Opinione scritta da Locuste
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Ristoranti
2015-06-03 13:55:51
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 03 Giugno, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 27, 2015
Recensione
La Polonia di oggi è un paese moderno e in crescita, ma conserva anche nella sua capitale alcune vestigia più o meno gradevoli del suo passato nell'orbita sovietica. Tra le meno appariscenti ma più positive c'è sicuramente l'istituzione delle "latterie": piccoli, anonimi ristoranti strutturati come mense, in cui rifocillarsi con innumerevoli e robusti piatti tradizionali. Le caratteristiche di questi locali sono simili più o meno ovunque: il menu è esposto su appositi pannelli o lavagne, la modalità di fruizione è molto vicina al self service, l'arredamento è spartano e minimalista e soprattutto i prezzi sono bassissimi, ai limiti del regalo. Il Krokiecik, pur essendo di recente fondazione, rispetta in toto questi criteri e, non a caso, nella sua variegata clientela non mancano gli anziani di Varsavia, restii ad abbandonare le vecchie (e gustose) abitudini.
Il nome del ristorante di ulica Zgoda, a due passi dalla stazione centrale, richiama la specialità della casa: le "krokiety", poderosi involtini di pasta fritta con vari ripieni (carne, spinaci, cavolo, formaggio). Massima resa per minima spesa: il prezzo va dai 6 ai 7 zloty, meno di 2 euro ciascuno! Da non perdere sono poi le corroboranti zuppe, specie nella stagione invernale: una vera e propria bomba calorica è lo zurek, abbondante minestra con salsiccia e uova sode. Altre proposte molto sostanziose sono il bogracz (con carne e verdura) e il paloc (a base di barbabietole); inutile comunque sperare di orientarsi nel menu se non si è buoni conoscitori del polacco, meglio scegliere direttamente dalla vetrina facendosi aiutare dal personale.
Non manca un vasto assortimento di secondi di carne, dal manzo al pollo passando per il sontuoso Strogonow con funghi, il piatto più "costoso" del lotto: ben 19 zloty! Molto apprezzati sono anche i nalesniki, equivalente delle nostre crepes, con ripieno prevalentemente dolce. Per bere si può puntare sull'onesta e, manco a dirlo, economicissima birra in bottiglia Lomza. Una volta scelto il contenuto del proprio ordine, si attende alla cassa e si provvede personalmente a portare il tutto al proprio tavolo con un pratico vassoio. Aperto tutto il giorno, il locale è ideale tanto per un rapido spuntino quanto per un pasto completo, che anche nel peggiore dei casi non potrebbe mai costare più di una decina di euro...
Il nome del ristorante di ulica Zgoda, a due passi dalla stazione centrale, richiama la specialità della casa: le "krokiety", poderosi involtini di pasta fritta con vari ripieni (carne, spinaci, cavolo, formaggio). Massima resa per minima spesa: il prezzo va dai 6 ai 7 zloty, meno di 2 euro ciascuno! Da non perdere sono poi le corroboranti zuppe, specie nella stagione invernale: una vera e propria bomba calorica è lo zurek, abbondante minestra con salsiccia e uova sode. Altre proposte molto sostanziose sono il bogracz (con carne e verdura) e il paloc (a base di barbabietole); inutile comunque sperare di orientarsi nel menu se non si è buoni conoscitori del polacco, meglio scegliere direttamente dalla vetrina facendosi aiutare dal personale.
Non manca un vasto assortimento di secondi di carne, dal manzo al pollo passando per il sontuoso Strogonow con funghi, il piatto più "costoso" del lotto: ben 19 zloty! Molto apprezzati sono anche i nalesniki, equivalente delle nostre crepes, con ripieno prevalentemente dolce. Per bere si può puntare sull'onesta e, manco a dirlo, economicissima birra in bottiglia Lomza. Una volta scelto il contenuto del proprio ordine, si attende alla cassa e si provvede personalmente a portare il tutto al proprio tavolo con un pratico vassoio. Aperto tutto il giorno, il locale è ideale tanto per un rapido spuntino quanto per un pasto completo, che anche nel peggiore dei casi non potrebbe mai costare più di una decina di euro...
