Opinione scritta da Locuste

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Bar & Pub
 
2017-06-15 12:54:06 Locuste
Opinione inserita da Locuste    15 Giugno, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 09, 2017
Recensione
Uno dei locali più frequentati della North Side di Dublino: unisce un ampio bar, con vasto assortimento di birre alla spina e cocktail, a una sala concerti che ospita ogni settimana serate a tema e artisti internazionali.
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Bar & Pub
 
2017-06-15 12:51:20 Locuste
Opinione inserita da Locuste    15 Giugno, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 09, 2017
Recensione
Intorno a questo locale si è sviluppato in breve tempo un vero e proprio "quartiere italiano" sulla riva nord della Liffey. Caffè e spritz la fanno da padroni, ma soprattutto ogni venerdì sera i gestori (ovviamente italiani) si scatenano con l'aperitivo a buffet, con tanto di pizze fritte, salumi e formaggi provenienti dal bel paese.
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Bar & Pub
 
2017-06-15 12:47:00 Locuste
Opinione inserita da Locuste    15 Giugno, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 08, 2017
Recensione
Uno dei pub storici di Dublino, proprio nel cuore del quartiere turistico di Temple Bar. Due ampie sale con giganteschi banconi, musica dal vivo e maxischermi per le partite, senza contare i locali al piano superiore. Adiacente al pub c'è un ristorante con cucina tipica irlandese (a prezzi abbastanza alti).
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Bar & Pub
 
2017-06-15 12:43:29 Locuste
Opinione inserita da Locuste    15 Giugno, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 07, 2017
Recensione
Appena ai margini del "carnaio" di Temple Bar, un pub piuttosto tranquillo in cui però è possibile assistere quasi ogni sera a spettacoli di musica dal vivo. Guinness e Smithwick's alla spina a volontà.
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Ristoranti
 
2017-05-23 15:01:18 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    23 Mag, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 13, 2017
Recensione
Tra i moltissimi pregi della cucina valtellinese non c'è certamente la varietà: doppio merito quindi a chi riesce a reinterpretare con un pizzico di creatività i grandi classici delle montagne in provincia di Sondrio e a valorizzare le gustosissime eccellenze del territorio. Questo è sicuramente il caso del Filò, universalmente riconosciuto come il ristorante di maggiore qualità di Bormio e non per caso. Parte del merito va indubbiamente all'atmosfera: il locale è ricavato da un vecchio fienile e da una stalla con volte in pietra, risalenti al '600, che aggiungono non poco fascino all'esperienza. Il resto però è tutto farina del sacco della cucina, tanto raffinata quanto aderente alla tradizione. I prezzi non sono bassissimi (45-50 euro per una cena completa) ma ben meritati anche per la cura nel servizio e nella presentazione dei piatti.

Il ristorante offre diverse tipologie di menu degustazione, tra cui quello dedicato all'associazione del Buon Ricordo, a cui il locale è affiliato: il piatto speciale, in questo caso, sono i cilindri di maialino in porchetta con crema al bianco chiavennasca e lasagnetta di patate, porcini e bitto.
Andiamo però con ordine e iniziamo dagli antipasti, tra cui troneggiano gli sciatt, le caratteristiche frittelline ripiene di formaggio, e l'immancabile bresaola in varie forme: ottimi gli "agnolotti" di bresaola (così chiamati solo per la forma!) serviti con verdurine croccanti in carpione. Più elaborate le lumache in guazzetto e, soprattutto, la millefoglie di mela verde con battuta di cervo e maionese di rape. Tra i primi sono ovviamente imperdibili i pizzoccheri, qui particolarmente sottili e perfettamente amalgamati con il condimento; un peccato però non concedersi qualche escursione tra le altre proposte, tra cui l'invitante risotto con Nebbiolo, gelato di patate (!), bitto e speck, e gli gnocchi di polenta su salsa di melanzane affumicate con salsiccia e casera.

