia di birra o una brocca di vino sfuso. Semplice ma geniale, anche perché la materia prima è davvero da leccarsi i baffi: dalle bombette (involtini di manzo ripieni di formaggio e prosciutto) alla salsiccia, passando per fegatini, capocollo e le più prosaiche bistecche, tutto di prima qualità e direttamente dal produttore al consumatore, o quasi. I prezzi davvero risibili fanno il resto: impossibile spendere più di 15 euro per una cena. Un indirizzo imperdibile per un "fast food" che, una volta tanto, non ha nulla da nascondere.
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Ristoranti
2012-09-10 12:20:05
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 10 Settembre, 2012
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 2012
#1 recensione -
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 2012
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 24, 2012
Recensione
Chi pensa alle zone interne della Puglia, nella loro versione più affascinante, immagina distese di ulivi a perdita d'occhio, caratteristiche costruzioni bianche, scenografici panorami tra collina e mare. Racchiudete tutto questo in una vastissima tenuta tra Fasano e Ostuni, dominata da un'antica masseria, e otterrete Lamiola Piccola: prima di tutto una struttura alberghiera di alto livello per soggiorni all'insegna della natura e della tranquillità, ma anche un agriturismo sorprendente per qualità dei prodotti e delle preparazioni. Per arrivarci bisogna percorrere qualche chilometro di strette stradine di campagna, ma ne vale la pena: basta un'occhiata ai floridissimi alberi di pesco che circondano la veranda esterna del ristorante per sentirsi aprire il cuore...
Se la location è ai limiti della perfezione e il livello culinario, come già accennato, davvero curato, la quantità non è da meno: le porzioni sono spesso esorbitanti e un pasto completo prende il suo tempo, per non parlare della digestione. Ecco quindi un'esorbitante numero di antipasti per approcciare degnamente la tavola: citiamo tra gli altri le splendide mozzarelline e il primo sale, le zucchine "alla poverella" (marinate con aceto) o quelle crude con grana, le melanzane alla parmigiana, il purè di fave, i peperoni ripieni, il cous cous e, tanto per non farsi mancare nulla, la classica focaccia ai pomodorini, accompagnata da polpettine di pane. Insomma una festa di sapori mediterranei piacevolmente annaffiati dai vini della casa, naturalmente Negroamaro e Primitivo (quest'ultimo decisamente di buon livello).
Le impressioni positive sono confermate dai primi piatti: visto il contesto, impossibile non provare le orecchiette, presentate con un robusto sugo di carne e polpette, oppure in una versione più inconsueta con crema di basilico. Eccellenti anche i laganari (pasta lunga e sottile) con salsiccia e melanzane e le margherite, sorta di ravioloni ripieni serviti con pomodorini e abbondante ricotta dura. Tra i secondi si punta prevalentemente sulla carne alla brace: perfetto per consistenza e cottura il capocollo, nulla da ridire anche sulla salsiccia. Da provare l'agnello. Meno entusiasmante ma comunque interessante l'assortimento di dolci, con torte fatte in casa e molti sorbetti e gelati; da non trascurare la frutta fresca (tra cui le pesche di cui sopra). In conclusione, un agriturismo rispettoso dei prodotti e della tradizione locale abbinato a un ambiente sobriamente elegante: promosso a pieni voti!
Se la location è ai limiti della perfezione e il livello culinario, come già accennato, davvero curato, la quantità non è da meno: le porzioni sono spesso esorbitanti e un pasto completo prende il suo tempo, per non parlare della digestione. Ecco quindi un'esorbitante numero di antipasti per approcciare degnamente la tavola: citiamo tra gli altri le splendide mozzarelline e il primo sale, le zucchine "alla poverella" (marinate con aceto) o quelle crude con grana, le melanzane alla parmigiana, il purè di fave, i peperoni ripieni, il cous cous e, tanto per non farsi mancare nulla, la classica focaccia ai pomodorini, accompagnata da polpettine di pane. Insomma una festa di sapori mediterranei piacevolmente annaffiati dai vini della casa, naturalmente Negroamaro e Primitivo (quest'ultimo decisamente di buon livello).