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Ristoranti
2015-05-25 22:18:20
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 25 Mag, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 18, 2015
Recensione
Musica ad alto volume, corpi seminudi e tatuati, vita notturna fino all'alba e oltre: se cercate tutto questo a Ibiza, be', è esattamente quello che troverete. Ma l'isola nel cuore del Mediterraneo è anche un florilegio di spiagge e calette splendide, assolate e tranquille (almeno fuori dai mesi più "calienti") dove concedersi ore o giornate intere di pausa dai ritmi della movida. Cala d'Hort, a un quarto d'ora dall'aeroporto, è tra le più celebri e visitate, grazie alle acque cristalline e ai "faraglioni" che ne impreziosiscono il panorama. Alle spalle della battigia c'è questo ristorante dalla vista impagabile: si fa per dire, visto che il conto finale si fa sentire (non meno di 35-40 euro per un pasto completo). La qualità e la freschezza degli ingredienti, insieme alla cura nella preparazione dei piatti, rendono però il locale molto appetibile anche per qualcosa di più di un semplice snack.
A dispetto dei semplici tavolini di legno e delle tovagliette di carta, il ristorante può giovarsi di un servizio molto preciso e curato; i tempi non rapidissimi corrispondono a piatti preparati e rifiniti sul momento. La cucina, inutile dirlo, è prevalentemente basata su piatti di mare: calamari e gamberi grigliati, pesci solo apparentemente esotici come il mero (cernia) o il lenguado (sogliola). Il consiglio però è quello di puntare sull'eccezionale paella, disponibile per almeno due persone in versione mista, vegetariana o di pesce: quest'ultima è praticamente perfetta per cottura e speziatura del riso e qualità degli ingredienti utilizzati (cozze, scampi, gamberi e pesce a volontà). Preceduta da una buona dose di pane e alioli e accompagnata da un vino bianco locale come l'onesto Blanc Pescador della cantina Castillo Perelada, la paella - 25 euro a persona - può tranquillamente costituire un pasto completo. Nota di merito: il caffè espresso è più che decoroso.
A dispetto dei semplici tavolini di legno e delle tovagliette di carta, il ristorante può giovarsi di un servizio molto preciso e curato; i tempi non rapidissimi corrispondono a piatti preparati e rifiniti sul momento. La cucina, inutile dirlo, è prevalentemente basata su piatti di mare: calamari e gamberi grigliati, pesci solo apparentemente esotici come il mero (cernia) o il lenguado (sogliola). Il consiglio però è quello di puntare sull'eccezionale paella, disponibile per almeno due persone in versione mista, vegetariana o di pesce: quest'ultima è praticamente perfetta per cottura e speziatura del riso e qualità degli ingredienti utilizzati (cozze, scampi, gamberi e pesce a volontà). Preceduta da una buona dose di pane e alioli e accompagnata da un vino bianco locale come l'onesto Blanc Pescador della cantina Castillo Perelada, la paella - 25 euro a persona - può tranquillamente costituire un pasto completo. Nota di merito: il caffè espresso è più che decoroso.
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Ristoranti
2015-05-11 15:46:44
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 11 Mag, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Mag 06, 2015
Recensione
All'inferno e ritorno, si potrebbe dire esagerando un po'. Dal lontano 1912 a oggi il Cinema Teatro Trieste, alla periferia Nord-Ovest di Milano, ne ha viste davvero di tutti i colori: nella palazzina liberty di via Pacinotti il raffinato cinema degli anni del muto e poi del sonoro si è prima evoluto in una sala per circuiti d'essai e rassegne nel dopoguerra, poi è stato travolto dalla crisi fino a terminare l'attività nel 1999 ed essere sostituito da un malfamato cinema a luci rosse, a sua volta chiuso dalla magistratura. Nel 2014, per volontà dell'imprenditore Luigi Ardizzone, la ristrutturazione e l'ennesima rinascita: ora il Trieste è un ristorante alla moda con accattivanti arredi vintage, che non trascura però la sua originale vocazione artistica, ospitando quasi quotidianamente proiezioni, performance artistiche o spettacoli musicali. L'aspetto culinario rischia di rimanere un po' in secondo piano, ma le proposte del menu sono interessanti e ben calibrate, e i prezzi non eccessivi. Da sperimentare.
