Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2012-05-15 15:15:44 Locuste
Voto medio 
 
6.5
Qualità 
 
6.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
5.5
Prezzo 
 
6.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 25, 2005
Recensione
Arroccata su bianche e altissime scogliere, Bonifacio dà il massimo di sé a chi arriva dal mare, ma sa regalare scorci affascinanti anche di sera, all'interno dell'antica cittadella fortificata. Per chi ha fame di specialità corse, le poche e anguste vie della città alta non mancano certo di alternative: la densità di locali è altissima. Peccato però che la proposta sia, per tutti, sostanzialmente identica: da una parte piatti alla carta con prezzi piuttosto alti, dall'altra un menu a prezzo fisso (25 euro più le bevande) con una scelta molto ristretta, che si ripete senza grandi variazioni indipendentemente dal ristorante scelto. Come si può ben immaginare, tutto ciò va in gran parte a scapito della qualità.

Fra i tanti ristoranti di place Bonaparte, "Le Fondago" è quello più frequentato e vivace, grazie alla sua orchestrina a metà tra il jazz e il folklore. Il servizio è però molto lento e talvolta poco curato. Il menu della casa prevede per iniziare la consueta scelta di primi o antipasti: regna sovrana la soupe corse, qui molto più aromatizzata e speziata di quella provata a Figari, ma sempre servita in oceaniche zuppiere che bastano a sfamare una tavolata. In alternativa si può optare per il classico piatto di charcuterie corse o per un altro "must" del luogo, le melanzane (aubergines à la Bonifacio). Al di fuori del menu fisso fanno capolino anche le cozze (moules et frites).

Il pesce è però il grande assente della lista: per gustarlo meglio scegliere uno dei locali sul lungomare. Qui invece si vira decisamente sul carnivoro con il vitello (veau sauté aux olives) o il cinghiale (civet de sanglier). Ottime, nonostante le apparenze, le lasagnes à la chevre avec aubergines. I dolci invece lasciano un po' a desiderare, in particolare la tarte aux pommes; meglio optare per il formaggio servito con gli onnipresenti fichi (figues). Per chiudere si consiglia un mirto. Attenzione alle bevande: il prezzo dell'acqua in bottiglia è altissimo, per non parlare del vino. Optare per una birra locale (la migliore è la Pietra) può essere una scelta azzeccata.
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Ristoranti
 
2012-05-15 15:04:21 Locuste
Voto medio 
 
7.8
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
8.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 27, 2006
Recensione
A meno di un quarto d'ora da Varese, ma immerso in uno di quegli scorci incontaminati che la zona delle Prealpi lombarde sa regalare, sorge questo agriturismo di recente fondazione (1999 l'anno di apertura) che ha saputo subito coniugare l'amore per la natura con il senso degli affari, caratteristica che non guasta mai. Le attività a disposizione dei visitatori sono molteplici: una scuderia con annessa scuola di equitazione attende gli aspiranti fantini, un campeggio con parco giochi accoglie i bambini e chi vuole cimentarsi con le attività dell'allevamento può rivolgersi alla "fattoria didattica". Ma per fortuna anche gli amanti del cibo non restano a bocca asciutta.

Il menu, rigorosamente fisso, è tutto a base di prodotti della fattoria: polli, oche, tacchini e maiali, ma anche verdure, formaggi e salse. Oltre al menu completo (che ovviamente consigliamo) al modicissimo prezzo di 26 € bevande comprese, esistono anche due versioni ridotte a 21 e 18 €. Si comincia con il consueto pot pourri di antipasti: saporite melanzane sott'olio e pollo in carpione, fettine di polenta con lardo, salame e carote di produzione propria, ottime tartine con ragù e funghi. La cucina è rustica e casereccia al punto giusto, come l'ambiente: unica pecca forse la tendenza ad esagerare un po' con i condimenti, che talvolta rischiano di coprire i sapori.