Le impressioni positive sono confermate dai primi piatti: visto il contesto, impossibile non provare le orecchiette, presentate con un robusto sugo di carne e polpette, oppure in una versione più inconsueta con crema di basilico. Eccellenti anche i laganari (pasta lunga e sottile) con salsiccia e melanzane e le margherite, sorta di ravioloni ripieni serviti con pomodorini e abbondante ricotta dura. Tra i secondi si punta prevalentemente sulla carne alla brace: perfetto per consistenza e cottura il capocollo, nulla da ridire anche sulla salsiccia. Da provare l'agnello. Meno entusiasmante ma comunque interessante l'assortimento di dolci, con torte fatte in casa e molti sorbetti e gelati; da non trascurare la frutta fresca (tra cui le pesche di cui sopra). In conclusione, un agriturismo rispettoso dei prodotti e della tradizione locale abbinato a un ambiente sobriamente elegante: promosso a pieni voti!
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Negozi
2012-09-07 14:56:16
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 07 Settembre, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 18, 2012
Recensione
Bed&breakfast accogliente e curato nel cuore dell'antico borgo di Villasalto, tra le montagne del Gerrei ma a breve distanza da Muravera e dal mare. Ideale per chi ama le escursioni e la natura.
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Negozi
2012-09-07 14:53:29
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 07 Settembre, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 29, 2012
Recensione
Accogliente bed & breakfast immerso nella campagna pugliese, a soli 5 km da Locorotondo e con bella vista panoramica. Camere e arredamenti nuovissimi, aria condizionata, parcheggio e prezzi molto convenienti.
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Ristoranti
2012-09-04 14:38:47
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 04 Settembre, 2012
Ultimo aggiornamento: 04 Settembre, 2012
#1 recensione -
Ultimo aggiornamento: 04 Settembre, 2012
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Agosto 12, 2012
Recensione
Difficile citare la Costa Smeralda senza generare inestinguibili polemiche. La grande maggioranza dei sardi la disconosce in quanto artefatta e aliena, pochi fortunati ne traggono lavoro e sostentamento; chi non può permettersela la giudica con disprezzo misto a malcelata invidia, i VIP o aspiranti tali la invadono in massa, i ricconi di una volta ne rimpiangono l'atmosfera dei tempi d'oro. Lungi da noi l'intenzione di entrare in questo pernicioso dibattito: ci limitiamo a sottolineare che basta percorrere pochi chilometri per lasciarsi alle spalle i simil-villaggi turistici di Porto Cervo e dintorni e tornare in una Sardegna decisamente più genuina. Come quella dello "Stazzu", nome che accomuna tutte le antiche costruzioni contadine della zona: proprio intorno a questa minuscola casetta, trasformata in un... forno per prelibati porcetti, ha preso forma una ampia e scenografica tenuta, cornice ideale per banchetti estivi (anche e soprattutto all'aperto). Trattasi di ristorante e non di agriturismo, con prezzi che arrivano di conseguenza, e anche i gestori vengono da fuori regione, ma il concetto resta quello: menu tra barbaricino e gallurese, piatti di grande semplicità e sostanza e, ciò che conta, qualità assicurata.
Il menu è abbastanza ricco di alternative, ma chi conosce la cucina tipica sa già dove indirizzarsi: come antipasto è d'obbligo optare per i salumi, anche perché accanto alla classica salsiccia, alla pancetta e al prosciutto sardo (peraltro eccellenti) fanno capolino rarità come salame e prosciutto di pecora e, soprattutto, la deliziosa mustela di cinghiale. Ottimi anche formaggi e ricotta, per gli incontentabili non mancano insalata di polpo e bottarga. Anche tra i primi dominano i classici: la regina è la zuppa gallurese, a base di pane raffermo, brodo e formaggio, qui in una versione particolarmente delicata e aromatica. Non possono mancare i ravioli di ricotta al pomodoro e i "chiusoni" (di fatto una variante dei culurgiones) con ragù di pecora. Gli amanti del mare sono comunque accontentati dalla presenza delle linguine all'aragosta e, in stagione, dei ricci.