L'offerta del ristorante è davvero a tutto tondo: bar aperto tutto il giorno per colazioni, brunch o aperitivi, apprezzata pizzeria e anche gelateria. Qui ci concentriamo soprattutto sul menu alla carta, che spazia un po' su tutti i fronti rivelando, qua e là, chiare influenze sicule. Lo si nota già dagli antipasti, con proposte come l'impepata di cozze, il carpaccio di tonno con soncino e finocchio o la piovra alla siciliana, insieme alle classiche bruschette o al crudo e rucola: tutto dai 6 ai 10 euro. La bella sorpresa del menu sono però i primi (8-14 euro), tutti a base di pasta fresca artigianale: ottimi e abbondanti gli scialatielli alle vongole, delicati i tagliolini alla bottarga di Sicilia. In alternativa, ravioli di manzo e crema al basilico o paccheri al tonno, melanzane e pomodoro.
Fornitissima la griglia, dalla classica t-bone al filetto, passando per entrecote, biancostato e l'immancabile hamburger. Apprezzatissima anche la classica cotoletta a "orecchia d'elefante". Intrigano però soprattutto i piatti di pesce (10-14 euro), dalla tagliata di tonno al Riso Venere ai semplici ma efficaci calamari alla griglia. I polipetti "murati" (anche questi tipicamente isolani) sono di ottima qualità, ma il condimento risulta un po' troppo invadente. Dolci di buona fattura, dalla crostata al cioccolato alla più che discreta cassata. Ristretta ma ben selezionata la cantina: si segnalano i bianchi della Tenuta Cavalier Pepe, Fiano e Falanghina su tutti. Un consiglio: consultare preventivamente il calendario degli eventi, per evitare la convivenza forzata con un pubblico poco interessato alla cena!
L'offerta del ristorante è davvero a tutto tondo: bar aperto tutto il giorno per colazioni, brunch o aperitivi, apprezzata pizzeria e anche gelateria. Qui ci concentriamo soprattutto sul menu alla carta, che spazia un po' su tutti i fronti rivelando, qua e là, chiare influenze sicule. Lo si nota già dagli antipasti, con proposte come l'impepata di cozze, il carpaccio di tonno con soncino e finocchio o la piovra alla siciliana, insieme alle classiche bruschette o al crudo e rucola: tutto dai 6 ai 10 euro. La bella sorpresa del menu sono però i primi (8-14 euro), tutti a base di pasta fresca artigianale: ottimi e abbondanti gli scialatielli alle vongole, delicati i tagliolini alla bottarga di Sicilia. In alternativa, ravioli di manzo e crema al basilico o paccheri al tonno, melanzane e pomodoro.
Fornitissima la griglia, dalla classica t-bone al filetto, passando per entrecote, biancostato e l'immancabile hamburger. Apprezzatissima anche la classica cotoletta a "orecchia d'elefante". Intrigano però soprattutto i piatti di pesce (10-14 euro), dalla tagliata di tonno al Riso Venere ai semplici ma efficaci calamari alla griglia. I polipetti "murati" (anche questi tipicamente isolani) sono di ottima qualità, ma il condimento risulta un po' troppo invadente. Dolci di buona fattura, dalla crostata al cioccolato alla più che discreta cassata. Ristretta ma ben selezionata la cantina: si segnalano i bianchi della Tenuta Cavalier Pepe, Fiano e Falanghina su tutti. Un consiglio: consultare preventivamente il calendario degli eventi, per evitare la convivenza forzata con un pubblico poco interessato alla cena!
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Ristoranti
2015-05-04 21:50:18
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 03, 2015
Recensione
Se c'è una cosa che rimane impressa dell'osteria Al Bianchi, nel pieno centro di Brescia, è senza alcun dubbio la velocità: in pratica, non si fa nemmeno in tempo a sedersi a tavola che si è già serviti. Il che non è necessariamente un bene, sia chiaro; nel caso specifico, però, si percepisce chiaramente che la rapidità è dettata dal rispetto del cliente e non dal desiderio di mettergli fretta. La sensazione è corroborata da una serie di altri dettagli che creano l'atmosfera della genuina osteria di una volta, dagli arredi a metà tra caratteristico e kitsch ai modi informali, fino alla possibilità di condividere il tavolo con altri avventori. Non sono da osteria invece i prezzi, a nostro avviso un po' troppo alti per piatti "poveri" e poco elaborati come quelli proposti; ma è chiaro che la location e la positiva nomea del ristorante hanno il loro peso nel determinare il conto finale.