Il primo piatto è costituito da tre "assaggi" (si fa per dire) tra cui si fa preferire il risotto scamorza e pere, un tocco di originalità che piace. Meno convincenti le crespelle e i bucatini al ragù. Secondi ovviamente a base di carne: molto saporita l'anatra, accompagnata dalla specialità della casa, il gallo con i funghi. Risulta invece un po' troppo grasso il maialino al forno. Come dolce, il gelato al fiordilatte della casa seguito da caffè e grappa. Tra i vini si segnalano un discreto Dolcetto e un ottimo Riesling, non all'altezza invece la Bonarda. Servizio cortese senza troppe smancerie, anche se il locale (che d'estate dispone anche di tavoli all'aperto) è decisamente rumoroso.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:49:40 Locuste
Voto medio 
 
6.9
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
9.0
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 2014
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 22, 2014
Recensione
Andare al ristorante, a Varese, significa spesso andare al "Bologna". Il locale, vera e propria istituzione della città, è da anni ritrovo abituale di autorità cittadine, sportivi, giornalisti, artisti e celebrità a vario titolo; quel che si dice un locale in voga, insomma, ma senza nessuna concessione al "trendy". Grazie alla sapiente gestione del titolare Cesare, il ristorante mantiene inalterati i suoi pregi: semplicità, ambiente rustico, porzioni generosissime e prezzi abbordabili. Se qualche pecca bisogna trovarla, è nel poco coltivato legame con la cucina del territorio, peraltro subito bilanciato dall'ampiezza del menu; e inoltre nel servizio che l'affollamento rende un po' confusionario, a dispetto della buona volontà e della cortesia del personale.

L'accoglienza rende subito l'idea di cosa aspetta i visitatori: l'antipasto si presenta sotto forma di un tagliere ricolmo di salumi interi a disposizione dei clienti, tra cui spiccano per bontà salamino e pancetta cotta (discreti gli altri: salame piccante, coppa, lardo, mortadella, porchetta). Non basta: ci sono anche enormi barattoli ricolmi di cipolline e cetrioli sott'aceto, salsiccia cruda, tomini sott'olio, e per di più gnocco fritto con salsiccia e peperoni, insalata capricciosa, fagioli e nervetti o carpaccio di crudo e ananas. Dopo questo oceanico benvenuto c'è chi si ferma, chi prosegue con il primo o il secondo (in questo caso i prezzi si aggirano sui 35 euro) e chi, come le Locuste, decide di provare tutto. La cantina non è fornitissima ma presenta alcune bottiglie dall'ottimo rapporto qualità-prezzo: più che discreti i vini delle cantine Mezzacorona, tra cui il Marzemino e il Cabernet.

I primi - serviti in genere a tre a tre - presentano un'ampia gamma di preparazioni: un'istituzione il risotto Chianti e toma, ottimi anche i tagliolini agli asparagi mentre le pappardelle al cinghiale e funghi porcini sono meno entusiasmanti del previsto. Discreti gli gnocchi alla salsiccia. I secondi mettono a disposizione qualsiasi possibile taglio di carne: tagliata, costata, fiorentina, filetto al pepe verde, all'aceto balsamico, alla rucola o al gorgonzola. La cottura talvolta può lasciare insoddisfatti: meglio specificare le proprie preferenze all'atto dell'ordinazione (anche se farsi ascoltare non è facile). Dolci semplici ed essenziali: buona la crema di riso al cioccolato caldo, ci sono anche meringata, sorbetto e affogato al caffé. In conclusione di pasto restano sul tavolo numerose bottiglie di grappa a disposizione dei clienti: ottime quella al Pinot nero e lo Snaps alle fragoline di bosco.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:45:12 Locuste
Voto medio 
 
7.8
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 28, 2007
Recensione
In lingua sarda il termine "bodale" significa più o meno "quello là", "quel tizio". Uno qualunque, insomma. Ma tutt'altro che qualunque è la proposta gastronomica del locale, sia per la cucina che si cimenta in qualche preparazione originale, pur con una solida base di ingredienti del territorio, sia per i prezzi abbordabili consentiti dalla formula del menu fisso. La gestione, più che familiare, è... solitaria: una cinquantina di coperti serviti dalla stessa persona con gli stessi piatti, che però variano a seconda della stagione e del pescato. Questo aspetto inevitabilmente penalizza un po' il servizio, per il resto cortese ed efficiente. Un elogio alla cantina, ricca di pregevoli etichette sarde.