Arrivati a questo punto non resta che inchinarsi al piatto principe di queste lande che è, ovviamente, il porcetto alla brace: ore di preparazione a cui l'avventore può assistere direttamente con i suoi occhi, prima di tuffarsi nei profumi di una pietanza senza eguali. Aroma e morbidezza sono spettacolari, forse si può eccepire qualcosa sulla cotenna non troppo croccante, ma è questione puramente soggettiva. Passano in secondo piano gli altri piatti (pecora, agnello, pesce alla brace), non i contorni a base di patate fritte (da provare) o cotte nella cenere. Anche sul dolce la scelta è pressoché obbligata: ineccepibili le seadas della casa. Buona pure la scelta di vini, con alcune delle più rinomate etichette sarde e ricarichi nella norma: il Buio Buio, Carignano delle cantine Mesa, è un accompagnamento eccellente. Gran finale con mirto e filu 'e ferru per una cena di tutto rispetto.
Il menu è abbastanza ricco di alternative, ma chi conosce la cucina tipica sa già dove indirizzarsi: come antipasto è d'obbligo optare per i salumi, anche perché accanto alla classica salsiccia, alla pancetta e al prosciutto sardo (peraltro eccellenti) fanno capolino rarità come salame e prosciutto di pecora e, soprattutto, la deliziosa mustela di cinghiale. Ottimi anche formaggi e ricotta, per gli incontentabili non mancano insalata di polpo e bottarga. Anche tra i primi dominano i classici: la regina è la zuppa gallurese, a base di pane raffermo, brodo e formaggio, qui in una versione particolarmente delicata e aromatica. Non possono mancare i ravioli di ricotta al pomodoro e i "chiusoni" (di fatto una variante dei culurgiones) con ragù di pecora. Gli amanti del mare sono comunque accontentati dalla presenza delle linguine all'aragosta e, in stagione, dei ricci.
Arrivati a questo punto non resta che inchinarsi al piatto principe di queste lande che è, ovviamente, il porcetto alla brace: ore di preparazione a cui l'avventore può assistere direttamente con i suoi occhi, prima di tuffarsi nei profumi di una pietanza senza eguali. Aroma e morbidezza sono spettacolari, forse si può eccepire qualcosa sulla cotenna non troppo croccante, ma è questione puramente soggettiva. Passano in secondo piano gli altri piatti (pecora, agnello, pesce alla brace), non i contorni a base di patate fritte (da provare) o cotte nella cenere. Anche sul dolce la scelta è pressoché obbligata: ineccepibili le seadas della casa. Buona pure la scelta di vini, con alcune delle più rinomate etichette sarde e ricarichi nella norma: il Buio Buio, Carignano delle cantine Mesa, è un accompagnamento eccellente. Gran finale con mirto e filu 'e ferru per una cena di tutto rispetto.
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Ristoranti
2012-07-24 09:58:09
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 24 Luglio, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 20, 2012
Recensione
Ci sono voluti sette anni (dalla fondazione avvenuta nel 2005), svariati consigli e segnalazioni e qualche premio ricevuto perché le Locuste si decidessero finalmente a visitare questo ristorante spuntato come un anomalo fungo nel cuore dell'altrimenti anonimo paesino di Albizzate. Da allora, il ristorante di Diego Nicolini ha cambiato faccia, trasformandosi da osteria per compagnie numerose e poco selettive a ristorante raffinato e con qualche ambizione sperimentale, grazie anche all'apporto dei cuochi "sfornati" dagli istituti di formazione della zona. La particolarità sta nel fatto che, ancora oggi, il locale si rivolge a diverse fasce di clientela, spaziando dai piatti più semplici a quelli più ricercati con inusuale (e meritevole) varietà di ingredienti e di prezzi. Stesso discorso per la cantina, che ospita più di 200 etichette, dai 15 euro fino ai 550 del celeberrimo Masseto di Bolgheri. Per il resto, il ristorante sa come farsi voler bene: dagli aperitivi in piazza alle serate a tema, passando per il pranzo con piatti a 5,50 euro, tutto concorre alla formazione di un'immagine vincente.
