Opinione scritta da Locuste

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Ristoranti
 
2017-12-12 16:23:03 Locuste
Voto medio 
 
6.8
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    12 Dicembre, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Dicembre 02, 2017
Recensione
Una tendenza molto in voga negli ultimi anni è l'esportazione di locali tipici di determinate città o territori in luoghi anche lontanissimi dalla zona d'origine. Si tratta in realtà di una novità solo apparente: basti pensare alla diffusione della pizza nel Nord Italia, e da lì in tutto il mondo... Al giorno d'oggi, però, la tecnica si è affinata, affidandosi a moderne catene di franchising e studiate strategie di marketing. Un esempio perfetto è la Salsamenteria di Parma, che naturalmente non esiste nella presunta città d'origine ma ha due sedi a Milano e due in Francia (Cannes e Parigi), e si ispira alla formula delle vecchie osterie emiliane: taglieri di salumi, robusti piatti a base di pasta artigianale e carne suina, vino nelle scodelle, tovaglie di carta e atmosfera rustica. Tutto "finto", naturalmente, ma le materie prime originali e di gran qualità e l'abbondanza delle porzioni bastano a garantire il pollice in su.

Parlando del ristorante di via San Pietro all'Orto, adiacente a piazza San Babila (l'altro è nel quartiere Brera), bisogna fare attenzione alle dimensioni: il locale, disposto su due livelli, è davvero piccolo e sempre affollato, tanto da costringere spesso i commensali a un "tetris" con i tavoli per evitare gomitate durante il pasto. Ma tutto sommato la convivialità ne guadagna. Venendo alla tavola, i salumi sono ovviamente uno dei piatti forti e spesso anche unici: prosciutto di Parma, culatello, culatta, fiocchetto, salame di Felino, spalla di San Secondo, strolghino (salame di culatello), coppa, pancetta e mortadella, tutti serviti con salsine a scelta (parmigiano, carciofi, salsa rossa, salsa verde, scalogno e giardiniera). I prezzi vanno dai 4 ai 43 euro a seconda di qualità del salume e dimensioni del tagliere: l'ideale è optare per vassoi misti dai 15 ai 35 euro (quello medio è ideale per due persone, il grande per tre). Oltre ai salumi sono disponibili anche panini, piatti freddi (caprese, burrata) e bruschette.

Molto accattivante l'offerta dei primi (9-10 euro): anolini in brodo o nella variante "di Zibello" (con ragù di culatello), tortelli d'erbetta, di zucca o al tartufo con gnocchi e parmigiano, lasagne e gnocchi di patate con vari condimenti, oltre alle zuppe del giorno. Da non perdere però anche i secondi, tra cui culatello arrosto, mariola (sorta di cotechino della bassa parmense) e salsiccia di strolghino, serviti con un ottimo purè di patate (piatti misti a 12-16 euro). Stuzzicanti pure i guancialini al Lambrusco con polenta fritta (14 euro) e la trippa alla bussetana. Trascurabili i contorni, tra i formaggi domina ovviamente il Parmigiano, accompagnato dalla caciotta di Parma. Dolci essenziali e robusti: sbrisolona con zabaione e salame di cioccolato tra i migliori. I vini, da bere come detto nella scodella, sono pochi ma ben selezionate: due cantine tra Parma e Reggio per il Lambrusco (Ariola e Quarticello) e qualche incursione nelle specialità di altre regioni. In lista anche le birre artigianali del Birrificio Farnese, sempre di Parma.

Il locale funziona anche come salumeria da asporto, con vendita di salumi affettati o interi, formaggi, salse e altri prodotti tipici.
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Ristoranti
 
2017-12-06 15:03:36 Locuste
Voto medio 
 
7.0
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    06 Dicembre, 2017
Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 2019
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Gennaio 11, 2019
Recensione
In una zona a due passi dalla stazione Centrale (a forte rischio di "trappole per turisti") e da tempo dominata dalla presenza cinese, sorge un po' inaspettato questo piccolo ristorante senza troppe pretese, ma sobriamente elegante, con tutte le cose al posto giusto. Il nome rende giustizia fino a un certo punto alla cucina: la specialità della casa è senza dubbio la carne alla griglia, ma i cognomi dei proprietari (Sedda & Faedda) denunciano chiare origini sarde, che si riflettono in poche e apprezzatissime "perle" all'interno del menu. Servizio efficiente e cantina molto ben fornita sono gli altri punti di forza del locale, che ha prezzi non economici ma più che onesti: per una cena completa si spendono tra i 40 e i 50 euro.