Come si è detto il menu varia notevolmente di sera in sera; quello che non muta è la nutrita carrellata iniziale di antipasti, tutti piuttosto fantasiosi e delicati. Segnaliamo ad esempio la ricotta mustia (ricotta dura e salata) con bottarga, le patate con maionese, capperi e bottarga, o l'inconsueto abbinamento tra salmone e cavolfiore. Ma il meglio arriva con i piatti più consistenti: le squisite melanzane ripiene di pancetta e pinoli, l'insalata di razza con pomodori e cipolla, e infine le cremose polpettine carciofi e gorgonzola. Assaggi sostanziosi e di qualità da accompagnare con uno dei tanti vini bianchi (Funtana Liras, Terre Bianche) o con un rosso come il Carignano Grotta Rossa della Cantina di Santadi, poco conosciuto ma da rivalutare.

Dopo quest'abbuffata di antipasti si torna a più miti consigli con il primo, in cui, per la verità, appare meno riuscito l'accostamento tra ingredienti eterogenei: negli spaghetti gamberetti, zucchine e bottarga quest'ultima finisce per risultare preponderante, occultando gli altri sapori. Ogni dubbio sulla cucina svanisce però con la successiva frittura di calamari e polipetti, freschissima e saporita come raramente capita di assaggiarne anche a queste latitudini.
Si termina il pasto con una ristretta scelta di dolci (crema catalana e sorbetto al limone) e con l'immancabile mirto rosso per digerire. Il prezzo, incredibile a dirsi, è di soli 20 euro più i vini, anch'essi presentati con un ricarico modesto.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:42:55 Locuste
Voto medio 
 
6.9
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 2013
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 23, 2013
Recensione
La classicità, nel bene e nel male, resta la cifra stilistica di questo locale che negli anni si è discretamente affermato, andando un po' oltre la classica e logora formula "pizzeria più cucina". Merito, indubbiamente, della posizione invitante, lungo uno dei viali più trafficati dalla città e a due passi dal palazzetto dello sport in cui gioca la seguitissima squadra di pallavolo femminile, campione d'Italia nel 2012 (alle "farfalle" è dedicata una delle pizze della lista). Fa però la sua parte anche l'arredamento elegante e curato, pur se poco arioso, che rende l'ambiente piacevole anche per il visitatore occasionale. L'offerta gastronomica è generosa soprattutto per quanto riguarda la cucina di pesce, che abbina alla qualità discreta un prezzo non esorbitante, cosa non certo consueta in questa zona. Il lato negativo del locale, se di negatività vogliamo parlare, sta nella scarsa originalità del menu che ricalca il menu tradizionale della ristorazione italiana, senza picchi creativi.

Lasciando per un attimo da parte la pizza, presente in numerose varietà, se si opta per la carta è d'obbligo concedere una chance ai primi, tutti a base di pasta artigianale. Molte le alternative: tagliatelle al nero di seppia e funghi porcini, gnocchi ai quattro formaggi, mezze penne al salmone, vodka e noci, spaghetti alle vongole. Particolare attenzione meritano gli spaghetti allo scoglio e le tagliatelle dello chef (con gamberi e guanciale). Piatti ormai classici, dunque, ma ben cucinati e serviti con celerità non eccessiva: il servizio in generale è più che discreto.

I secondi di mare sono onesti e decisamente abbondanti: al fritto misto con calamari e gamberi, un vero must, si accompagnano altri piatti di pesce come branzino al sale, orata o cernia alla piastra, grigliata mista. Per chi preferisse la carne non manca l'alternativa, fornita dal gustoso filetto di manzo al pepe verde. Una piccola pecca per quanto riguarda i dolci: nulla di particolarmente esaltante (panna cotta, crème caramel, tiramisu, gelato). La cantina appare ben fornita anche se piuttosto costosa rispetto al livello generale dei prezzi, che si aggira sui 35-40 euro a persona. Vino della casa onesto e nulla più.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:41:20 Locuste
Voto medio 
 
6.4
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
6.0
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Marzo 20, 2010
Recensione
Milano da bere? Sì, ma nel boccale: ormai non è più un segreto per nessuno il binomio tra il capoluogo lombardo e la birra artigianale, rafforzato dalla presenza di numerosi locali che si occupano della produzione (il leggendario Birrificio Lambrate, ma non solo) e della commercializzazione della preziosa bevanda. Il Giardino della Birra è attivo su entrambi i fronti: in via Ortica ci sono gli impianti di brewing e un vastissimo spazio per la ristorazione, in via Boiardo una seconda sede più raccolta ma altrettanto frequentata. Oltre alla birra, il secondo leit motiv del locale è la carne alla griglia: il menu - limitato ai secondi piatti ma piuttosto ricco - è un curioso mix tra carni argentine e cucina bavarese. Proposta interessante anche se non particolarmente economica e non del tutto soddisfacente sul piano della quantità.