Il menu, come anticipato, è estremamente variegato, e negli ultimi anni si è ampliato con molti piatti di mare, senza però dimenticare l'originaria vocazione "carnivora". Tra gli antipasti più originali si possono segnalare il centrifugato di sedano con mazzancolle e grano e la slinzega (tipico salume valtellinese) accompagnata da una crème brulée alla cipolla rossa. Una delle specialità della casa è la rivisitazione di piatti tradizionali: troviamo così la "tagliatella cauda", impastata direttamente con acciughe, aglio e peperoni, oppure il "raviolo pizzoccherato", cioè ripieno di bitto, coste e patate. Meritano decisamente un assaggio i topini al tartufo nero e i tortelli al radicchio (anche qui, direttamente nell'impasto) con noci e caprino.
Quasi enciclopedica la lista dei secondi: tra le preparazioni a base di pesce spicca il carpaccio di scampi e gamberi con capesante, ma è opportuno richiedere i piatti del giorno (gettonatissimo il pesce crudo, anche come aperitivo). Per quanto riguarda la carne c'è l'imbarazzo della scelta: manzo italiano in tutti i tagli, bistecche texane e canadesi e persino il bisonte, il tutto cucinato sulla pietra ollare. Ma anche il prelibato "bianconiglio" con pancetta e Montasio e la tagliata di angus con asparagi, aceto balsamico e miele (qui da perfezionare l'equilibrio dei sapori). I dolci sono sulla falsariga del resto: segnaliamo il semifreddo al melone, mentre il tris di mousse di cioccolato è raffinato ma un po' scarno. Da non perdere il finale: caramelle gommose direttamente al tavolo (!), vasto assortimento di grappe e liquori e soprattutto i micidiali zuccherini in vari gusti, imbevuti di alcool purissimo... da buttare giù in un colpo solo!
Il menu, come anticipato, è estremamente variegato, e negli ultimi anni si è ampliato con molti piatti di mare, senza però dimenticare l'originaria vocazione "carnivora". Tra gli antipasti più originali si possono segnalare il centrifugato di sedano con mazzancolle e grano e la slinzega (tipico salume valtellinese) accompagnata da una crème brulée alla cipolla rossa. Una delle specialità della casa è la rivisitazione di piatti tradizionali: troviamo così la "tagliatella cauda", impastata direttamente con acciughe, aglio e peperoni, oppure il "raviolo pizzoccherato", cioè ripieno di bitto, coste e patate. Meritano decisamente un assaggio i topini al tartufo nero e i tortelli al radicchio (anche qui, direttamente nell'impasto) con noci e caprino.
Quasi enciclopedica la lista dei secondi: tra le preparazioni a base di pesce spicca il carpaccio di scampi e gamberi con capesante, ma è opportuno richiedere i piatti del giorno (gettonatissimo il pesce crudo, anche come aperitivo). Per quanto riguarda la carne c'è l'imbarazzo della scelta: manzo italiano in tutti i tagli, bistecche texane e canadesi e persino il bisonte, il tutto cucinato sulla pietra ollare. Ma anche il prelibato "bianconiglio" con pancetta e Montasio e la tagliata di angus con asparagi, aceto balsamico e miele (qui da perfezionare l'equilibrio dei sapori). I dolci sono sulla falsariga del resto: segnaliamo il semifreddo al melone, mentre il tris di mousse di cioccolato è raffinato ma un po' scarno. Da non perdere il finale: caramelle gommose direttamente al tavolo (!), vasto assortimento di grappe e liquori e soprattutto i micidiali zuccherini in vari gusti, imbevuti di alcool purissimo... da buttare giù in un colpo solo!