Anche nel campo dei secondi c'è una proposta più legata alla tradizione: la grigliata "bastonata", ovvero diversi tagli di carne arrotolati attorno a un bastone di legno passato sulla griglia. Per la precisione si tratta di cervo, maiale e manzo, ciascuna in abbinamento a un salume (lardo, speck e pancetta) per un piatto sfizioso ma anche sostanzioso. In alternativa, tra l'altro, ossobuco di vitello affumicato e hamburger di cervo. Da non perdere anche i dolci, tra cui la splendida mela meringata al Nebbiolo, con crema bavarese alla cannella e salsa al caramello salato, ma anche l'ananas caramellato con sorbetto di arancia e carota. Fornitissima la cantina, con più di 250 etichette disponibili, tra cui tutte le migliori della Valtellina: consigliamo per rapporto qualità-prezzo i sempre ottimi vini delle cantine Triacca (in particolare Casa La Gatta e la relativa Riserva). Per chiudere, e per digerire, impossibile non concedersi - almeno - un bicchierino di Braulio!
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Ristoranti
 
2017-05-19 16:19:02 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
9.0
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    19 Mag, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 07, 2017
Recensione
Un ristorante che ha sede nel centro storico di Pesaro deve scontrarsi prima di tutto con l'agguerritissima concorrenza: un nome per tutti, quello della storica Osteria La Guercia, una delle primissime mete visitate dalle Locuste! L'osteria Pasqualon ha scelto tutt'altra strada, focalizzandosi su pochi e semplici piatti e una discreta offerta di pizze e proponendosi come un locale alla mano, ideale per un pranzo o una cena poco impegnativa. Tuttavia, l'attenzione alle materie prime e alla presentazione dei piatti, e soprattutto l'estrema abbondanza delle porzioni abbinata a prezzi piuttosto contenuti, ne fanno una meta decisamente meritevole per una sosta senza troppo pretese.

Il locale, come detto, è anche un'apprezzata pizzeria che nella sua lista include, accanto ai gusti più classici, anche qualche escursione creativa: ad esempio la pizza Pasqualon, con caciotta di Urbino, speck e radicchio, o quella Armida, con dadolata di pecorino, guanciale e finocchietto selvatico. La cucina vera e propria invece è robusta ed efficace a partire dagli antipasti: salumi e formaggi marchigiani (tra cui salame del Montefeltro, salsiccia, lardo e lonza), ma anche i prelibati e debordanti crostini misti con pomodori, formaggi e verdure grigliate, a soli 5 euro. Essenziali ma interessanti anche i primi (8 euro): gnocchi all'anatra, tagliatelle con pendolini, salsiccia e asparagi, pappardelle al cinghiale, tortelli al formaggio di fossa.

Quando si tratta di carne alla griglia la cucina dà il meglio di sé: ottima la tagliata di vitellone bianco del Montefeltro, servita con abbondantissimo contorno di patate al forno e condimenti ben assortiti (ben tre tipologie di sale). In alternativa la fiorentina della stessa razza, ma anche il filetto ai ferri e il vitello alla marchigiana (con polenta). Ridotta la scelta di dolci, dal tiramisù alla cheesecake. Da elogiare invece l'attenzione alle bevande: ben selezionate sia le birre artigianali delle tenute Collesi, sia i vini, tra cui spicca il Sangiovese Mancini. Infine le grappe, anch'esse Collesi e tutte legate al territorio: si possono assaggiare quelle di Montepulciano, Verdicchio e Lacrima di Morro d'Alba.
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Ristoranti
 
2017-05-19 15:42:42 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    19 Mag, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Mag 07, 2017
Recensione
Più che un'osteria, la si potrebbe definire un museo: ma del resto è tutto il paese di Santarcangelo di Romagna a essersi ormai trasformato in una splendida esposizione a cielo aperto, grazie anche al fondamentale contributo "promozionale" del poeta Tonino Guerra, che della Sangiovesa era un assiduo frequentatore. I suoi versi fanno bella mostra di sé alle pareti di mattoni a vista del settecentesco Palazzo Nadiani, insieme ad antiche ceramiche, utensili, bottiglie e locandine d'epoca; non solo, ma dall'interno del ristorante si può accedere alle magnifiche cantine scavate nel tufo, alcune delle quali utilizzate ancora oggi come dispensa. Insomma, un luogo di cultura non solo gastronomica, in cui ogni particolare è studiato per offrire un'esperienza sensoriale perfetta: persino le piadine sono preparate "a vista". Unica pecca i prezzi, non proprio da osteria, anche se giustificati dall'elevata qualità delle materie prime.