Il menu si apre con antipasti robusti e non particolarmente originali, con due eccezioni: la sfiziosa insalata di bottarga (15 euro) e la bresaola proveniente da Campodolcino, in Valchiavenna. Non che il resto sia disprezzabile: mozzarella di bufala, crostini al lardo, prosciutto di Parma, salame felino e pancetta steccata (tutto tra gli 8 e i 10 euro). Molto interessanti invece i primi, equamente divisi tra due tradizioni regionali: da una parte c'è il risotto alla milanese (9 euro), molto apprezzato anche dagli autoctoni, e dall'altra i piatti di origine isolana come gli gnocchetti alla campidanese, gli spaghetti alla bottarga e l'ottima fregola sarda, nella versione con carne e verdure (10 euro), ma anche gli eccellenti ravioli artigianali (ripieni di ricotta e spinaci) con sugo di pomodorini. Tra gli altri piatti incuriosiscono le pappardelle "alla Sbornia", ovviamente con salsa... alcolica.

Il vero piatto forte arriva naturalmente in tavola con i secondi: pochi, ma ben rappresentativi, i tagli di carne, dalla fiorentina (55 euro/kg) al filetto (25 euro). Tra le proposte più interessanti, per due persone, ci sono la doppia entrecote all'antica (50 euro) con abbondante contorno di verdure alla griglia, lo Chateaubriand e il filetto alla Robespierre; in alternativa cotoletta alla milanese, rognoni e, solo su prenotazione, agnello o maialino sardo. Da assaggiare anche i formaggi, ovviamente pecorino sardo e la meno nota ricotta mustia (stagionata e salata); meno interessanti invece i dolci, tra cui però spiccano le "mitiche" seadas, discretamente riuscita. La cantina, come detto, è uno dei punti di forza del locale: rappresentate quasi tutte le regioni italiane, anche se la nostra scelta è caduta ancora una volta sulla Sardegna e precisamente sui vini delle tenute Pala (segnaliamo l'eccellente Monica). Inevitabile il mirto per chiudere un pasto molto soddisfacente.
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Ristoranti
 
2017-11-30 15:52:04 Locuste
Voto medio 
 
6.8
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    30 Novembre, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 25, 2017
Recensione
I ristoranti che fanno della carne il fulcro della propria attività non mancano certamente nella zona di Legnano e nelle immediate vicinanze: ultimamente, anzi, l'offerta si è ampliata a dismisura. Dalla Padella alla Brace è uno degli indirizzi più "vecchi" (si fa per dire), malgrado l'aspetto moderno e invitante degli interni, e rappresenta un punto fermo per chi ama la carne alla griglia senza troppi ammennicoli. L'atmosfera è calda e accogliente, e le lamentele di alcuni clienti sul servizio un po' brusco non trovano riscontro nella nostra esperienza: il difetto, semmai, è nel conto che si alza un po' troppo con i prezzi di antipasti, dolci e altri elementi secondari. Ma il locale resta un punto di riferimento per gli appassionati delle grigliate di qualità, anche grazie alla posizione comodissima, a pochi chilometri dall'autostrada.

Il locale, strutturato in due ampie sale, offre anche servizio di pizzeria, ma non è certamente questo il cavallo di battaglia della casa: decisamente meglio concentrarsi sui secondi di carne, anche se il resto del menu non è da trascurare. Per esempio i grandi taglieri di antipasti (14 euro) meritano un assaggio: il migliore è quello toscano, con punte di eccellenza come lardo o finocchiona, ma ci sono anche incursioni nel territorio pugliese e in quello sardo. Ottimi anche i primi, almeno a giudicare dai pici cacio e pepe, perfetti nel condimento e anche nella presentazione. Decisamente ben selezionata la cantina, con bottiglie interessanti da diverse regioni, come l'arcinoto Buio delle cantine sarde Mesa o l'Insoglio del Cinghiale della Tenuta di Biserno.

Tutto il percorso fin qui descritto deve comunque essere considerato una preparazione alla portata principale, ovviamente la carne, di tutti i tagli immaginabili e di diverse provenienze (manzo irlandese, Black Angus, chianina su tutte). La fiorentina, proposta a un prezzo più che onesto di 42 €/kg, è la regina della tavola ed è protagonista di un menu speciale a metà prezzo (il giovedì sera); ma ci sono anche tagliata, rib eye e l'ottima costata da 600 grammi. Taglio particolare è il "cube" da 400 grammi, che comprende le prime quattro vertebre dorsali del manzo (irlandese, argentino o uruguaiano). Il tutto accompagnato da abbondanti contorni di patate al forno o fritte.
L'offerta di dolci, enunciata solo a voce dal personale, è molto ampia e variegata ma non memorabile, malgrado le porzioni imponenti: segnaliamo comunque il crumble di mele e un discreto tiramisu. Il conto finale, compresi caffè e amaro, è da prevedere intorno ai 45-50 euro.
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Ristoranti
 