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11
Ristoranti
2012-07-18 10:41:13
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 18 Luglio, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 14, 2012
Recensione
Per chi ama la cucina tipica del comasco ma non ha il tempo o la possibilità di inerpicarsi sulle montagne che sovrastano il lago, un buon compromesso è fornito dalla Trattoria del Fagiano: per raggiungerla, dall'uscita autostradale di Como Nord, bastano pochi chilometri e un paio di tornanti, per quanto ripidi. I sapori e l'atmosfera da baita montana, però, sono tutt'altro che "annacquati" dalla vicinanza al Lario. Tra le specialità della casa va annoverata la selvaggina: il fagiano, raffigurato un po' ovunque nella trattoria, ma anche cinghiale e lepre. Il servizio burbero può a tratti infastidire, ma a ben guardare si inserisce perfettamente nel contesto. Prezzi adeguati: per un menu completo dall'antipasto al dolce si spendono poco più di 35 euro.
Come antipasto generalmente viene proposto un gustoso tris: speck con funghi grigliati e grana, crostone al forno con lardo e miele, bresaola con tomino caldo e aceto balsamico (particolarmente riuscito quest'ultimo abbinamento). Su richiesta c'è anche pesce di lago in carpione o gli ormai celebri misultin (piccoli pesci salati ed essiccati) con polenta. Anche per quanto riguarda i primi conviene scegliere la formula "tris" per assaggiare diverse specialità del vasto menu: ottimi i fagottini ai funghi porcini, molto validi anche i pizzoccheri, pur con qualche variante rispetto alla ricetta originale. Deludono un po' gli strozzapreti al ragù di fagiano, meno saporiti del previsto; in lista (recitata a voce) anche le tagliatelle al sugo di lepre e gli gnocchi al formaggio di fossa.
Con i secondi arriva l'annunciata selvaggina: eccellente il fagiano così come il cinghiale in salmì, interessante anche il brasato d'asino. Non mancano, comunque, piatti meno "aggressivi" come la tagliata di manzo in varie preparazioni (con patate, con grana, alla parmigiana con melanzane), l'ossobuco, l'arrosto ai funghi, e nel periodo giusto il lavarello con burro e salvia. Tutto ciò accompagnato da abbondante polenta taragna di buona fattura.
Tra i dolci, accanto ai classici come panna cotta, tiramisù e crème caramel, spuntano torte fatte in casa e nella stagione estiva qualche sorbetto, come quello al cioccolato e menta. Vino della casa bevibile, ma niente di speciale; la cantina propone anche una ristretta scelta di etichette, dal Grignolino al Dolcetto.
Come antipasto generalmente viene proposto un gustoso tris: speck con funghi grigliati e grana, crostone al forno con lardo e miele, bresaola con tomino caldo e aceto balsamico (particolarmente riuscito quest'ultimo abbinamento). Su richiesta c'è anche pesce di lago in carpione o gli ormai celebri misultin (piccoli pesci salati ed essiccati) con polenta. Anche per quanto riguarda i primi conviene scegliere la formula "tris" per assaggiare diverse specialità del vasto menu: ottimi i fagottini ai funghi porcini, molto validi anche i pizzoccheri, pur con qualche variante rispetto alla ricetta originale. Deludono un po' gli strozzapreti al ragù di fagiano, meno saporiti del previsto; in lista (recitata a voce) anche le tagliatelle al sugo di lepre e gli gnocchi al formaggio di fossa.
Con i secondi arriva l'annunciata selvaggina: eccellente il fagiano così come il cinghiale in salmì, interessante anche il brasato d'asino. Non mancano, comunque, piatti meno "aggressivi" come la tagliata di manzo in varie preparazioni (con patate, con grana, alla parmigiana con melanzane), l'ossobuco, l'arrosto ai funghi, e nel periodo giusto il lavarello con burro e salvia. Tutto ciò accompagnato da abbondante polenta taragna di buona fattura.
Tra i dolci, accanto ai classici come panna cotta, tiramisù e crème caramel, spuntano torte fatte in casa e nella stagione estiva qualche sorbetto, come quello al cioccolato e menta. Vino della casa bevibile, ma niente di speciale; la cantina propone anche una ristretta scelta di etichette, dal Grignolino al Dolcetto.