In molti, difatti, passano da queste parti, anche per un semplice "pirlo" (che per chi non lo sapesse, come noi, a Brescia è un aperitivo) accompagnato da ruspanti polpettine della casa. Chi si siede a tavola può invece ricevere un semplice tagliere di salumi prima di passare al vero piatto forte, i primi (9 euro): immancabili e gustosi sono i casoncelli al burro versato, essenziali nell'aspetto esteriore quanto morbidi e ricchi nel ripieno. In alternativa le saporite pappardelle al ragù di stufato oppure malfatti al burro fuso e pappa al pomodoro, altri piatti semplici e infallibili. Intanto si può bere il discreto vino della casa oppure optare per una bottiglia della ristretta cantina, che unisce vini locali (come il Capriano del Colle "Adagio" di Lazzari) e di altre regioni.
I secondi, come accennato, non sono a buon mercato (16 euro) ma senza dubbio non mancano di robustezza: ne sono esempi il gustoso guanciale di manzo con porcini, accompagnato da abbondante polenta, o la cotoletta primavera. Nel menu c'è spazio anche per un'incongrua coda alla vaccinara, mentre chi cerca qualcosa di più leggero può optare per la battuta di fassona con capperi e limone. Tra i classici contorni spiccano gli spinaci "alla bresciana". Basilari anche i dolci, come il salame di cioccolato, la torta di mele o l'ottima mousse di zabaglione, in cui si riconosce distintamente il sapore dell'uovo sbattuto artigianalmente. Nel complesso un approdo sicuro per chi cerca piatti solidi e "veri" anche se non indimenticabili. Peccato per il coperto a 2 euro, dettaglio evitabile.
In molti, difatti, passano da queste parti, anche per un semplice "pirlo" (che per chi non lo sapesse, come noi, a Brescia è un aperitivo) accompagnato da ruspanti polpettine della casa. Chi si siede a tavola può invece ricevere un semplice tagliere di salumi prima di passare al vero piatto forte, i primi (9 euro): immancabili e gustosi sono i casoncelli al burro versato, essenziali nell'aspetto esteriore quanto morbidi e ricchi nel ripieno. In alternativa le saporite pappardelle al ragù di stufato oppure malfatti al burro fuso e pappa al pomodoro, altri piatti semplici e infallibili. Intanto si può bere il discreto vino della casa oppure optare per una bottiglia della ristretta cantina, che unisce vini locali (come il Capriano del Colle "Adagio" di Lazzari) e di altre regioni.
I secondi, come accennato, non sono a buon mercato (16 euro) ma senza dubbio non mancano di robustezza: ne sono esempi il gustoso guanciale di manzo con porcini, accompagnato da abbondante polenta, o la cotoletta primavera. Nel menu c'è spazio anche per un'incongrua coda alla vaccinara, mentre chi cerca qualcosa di più leggero può optare per la battuta di fassona con capperi e limone. Tra i classici contorni spiccano gli spinaci "alla bresciana". Basilari anche i dolci, come il salame di cioccolato, la torta di mele o l'ottima mousse di zabaglione, in cui si riconosce distintamente il sapore dell'uovo sbattuto artigianalmente. Nel complesso un approdo sicuro per chi cerca piatti solidi e "veri" anche se non indimenticabili. Peccato per il coperto a 2 euro, dettaglio evitabile.
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Ristoranti
2015-04-27 19:04:14
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 27 Aprile, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Aprile 26, 2015
Recensione
Il revival dell'hamburger, nelle sue nuove (e talvolta mentite) spoglie gourmet, è ormai qualcosa di più di una moda: un vero e proprio business per decine di ristoranti più o meno onesti e genuini. Ci ha giocato su persino il marketing di McDonald's, inaugurando a Milano una finta hamburgeria "d'élite" che si è poi rivelata una normalissima filiale della catena a stelle e strisce. Tra chi invece sicuramente non usurpa la fama di locale di qualità ci sono i due Mystic Burger, a Carate Brianza e a Como: un po' per la provenienza certificata degli ingredienti (i salumi, tanto per fare un esempio, vengono dal rinomato prosciuttificio Marco d'Oggiono), un po' per l'intelligenza del progetto che con l'ammiccante marchio Brianza Soul mira a mescolare il fast food con le tradizioni locali. E un po' anche per i prezzi decisamente amichevoli. Da provare, insomma, nonostante l'inevitabile affollamento e la confusione del weekend.