2017-10-20 12:59:53 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    20 Ottobre, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Ottobre 06, 2017
Recensione
Ai piedi delle colline piacentine e lungo le valli che si dirigono verso l'Appennino ci sono rifugi storici e accoglienti per i gastronomi professionisti e non. Partendo dal capoluogo non bisogna percorrere neppure troppi km per raggiungere la Bellaria, un rustico angolo di paradiso dedicato alla celebrazione delle specialità emiliane. Noi lo abbiamo scoperto grazie alla benemerita Confraternita dei Grass, da sempre nostri numi tutelari per le missioni a Piacenza e dintorni, e con loro abbiamo partecipato alla Grande cena dei Funghi, un evento - come si può intuire dal nome - incentrato su un menu a tema autunnale; la trattoria però offre una squisita accoglienza in tutte le stagioni, a prezzi davvero modici e con scrupolosa aderenza alle ricette del territorio.

Qualunque sia la scelta del menu, inevitabile aprirlo con gli spettacolari salumi stagionati direttamente nella cantina del locale: salame, coppa e pancetta, a cui si aggiungono di volta in volta culatello, crudo di Parma o ciccioli (anche noti qui come graséi). Il tutto accompagnato da torta fritta, o chisulén, davvero impeccabile. La nostra cena è poi proseguita con una deliziosa insalata di porcini, frittata ai funghi e crostini ai funghi; come primi piatti, l'inevitabile - e quasi perfetto - risotto ai porcini si accompagnava a ottimi tagliolini ai funghi. Il piatto più stuzzicante è forse il secondo, composto da un tris di porcini: dorati e fritti (eccezionali), trifolati e al cartoccio, e da funghi al guazzetto. Infine, un assaggio di dolci con la torta pere e cioccolato e l'artigianale zabaione alle fragole.

Al di fuori degli eventi speciali, il menu propone anche molti altri piatti della tradizione piacentina: primi fra tutti gli immortali pisarei e fasö, ma anche i "turtéi" con ricotta e spinaci e a gli anolini in brodo o al sugo, tutti a base di pasta fatta in casa. Ottimi anche i secondi di carne come la "piccola" di cavallo con polenta, la tasca di vitello alla piacentina e l'anatra al forno; per gli amanti del genere non manca poi la carne alla brace, di ogni taglio e cottura. Infine, una degna chiusura con la ciambella piacentina (buslàn) e torte e crostate artigianali.
Un capitolo a parte lo meritano i vini: la trattoria raccoglie infatti un'accurata selezione dei prodotti di una dozzina di cantine locali. Dominano ovviamente il Gutturnio e l'Ortrugo, i vitigni principi della zona, ma c'è spazio per bottiglie anche pregiate di Malvasia, Monterosso Val d'Arda, Sauvignon, Barbera, Bonarda. Discreta, per chiudere, pure l'offerta di grappe e liquori.
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Ristoranti
 
2017-09-22 14:33:50 Locuste
Voto medio 
 
7.4
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    22 Settembre, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 12, 2017
Recensione
La visita a un agriturismo di Stintino si accoglie sempre con un pizzico di inevitabile diffidenza: prima di tutto perché la località all'estremo Nord Ovest della Sardegna è il borgo di pescatori per antonomasia, quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo dell'agricoltura e dell'allevamento, e poi perché Stintino, a dispetto delle sue incantevoli spiagge, non ha mai dimostrato una grande vocazione all'accoglienza nei confronti dei turisti, specie nel campo della ristorazione. Eppure il ristorante di Pietro Depalmas, immerso nella campagna ma a pochissimi km dal paese, è destinato a smentire tutti i pregiudizi: forte di una lunga esperienza, il locale unisce i classici pregi dell'agriturismo (abbondanza delle porzioni e ingredienti genuini) a una qualità inappuntabile della cucina, e condisce il tutto con un prezzo assolutamente abbordabile. Una meta ideale per i viaggiatori di passaggio a Stintino, ma che potrebbe riservare qualche sorpresa anche ai locali.

Il menu della cena, ovviamente fisso, si apre con una serie di antipasti di ottima fattura: salumi (lardo e salsiccia su tutti), pecorino fresco e stagionato, formaggio spalmabile, ricotta fresca in grande quantità, frittatine di verdure, sottaceti e anche qualche piatto per i palati più "allenati", come le interiora in umido. La sorpresa più gradita è però sicuramente il vino: non il solito rosso della casa ma un Cannonau di tutto rispetto, quello delle cantine Sella & Mosca di Alghero, servito in bottiglia e fino ad esaurimento. Per 35 euro (questo il conto finale) non è certo un'offerta da poco.