Si mangia molto alla buona, con tavoli di legno e tovagliette di carta, coerentemente con la tipologia del locale. La lista concede qualcosa, ma non troppo, a chi sentisse il desiderio di un antipasto: prevalentemente affettati e bruschette. Molto meglio gettarsi subito sulla carne, campo nel quale la scelta è ben più vasta. La specialità della casa sono, come detto, le carni argentine: il churrasco, ma anche il controfiletto di manzo cucinato in diverse modalità, per esempio al pepe rosa oppure alla Voronoff. Per i piatti più voluminosi bisogna essere almeno in due: tra questi la padellata di manzo (con patate e peperoni) e la tagliata alla rucola. Purtroppo, le porzioni non sono così esaltanti come il menu farebbe intendere e i prezzi sono rilevanti (non meno di 15 euro a piatto). Recentemente il ristorante ha peròl lanciato un'offerta "all you can eat" a 19 euro bevande escluse: da provare.

Non è tutto sudamericano, comunque: nel menu troviamo anche spiedoni, filetto di manzo alla brace e persino l'italianissima scottona (fiorentina o costata). Inoltre fa capolino anche la carne suina sotto forma di braciola di maialetto oppure di wurstel della Foresta Nera. Interessanti, tra i contorni, l'insalata bavarese e le patate al cartoccio. Dolci essenziali come tiramisù, meringata, torroncino, panna cotta e la gustosa foresta nera al cioccolato.
Capitolo a parte meritano ovviamente le birre: nella stagione estiva sono tre le qualità servite. Su tutte si fanno notare la più che discreta bionda Contessa e l'aromatica rossa Conte Jack, di forte carattere ma non adatta a tutti i palati.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:38:40 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
8.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 29, 2010
Recensione
Gli amanti dell'aria di montagna e della natura incontaminata ci facciano un pensierino: il Big Oak Restaurant è in vendita a un prezzo tutto sommato abbordabile, 595.000 dollari (quasi 430mila euro). Certo, per raggiungerlo bisogna affrontare perlomeno 70 km di tornanti e valicare altezze rispettabili, ma d'altro canto il fatto che si tratti dell'unico ristorante nel raggio di miglia e miglia garantisce una clientela sempre numerosa e affamata... A parte gli scherzi, il ristorante, situato proprio lungo la principale via d'accesso al meraviglioso parco nazionale dello Yosemite, unisce in sé diversi pregi: cucina semplice ed essenziale, prezzi bassissimi e accoglienza davvero ottima dal punto di vista del servizio. Sarebbe un peccato lasciare che chiudesse...

Una delle caratteristiche più interessanti del locale è la presenza di menu differenziati per colazione, pranzo e cena, ma con orari molto elastici: il che significa che fino alle 12.30 viene servito il breakfast, con tanto di omelette, bacon e refill gratuiti di caffé. L'offerta più allettante e conveniente è quella che prevede due uova al tegamino abbinate a una succulenta steak: la colazione dei campioni!

La lista per il pranzo, del resto, non differisce significativamente da quella per gli altri pasti della giornata, salvo per la presenza di piatti più robusti e abbondanti. Il consiglio è quello di optare per la classica New York Steak alla griglia, ma non mancano gli hot dog di dimensioni ragguardevoli o anche il chicken wrap, tortilla ripiena di pollo. Il tutto accompagnato da un'abbondante garden salad. I piatti sono generalmente molto semplici (per fortuna) ma a disposizione del cliente c'è un ampio assortimento di salse: ketchup, senape, tabasco rosso e verde e la speciale steak sauce della casa. Da sottolineare anche i refill gratuiti di tutte le bibite. Insomma, uno stop ideale per rifocillarsi prima di affrontare una giornata alla scoperta dei parchi nazionali.
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Ristoranti
 