L'inventiva che sta dietro ai panini del Mystic è davvero notevole e i nomi in dialetto, che alludono a un'origine tradizionale, non sono certo casuali: c'è ad esempio Ul Milanes, che unisce un hamburger di vitello impanato e midollo a un condimento di crema di parmigiano e zafferano, pomodori, rucola e lingua salmistrata. Oppure Ul Caval con hamburger di cavallo, caprino, olive taggiasche, barbabietola e bacon. Ma il non plus ultra è, come dice il nome, Ul Puse Bun (il più buono): hamburger di chianina, ventricina, scamorza, melanzane, crema di gorgonzola e mortadella. Ci sono poi i panini stagionali come Ul Cassoeula (a base, ovviamente, di maiale e verza) e il debordante Ul Tracagnott con 250 grammi di chianina ripiena di nduja, più taleggio, spinaci, cipolla di Tropea e cavolo rosso. Qualità di assoluto livello, anche perché nonostante l'accumulo degli ingredienti i panini non risultano mai eccessivi e permettono di distinguere perfettamente ogni sapore. Da notare poi che ogni hamburger è abbinato a una diversa tipologia di pane artigianale (ai capperi, al mais, alla cipolla, ai cereali).
Che nulla sia lasciato al caso lo si capisce anche dalle ricche selezioni di salumi e formaggi, con mostarde e confetture, che accompagnano il menu principale. Ottime le patate fritte, servite in curiosi "dipper" da friggitrice; in alternativa alette di pollo con salsa barbecue, stick di mozzarella impanati o nuggets di pollo. Meno interessante l'offerta di dolci, ottime in compenso le birre artigianali, tra cui quelle del premiatissimo birrificio Toccalmatto (ottima l'IPA Skizoid). I prezzi sono adatti a tutte le tasche: hamburger dai 7 ai 9 euro, contorni e dolci a 4-5 euro.
L'inventiva che sta dietro ai panini del Mystic è davvero notevole e i nomi in dialetto, che alludono a un'origine tradizionale, non sono certo casuali: c'è ad esempio Ul Milanes, che unisce un hamburger di vitello impanato e midollo a un condimento di crema di parmigiano e zafferano, pomodori, rucola e lingua salmistrata. Oppure Ul Caval con hamburger di cavallo, caprino, olive taggiasche, barbabietola e bacon. Ma il non plus ultra è, come dice il nome, Ul Puse Bun (il più buono): hamburger di chianina, ventricina, scamorza, melanzane, crema di gorgonzola e mortadella. Ci sono poi i panini stagionali come Ul Cassoeula (a base, ovviamente, di maiale e verza) e il debordante Ul Tracagnott con 250 grammi di chianina ripiena di nduja, più taleggio, spinaci, cipolla di Tropea e cavolo rosso. Qualità di assoluto livello, anche perché nonostante l'accumulo degli ingredienti i panini non risultano mai eccessivi e permettono di distinguere perfettamente ogni sapore. Da notare poi che ogni hamburger è abbinato a una diversa tipologia di pane artigianale (ai capperi, al mais, alla cipolla, ai cereali).
Che nulla sia lasciato al caso lo si capisce anche dalle ricche selezioni di salumi e formaggi, con mostarde e confetture, che accompagnano il menu principale. Ottime le patate fritte, servite in curiosi "dipper" da friggitrice; in alternativa alette di pollo con salsa barbecue, stick di mozzarella impanati o nuggets di pollo. Meno interessante l'offerta di dolci, ottime in compenso le birre artigianali, tra cui quelle del premiatissimo birrificio Toccalmatto (ottima l'IPA Skizoid). I prezzi sono adatti a tutte le tasche: hamburger dai 7 ai 9 euro, contorni e dolci a 4-5 euro.