I prodotti che arrivano in tavola alla Sangiovesa, infatti, arrivano quasi esclusivamente dalle Tenute Saiano di Montebello di Torriana, a pochi km da Santarcangelo, dove vengono allevati asini, maiali, capre, pecore, polli e conigli, piccioni e anatre, e coltivati vite, ulivo e ogni tipo di verdura. Con queste premesse, ad aprire il pasto non può che esserci un piatto di salumi di squisita perfezione: salame, fiocco di prosciutto, coppa stagionata, pancetta stesa, salsiccia passita, lardo, goletta e "Testarda", il tutto accompagnato dalla freschissima piadina locale (compresa nel coperto). In alternativa ricotta o squacquerone (tutti i formaggi provengono dal caseificio Pascoli), verdure sottolio, cassoni alle erbe. Anche i vini arrivano dalle Tenute Saiano: eccellente il Sangiovese Riserva "Montebello".

Primi tutti a base di pasta fatta in casa (12 euro): da provare i deliziosi gnocchi di ricotta con crema di fossa, asparagi croccanti e saba (mosto). Oltre alle classiche tagliatelle al ragù e alle lasagne verdi attirano gli strozzapreti con pasta di salame e i ravioli con ragù di galletto e stridoli. Tra i secondi domina ovviamente la carne: piccione al girarrosto, pollastra alla cacciatora, coniglio in porchetta, e poi filetto di manzo e intercostata di scottona del Montefeltro (dai 16 ai 24 euro). Invitante anche la selezione di formaggi, che spazia dal "mucchino" al pecorino di fossa. Da non perdere i dolci: eccellente la zuppa inglese al cucchiaio, ispirano la torta squacquerone e fichi e la pera ubriaca al Sangiovese, oltre al gelato. Per chiudere, non mancano nocino, anice, liquore di ciliegie e persino un amaro al carciofo.
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Ristoranti
 
2017-04-14 18:24:59 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.5
Prezzo 
 
5.0
Opinione inserita da Locuste    14 Aprile, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2017
Recensione
Nella spettacolare cornice della costa nord-orientale della Sardegna, presa d'assalto in estate da miriadi di turisti, il paese di Golfo Aranci è tra i pochi che si mantengono "vivi" anche nei mesi invernali, grazie all'attività del suo porto e dei pescatori che riforniscono una serie di interessanti ristorantini. Tra questi il Gambero Ghiotto è un costante punto di riferimento, malgrado il recente cambio di gestione che ha portato tra l'altro a un passaggio di... grado: da "trattoria" a "ristorante". Appellativo peraltro pienamente giustificato dalla graziosa e curata cornice in stile marinaresco, dal servizio impeccabile e dalla presentazione delle portate; quello che colpisce però è soprattutto l'eccellente qualità dei piatti, legata non solo alla freschezza delle materie prime, ma anche a una ricerca culinaria non banale. Il tutto a prezzi tutt'altro che eccessivi.

Il pesce è, naturalmente, il filo conduttore del menu, anche se non manca uno sperimentale "percorso di terra" che comprende, tra l'altro, culurgiones e filetto o tagliata di scottona sarda. Consigliamo comunque di concentrarsi sul mare, a partire dallo spettacolare vassoio di crudi con gamberi, scampi e ostriche (30 euro per due persone); eccellente anche la tartare di tonno con delicata marinatura (14 euro). In alternativa, sautè di cozze e coda di gambero croccante. Molto ben selezionata la cantina, che comprende una serie di ottimi bianchi per tutti i gusti e tutte le tasche: dal floreale S'Eleme di Monti al celebrato Ruinas delle cantine Depperu.

I primi piatti (14-17 euro) sono di assoluta qualità: impeccabili gli spaghetti alla chitarra con frutti di mare, paradisiaci i paccheri con dadolata di spada, asparagi e limone. Raffinata anche l'alternativa costituita dal tortello ripieno di gamberi su crema di bufala e asparagi crudi. Più tradizionali i secondi, dalla grigliata mista (22 euro) alla frittura di pesce o di calamari; fa eccezione lo sfizioso cubo di tonno su crema di cannellini e cipolla di Tropea (18 euro). Impossibile, in chiusura, non concedersi una seadas, qui presentata con accompagnamento di miele d'arancia che rende ancora più azzeccato l'abbinamento con il suo dolce ripieno. In definitiva, una piacevolissima sorpresa.
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Ristoranti
 
2017-04-14 18:04:22 Locuste
Voto medio 
 
7.0
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
4.0
Opinione inserita da Locuste    14 Aprile, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 08, 2017
Recensione
Si autodefinisce "Mariscos restaurant", ma da queste parti le suggestioni spagnoleggianti non sono certo una novità: assai più originale la scelta di aprire un ristorantino di pesce e frutti di mare nel pieno centro storico di Sassari, storicamente dominato dalla cucina di terra. L'idea è vincente soprattutto nella stagione estiva, grazie ai piacevoli tavolini esterni che si affacciano sul riqualificato slargo di via del Fiore, mentre gli ambienti interni sono un po' sacrificati. Anche i prezzi, piuttosto elevati, sono poco usuali per il contesto cittadino, ma la clientela premia giustamente la qualità delle materie prime e la ricercatezza delle preparazioni, oltre all'atmosfera discreta e raccolta.