2012-05-15 14:35:33 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
7.5
Opinione inserita da Locuste    15 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Settembre 03, 2010
Recensione
In assenza di tempo o denaro per recarsi alle Hawaii, si può sempre contare su Laguna Beach: da queste parti la comunità isolana è folta e ben integrata e anche i piatti portano sul continente un po' dei sapori di Honolulu. Per chi invece fosse meno portato alle suggestioni esotiche, nessun problema: la House of Big Fish & Ice Cold Beer (questo il nome completo) può comunque soddisfare ogni palato, in considerazione del suo menu enciclopedico e delle infinite varianti a disposizione. Una volta trovato posto a tavola - impresa non facile, visto l'affollamento - sarà impossibile alzarsi prima di essersi saziati di pesce fresco accompagnato da ogni possibile condimento, anche se la vera specialità della casa sono le fritture.

Per orientarsi nella lista è indispensabile l'aiuto del personale, fortunatamente molto disponibile (in cambio di una lauta mancia). Qui ci limitiamo a segnalare alcune possibilità: per aprire le danze, ad esempio, ci si può gettare sul chilled seafood platter con granchio, gamberi e ostriche su un letto di ghiaccio, sui peel and eat shrimp (una libbra di gamberi da sgusciare) o ancora su crab legs (zampe di granchio) e oysters. Vasta anche l'offerta di pesce crudo: consigliato l'ahi sashimi, da una varietà hawaiiana di tonno. Tra gli antipasti caldi meritano un assaggio le calamari steak fries (calamari fritti) e gli shrimp scampi; curiose le Hawaiian style pokes, sorta di "tapas" di polpo, ahi tuna e hamachi (altro pesce oceanico) con condimenti vari e chips.

Il bello viene naturalmente con le entrées: si può puntare su ogni tipo di pesce fresco, dallo swordfish al yellowtail tuna fino ai più inconsueti mahi mahi, tilapia e opakapaka, tutti accomunati da carni molto consistenti e tenere anche se non saporitissime. C'è anche qualche preparazione più elaborata come il macadamia nut crusted mahi mahi, con granella di nocciole australiane. Molluschi e crostacei hanno il loro spazio: steamed clams (vongole), calamari steak e wild sea scallops (capesante). Il non plus ultra è però The bucket: un secchio ricolmo di pesci, gamberi, ostriche e soprattutto crocchette e patatine fritte, davvero un attentato al fegato. Dolci un po' eccessivi: basti guardare le chocolat macadamia nut crusted crunch bars per credere. Le birre alla spina sono Bud Light, Stella Artois e Shock Top, ma in bottiglia la scelta è molto più ampia: c'è anche la "cattivissima" Arrogant Bastard. Moltissimi anche i cocktail tra i quali, ancora una volta, la fa da padrone il margarita.
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Ristoranti
 
2012-05-14 18:28:34 Locuste
Voto medio 
 
5.9
Qualità 
 
4.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
5.0
Opinione inserita da Locuste    14 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Marzo 03, 2012
Recensione
Veder spuntare un mega-locale disposto su tre piani, con oltre 500 coperti a disposizione, nel piazzale altrimenti deserto del mercato di Busto Arsizio, non è cosa di tutti i giorni. E la curiosità aumenta se il locale in questione, ricavato da un vecchio granaio, si presenta come "cassa di risonanza" per la cultura birraria, di questi tempi di gran moda, e per la gastronomia italiana. Fin dall'inaugurazione, avvenuta il 15 settembre del 2011, il progetto ha riscosso un successo strepitoso: soprattutto nei weekend il B-Good è letteralmente preso d'assalto dalla clientela più giovane, non a caso all'ingresso c'è il buttafuori e per uscire bisogna consegnare il pass, come in discoteca. Purtroppo, il responso sulla cucina non è altrettanto positivo: al di là del ricorso a qualche piatto standardizzato "da pub", genere che ha i suoi interpreti più che dignitosi, è proprio la qualità degli ingredienti e delle preparazioni a non convincere. La birra, in teoria fiore all'occhiello della casa, è davvero deludente, e i prezzi decisamente alti non aiutano.

ll menu assai ampio e articolato, con possibili variazioni su richiesta, si presta alla frequentazione anche al di fuori dei classici orari della cena: è per questo che vanno a ruba i taglieri, come il Valtellina, con bresaola, taleggio e scimudin, o il Tirolese (speck, Praga, bretzel e confettura di mele). Qui nulla da dire sui prodotti utilizzati, è semmai il prezzo - 10 euro in media - a non entusiasmare. Originale la proposta di polente con gulasch, funghi, o zola, e quella di risotti; non mancano i piatti alla birra, come il risotto Magnifica e rosmarino o i cavatelli con salsiccia e Magnifica. Piatti non entusiasmanti anche se ben presentati e abbondanti. La specialità della casa è però la carne alla griglia: tagliata, fiorentina (44€ al kg), la classica New York Steak, con prezzi che lievitano di molto.