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Ristoranti
2015-04-27 18:30:45
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 27 Aprile, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Aprile 24, 2015
Recensione
Ci sono tutti i presupposti per sbagliare valutazione su questo minuscolo locale appena aperto nel centro di Busto Arsizio: inaugurato solamente nel marzo 2015, il ristorante è quindi ancora in pieno divenire, e per giunta lo abbiamo visitato soltanto a pranzo testando solo in minima parte l'offerta gastronomica. Muoviamoci dunque con prudenza, ma tanti sono gli elementi che impressionano favorevolmente: l'arredamento curato e raffinato malgrado le piccolissime dimensioni (appena 30 coperti, davvero... Quanto Basta), con tanto di cucina a vista, la cucina indubitabilmente genuina e casalinga, i prezzi decisamente contenuti. Sicuramente il primo impatto inganna perché il locale, evidentemente ricavato da un ex ufficio, sconta un aspetto esterno anonimo e poco invitante; grazie al passaparola e anche alla non usuale offerta di piatti da asporto, tuttavia, il bistrot sta conquistando una sua nicchia di clientela.
Il menu varia ogni giorno e comprende una ristretta scelta di piatti, enunciati a voce e indicati su una lavagna murale. I prezzi a pranzo variano dai 7 ai 9 euro per porzioni non elefantiache, ma neppure risicate. Noi abbiamo provato un'ottima tartare di manzo con cipolla, acciughe e uovo, dal perfetto equilibrio di sapori; nella lista c'erano però anche il risotto agli asparagi, i maltagliati tonno e cipolle e la richiestissima "pie" vegetariana di patate, piselli e zucchine. Come si vede, piatti robusti e mirati a compiacere più lo stomaco della moda. Promettente la cantina, un capitolo particolare lo meritano i dolci artigianali, come l'ottima e debordante crostata con marmellata di limoni e confettura di arance, ricoperta di cioccolato. Dettagli da limare, ma le premesse sembrano buone.
Il menu varia ogni giorno e comprende una ristretta scelta di piatti, enunciati a voce e indicati su una lavagna murale. I prezzi a pranzo variano dai 7 ai 9 euro per porzioni non elefantiache, ma neppure risicate. Noi abbiamo provato un'ottima tartare di manzo con cipolla, acciughe e uovo, dal perfetto equilibrio di sapori; nella lista c'erano però anche il risotto agli asparagi, i maltagliati tonno e cipolle e la richiestissima "pie" vegetariana di patate, piselli e zucchine. Come si vede, piatti robusti e mirati a compiacere più lo stomaco della moda. Promettente la cantina, un capitolo particolare lo meritano i dolci artigianali, come l'ottima e debordante crostata con marmellata di limoni e confettura di arance, ricoperta di cioccolato. Dettagli da limare, ma le premesse sembrano buone.
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10
Negozi
2015-04-27 18:15:18
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 27 Aprile, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Aprile 16, 2015
Recensione
L'azienda di famiglia di Marco e Vittorio Adriano affianca ai prodotti tradizionali delle Langhe (Dolcetto d'Alba, Barbera d'Alba e un eccellente Barbaresco) anche Sauvignon e Ardì, un singolare bianco secco da uve Moscato.
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Ristoranti
2015-04-02 08:55:29
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 02 Aprile, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Marzo 28, 2015
Recensione
Il nome non è un'iperbole: siamo davvero in una casa privata, anche se magari non ci abita lo chef Maurizio Moretti, visto che le due stanze del piccolo appartamento sono state entrambe adibite a ristorante. Gli arredamenti e le gigantografie d'epoca alle pareti fanno il resto, accentuando la sensazione di trovarsi in un contesto familiare. Ma se l'accoglienza è domestica, non necessariamente lo è la cucina, che spaziando dal Piemonte alla Lombardia raccoglie suggestioni dalla tradizione lasciando però il giusto spazio alla fantasia. Il risultato è un menu fatto di sapori robusti e porzioni abbondanti, un po' discontinuo nella qualità; il servizio è però sempre rapido e cortese e l'impressione generale più che buona.