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Ristoranti
2012-07-17 13:56:53
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 17 Luglio, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 13, 2012
Recensione
Tra le catene di ristorazione italiane Seven è quella che assomiglia meno a una catena, e tra i ristoranti di Seven la Casa dei Ciliegi è quello che assomiglia di più a un ristorante: anche se la carne alla griglia rimane l'elemento dominante del menu, e persiste una certa standardizzazione di piatti e proposte culinarie, l'impianto generale della cucina è solido, e le alternative molto valide e ben presentate. Il resto lo fa la location: il vecchio casolare ristrutturato sulle sponde della Martesana offre un ambiente ideale per le cene estive all'aperto, ma anche per ospitare degustazioni, presentazioni e ogni genere di evento (non necessariamente culinario). Prezzi non particolarmente bassi, ma considerando l'assenza dei primi è possibile cavarsela anche con 35 euro.
Il menu si apre con una buona varietà di salumi e formaggi, alcuni dei quali di un certo pregio: si segnalano il lardo di Colonnata con miele e noci, la coppa di Busseto, la mortadella al tartufo nero e la cecina de Leon (rinomato salume spagnolo stagionato per 16 mesi in grotta). Decisamente più ruspanti i fritti: alette di pollo speziate, patate in abbondanza, anelli di cipolla e pannocchia croccante, il tutto accompagnato da salse all'americana. Per chi proprio non vuole rinunciare a uno sfizio ci sono anche gli spicchi di brie fritti con salsa tartara: l'importante è esagerare! Pochi e selezionati i piatti d'ingresso: tartare di fassona (in quattro varietà), carpaccio di carne salada, foie gras e l'appetitosa fonduta des Clarines, con 250 grammi di formaggio.
Esauriti i convenevoli, si passa alla vera specialità della casa: la carne alla griglia. Inevitabile l'attrazione per il "brontosauros", 500 grammi di costata argentina, ma meritano attenzione il filetto steccato (con lardo di Colonnata), il galletto schiacciato con limone e aromi e le costolette d'agnello New Zealand. Completano l'offerta le classiche ribeye e New York Strip. Complessivamente di ottima qualità la materia prima, spiccia e senza fronzoli la presentazione.
Un plauso lo merita la cantina, ben fornita e suddivisa - un po' arbitrariamente - in varie tipologie di vini. Il Piemonte fa egregiamente la sua parte con il Dolcetto d'Alba dei Marchesi di Barolo.
Il menu si apre con una buona varietà di salumi e formaggi, alcuni dei quali di un certo pregio: si segnalano il lardo di Colonnata con miele e noci, la coppa di Busseto, la mortadella al tartufo nero e la cecina de Leon (rinomato salume spagnolo stagionato per 16 mesi in grotta). Decisamente più ruspanti i fritti: alette di pollo speziate, patate in abbondanza, anelli di cipolla e pannocchia croccante, il tutto accompagnato da salse all'americana. Per chi proprio non vuole rinunciare a uno sfizio ci sono anche gli spicchi di brie fritti con salsa tartara: l'importante è esagerare! Pochi e selezionati i piatti d'ingresso: tartare di fassona (in quattro varietà), carpaccio di carne salada, foie gras e l'appetitosa fonduta des Clarines, con 250 grammi di formaggio.
Esauriti i convenevoli, si passa alla vera specialità della casa: la carne alla griglia. Inevitabile l'attrazione per il "brontosauros", 500 grammi di costata argentina, ma meritano attenzione il filetto steccato (con lardo di Colonnata), il galletto schiacciato con limone e aromi e le costolette d'agnello New Zealand. Completano l'offerta le classiche ribeye e New York Strip. Complessivamente di ottima qualità la materia prima, spiccia e senza fronzoli la presentazione.
Un plauso lo merita la cantina, ben fornita e suddivisa - un po' arbitrariamente - in varie tipologie di vini. Il Piemonte fa egregiamente la sua parte con il Dolcetto d'Alba dei Marchesi di Barolo.
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Negozi
2012-07-17 12:45:02
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 17 Luglio, 2012
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Luglio 12, 2012
Recensione
Fornitissima enoteca che offre un ricco assortimento di vini in bottiglia (anche di gran pregio) e più di 30 varietà alla spina; vende anche birre d'importazione, liquori, olio, aceto balsamico e conserve di qualità.
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