Proseguiamo coi secondi troviamo anche l'immancabile stinco di maiale alla birra, la braciola orecchia d'elefante (enorme, ma di cottura tutt'altro che ottimale), lo spiedone e il tris di wurstel, oltre a un vastissimo assortimento di hamburger affogati nelle patatine fritte, panini e piadine. Non manca qualche proposta più sfiziosa come fish and chips o alette di pollo, ma la frittura purtroppo è di scarsa qualità. Anche i dolci si confermano migliori nell'ideazione (crema all'amaretto, salame di cioccolato, pesca melba) che nell'esecuzione. La delusione più grossa però, come detto, è la birra: la Magnifica proposta in quattro varietà (chiara, weiss, ambrata e rossa), pur arrivando direttamente da una birreria artigianale tedesca, fatica a distinguersi da un qualsiasi prodotto industriale, per colpa del gusto anonimo ma anche dell'eccessiva gasatura. Nel complesso il locale meriterebbe di più in rapporto agli ingenti sforzi di marketing e comunicazione messi in campo; i risultati, però, gli danno ragione.
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Ristoranti
 
2012-05-14 18:24:42 Locuste
Voto medio 
 
5.5
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
5.5
Servizio 
 
3.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    14 Mag, 2012
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 18, 2007
Recensione
Una cena caotica, disorganizzata, a tratti approssimativa dalla quale spunta, qua e là, qualche perla di valore gastronomico più che soddisfacente: di certo La bettola dei marinai non è il migliore dei ristoranti da noi provati in terra di Sicilia, ma probabilmente è uno dei più “siciliani”, nel bene e nel male. Una volta superato lo shock per l’imponente afflusso di clienti a qualsiasi orario (all’una del mattino la cucina è ancora in piena attività) e per il conseguente scompiglio che rende il servizio lento e difficoltoso, in questo ristorante con vista sul mare di Santa Tecla si fanno apprezzare soprattutto il pesce freschissimo e la buona fattura dei primi piatti, a prezzi tutto sommato abbordabili. Certo, il fatto che si debba sollecitare due o tre volte il personale per ottenere (a volte) attenzione non è il massimo, ma tant’è...

Il menu è scarno e ridotto all’osso: antipasto praticamente obbligato e ristretta scelta di primi. In compenso, però, prima di iniziare il pranzo o la cena si può scegliere il pesce direttamente dall’ampia ghiacciaia all’ingresso, verificandone consistenza e freschezza. Si apre dunque con un misto di antipasti della casa: una leggera frittura mista, insalata di polpo, cozze gratinate e alici marinate. Nulla di eccezionale, ma tutto di buon livello, eccezion fatta per l’annunciata pepata di cozze che è misteriosamente “sparita” in occasione della nostra visita. Qualche problema anche sul vino, visto che al posto del Principe di Corleone da noi richiesto arriva un anonimo Bianco di Sicilia, peraltro proveniente dalle stesse vigne (quelle della tenuta Malvello) e caratterizzato dal buon rapporto qualità-prezzo.

Nei primi, benchè le porzioni siano piuttosto ridotte, il ristorante dà il suo meglio: davvero ottimi i caserecci con cernia, pomodorini e funghi, saporiti anche gli spaghetti al nero di seppia. Tra le alternative ci sono i classici spaghetti alle vongole. Il secondo è costituito, come detto, quasi esclusivamente da pesce fresco al forno o alla griglia (orate, spigole, saraghi): abbiamo provato una più che discreta cernia accompagnata da assaggi di gamberoni e calamari. Di scarso rilievo i dolci proposti dalla carta. Il conto finale di un menu completo si aggira sui 35 euro, anche se l’indicazione dei prezzi è alquanto vaga.
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