Gli antipasti, numerosi e variegati, sono tra le sorprese più piacevoli del menu (enunciato sempre a voce): oltre alle immancabili alici e alle bruschette con salsa di pomodoro artigianale, troviamo salame contadino, paté di ceci e tonno pinna gialla, torta di patate e basilico, flan di carote, un originale tomino di capra con crema di lamponi e l'ottima insalata monferrina, a base di farro cotto nel sidro con melanzane, toma e peperoni. Questi ultimi, una delle specialità del paese delle "tre P" (la seconda sono i "pazzi" e la terza ve la risparmiamo), fanno capolino nei debordanti spaghetti con pomodoro e pancetta, una variante "appesantita" dell'amatriciana. Più aderenti alla tradizione gli eccellenti ravioli fatti in casa, con ripieno di brasato o di magro.
I secondi sono prevalentemente, se non esclusivamente, a base di carne: tra le varie scelte a disposizione c'è un leggero carpaccio di manzo servito con accompagnamento di ratatouille, ma il piatto più appetitoso è senza dubbio la coppa di maialino, morbida e saporita. Meno convincente, per cottura ed equilibrio, il filetto di maiale al tartufo. I dolci sono tra i riconosciuti punti di forza della casa e lo testimoniano sia la millefoglie alle fragole, sia una pregiata Sacher. Discretamente fornita la cantina che comprende molti vini dell'Oltrepò, come la buona Bonarda Monterucco, il Buttafuoco dei Viticoltori del Bronese e il Moscato Primi Fiori (sempre di Monterucco); non manca qualche incursione piemontese con il Nebbiolo della cantina Le Terre. Finale con grappa a volontà.
Gli antipasti, numerosi e variegati, sono tra le sorprese più piacevoli del menu (enunciato sempre a voce): oltre alle immancabili alici e alle bruschette con salsa di pomodoro artigianale, troviamo salame contadino, paté di ceci e tonno pinna gialla, torta di patate e basilico, flan di carote, un originale tomino di capra con crema di lamponi e l'ottima insalata monferrina, a base di farro cotto nel sidro con melanzane, toma e peperoni. Questi ultimi, una delle specialità del paese delle "tre P" (la seconda sono i "pazzi" e la terza ve la risparmiamo), fanno capolino nei debordanti spaghetti con pomodoro e pancetta, una variante "appesantita" dell'amatriciana. Più aderenti alla tradizione gli eccellenti ravioli fatti in casa, con ripieno di brasato o di magro.
I secondi sono prevalentemente, se non esclusivamente, a base di carne: tra le varie scelte a disposizione c'è un leggero carpaccio di manzo servito con accompagnamento di ratatouille, ma il piatto più appetitoso è senza dubbio la coppa di maialino, morbida e saporita. Meno convincente, per cottura ed equilibrio, il filetto di maiale al tartufo. I dolci sono tra i riconosciuti punti di forza della casa e lo testimoniano sia la millefoglie alle fragole, sia una pregiata Sacher. Discretamente fornita la cantina che comprende molti vini dell'Oltrepò, come la buona Bonarda Monterucco, il Buttafuoco dei Viticoltori del Bronese e il Moscato Primi Fiori (sempre di Monterucco); non manca qualche incursione piemontese con il Nebbiolo della cantina Le Terre. Finale con grappa a volontà.
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Negozi
2015-03-31 20:13:29
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 31 Marzo, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Marzo 25, 2015
Recensione
In attività dagli anni Settanta, oggi questa azienda vinicola gestisce anche lo scenografico agriturismo Valcrosa, a due passi dal mare. Tra i vini brillano naturalmente il Vermentino e il Pigato, entrambi di ottima qualità.
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Negozi
2015-03-31 20:12:11
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 31 Marzo, 2015
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Marzo 25, 2015
Recensione
A due passi dal confine con la Slovenia i fratelli Skok producono bianchi di altissima qualità come Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon e il premiatissimo Zabura, che sarebbe poi l’ex Tocai, da abbinare al prosciutto di Cormons. Ma il vero asso pigliatutto dell’azienda è indubbiamente il Bianco Pe/Ar, un blend di Pinot Grigio, Sauvignon e Chardonnay, quest’ultimo raccolto in vendemmia tardiva e affinato in parte in barrique: il risultato è un vino complesso e armonioso, quasi da meditazione.
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