A fare la fortuna del ristorante è tra l'altro l'ampia disponibilità di pesce crudo, amatissimo dai frequentatori: il trionfo di crudo (40 euro) comprende gamberi, scampi, ostriche, tartufi e tartare di tonno. La tartare (15 euro) è disponibile anche di scampi, gamberi e pescato del giorno; in alternativa le classiche cozze e vongole in zuppa o alla marinara, insalata di mare o polpettine di gamberi e melanzane. Tra i primi, immancabile la paella ai frutti di mare (26 euro per due persone) così come la fregola, anch'essa con frutti di mare oppure alle vongole e carciofi. I paccheri con calamari e cozze e gli spaghetti alle vongole e bottarga completano un'offerta che, comunque, si arricchisce quotidianamente con le proposte del giorno.

I secondi si basano naturalmente sul pescato del giorno: noi abbiamo provato un ottimo pesce cappone in umido con patate al forno. La grigliata mista (26 euro per due) comprende gamberi, scampi e calamari; il fritto misto (13 euro) calamari e gamberi. Anche qui chiedere al personale per diverse proposte alternative. Pochi ed essenziali i dolci, tra cui non mancano le seadas. Molto ben fornita invece la cantina, con diverse bottiglie di qualità, ovviamente soprattutto sul fronte dei bianchi: si va dal Canayli della cantina Gallura al celebre Ruinas (cantine Depperu). Non a caso, il locale funge anche da wine bar fuori dagli orari dei pasti. Una menzione infine per la spontanea cortesia del servizio, per nulla scontata!
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Ristoranti
 
2017-04-14 17:34:45 Locuste
Voto medio 
 
7.4
Qualità 
 
6.5
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    14 Aprile, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Aprile 07, 2017
Recensione
Premessa doverosa: il pane frattau è una specialità a base di pane carasau, la tipica "carta da musica" sarda, imbevuto nel brodo di pecora per ammorbidirlo e ricoperto di sugo di pomodoro, pecorino e uovo in camicia. Fino a pochi anni fa era materia esclusiva per sagre di paese e magari qualche sperduta trattoria di campagna; ai fratelli Pintus, titolari dello storico ristorante "Li Lioni" nei pressi di Porto Torres, si deve l'idea di recuperarlo dal dimenticatoio, riproporlo in versione modernizzata e infine costruirgli intorno un intero locale. La Panefratteria, infatti, è un astuto ed efficace adattamento della tradizione al modello della pizzeria: il pane frattau diventa la base per diverse miscele di ingredienti e, visto il suo notevole apporto calorico, costituisce il piatto unico di un pasto veloce ed economico. Magari i palati più raffinati non apprezzeranno, ma la formula è perfetta e fin qui ha garantito il totale successo sia a pranzo sia a cena, anche grazie alla location nel pieno centro di Sassari.

Il pane frattau "classico" e le sue diverse varianti hanno prezzi abbordabilissimi, dai 7 ai 10 euro. Il ripieno dipende dal periodo dell'anno: a seconda della stagione lo si può gustare con piselli, favette, melanzane (ottimo), carciofi, zucca, asparagi, o ancora con ricotta mustia (salata e affumicata), con ghisadu (spezzatino di carne) e alla campidanese (con sugo di salsiccia). A completare il menu ci sono altri piatti a base di pane come la zuppa gallurese, su zichi (pane morbido e circolare) con pomodoro o ghisadu, il pane cottu di Osilo. Per gli incontentabili non mancano taglieri di salumi, una selezione di formaggi, zucchine con menta e ricotta e persino il pecorino arrosto. Tra i dolci, a parte la ricotta fresca con miele e le immancabili seadas, spiccano la covazzella d'elda (pane dolce con ciccioli) e sa timballa, antico dolce a base di latte e uova, simile a un flan. Discreto il vino rosso della casa, in alternativa una piccola selezione di vini locali e anche qualche birra artigianale della locale P3 Brewing Company.
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