I primi sono abbondantissimi e di buon livello: non si spezza nemmeno in quest'occasione la classica accoppiata tra i ravioli di ricotta (eccellenti) e gli gnocchetti sardi al sugo di carne. Per entrambi, il bis è quasi inevitabile, ma va conservato un po' di spazio per il secondo: l'immancabile porcetto sardo (non chiamatelo "porceddu", per carità), accompagnato da patate al forno e perfetto nella cottura, morbido all'interno e ricoperto da cotenna croccante. Cosa chiedere di più? Ovviamente le seadas, degna chiusura del pasto, e anche qui ampiamente soddisfacenti. Chiusura con fiumi di mirto, alloro e filu 'e ferru per non farsi mancare davvero nulla dell'atmosfera isolana.
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Ristoranti
 
2017-09-08 17:17:50 Locuste
Voto medio 
 
6.8
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    08 Settembre, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 29, 2017
Recensione
La Val d'Intelvi, che si estende tra il Lago di Como e quello di Lugano, richiama alla mente panorami spettacolari, lunghe camminate tra le cime e, naturalmente, sostanziose mangiate di robusti e genuini piatti montani. Ma a pochi chilometri dalla famosa (e famigerata) statale Regina, che costeggia questo ramo del Lario, ci si può anche imbattere in un ristorante "d'atmosfera" come La Brea, tra vasi di gerani, eleganti impiattamenti e lumi di candela: insomma, il luogo ideale per una cena romantica in riva al lago (o quasi). Questo non vuol dire che, al di là della forma, il locale non abbia nulla da offrire il palato: carne e, soprattutto, pesce di lago sono gli ingredienti base di un menu decisamente interessante, anche se a prezzi non proprio contenuti.

Per prendere confidenza con il luogo l'ideale è concedersi in apertura proprio un piatto misto di pesce di lago (12 euro), che comprende assaggi di lavarello, agone e alborelle in tutte le preparazioni possibili: in carpione, in salsa verde, come carpaccio o sotto forma di patè. Alternative valide, tra gli 8 e i 14 euro, sono l'anatra affumicata su tortino di quinoa, lo strudel di cipolle di Tropea e il foie gras con marmellate. Tra i primi (10-12 euro), davvero deliziosi i soffiatelli con speck e finferli, così come il risotto La Brea (con zafferano e crema di porcini); il menu comprende anche gli immancabili pizzoccheri, ma è decisamente meglio puntare su un piatto più consono allo spirito del locale come le tagliatelle con missoltino, olive e segrigiola (una varietà di maggiorana).

Tra i secondi il pesce di lago, rappresentato dal lavarello burro e salvia (18 euro), cede il passo alla carne: la succulenta coscia d'oca farcita con salsa ai mirtilli, ma anche tagliata di vitello, filetto di manzo scottato alla pancetta e persino le esotiche costolette di agnello neozelandese al rosmarino (20 euro). Decisamente più legata al territorio la selezione di formaggi delle alpi lariane, servita a 12 euro. Stuzzicanti i dolci (8 euro), in particolare le frittelle di mele alla cannella con crema di vaniglia e il fagottino dolce alle pesche e mandorle tostate. Ben selezionata la cantina, con vini interessanti da ogni regione d'Italia.
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Ristoranti
 
2017-07-27 15:55:26 Locuste
Voto medio 
 
8.0
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
9.0
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
5.0
Opinione inserita da Locuste    27 Luglio, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 21, 2017
Recensione
Più che un ristorante, un gradito e sentitissimo omaggio ai bei tempi che furono. la trattoria Da Piero si affaccia proprio sulla piazza centrale di Mondello, dove una volta (neppure troppi anni fa) si affollavano le bancarelle dei pescatori che proponevano frutti di mare crudi e pesce cucinato al momento. Tra loro c'era anche il nonno dell'attuale titolare, che ancora oggi è tra i principali "fornitori" della trattoria con i suoi polpi appena pescati; se a questo si aggiunge che insieme a Piero lavora in sala anche suo figlio, si può comprendere quanto la storia di un'attività talvolta coincida con quella di una famiglia e, in buona parte, di un paese intero. Non sorprende, quindi, che Piero metta in bella mostra il pescato del giorno sul bancone all'ingresso, e che sempre sul bancone cucini davanti agli occhi di tutti i commensali; né stupisce la particolare accoglienza riservata agli avventori, trattati come ospiti più che come clienti.

Il ristorante è aperto virtualmente tutto il giorno, dal pranzo a sera inoltrata, in modo da intercettare sia i numerosi stranieri al rientro dal mare, sia i ritardatari che si avventurano in piazza in cerca di cibo anche ben oltre le 23. Viste le premesse, inutile dire che il menu varia in base alla disponibilità di materie prime: si mangia quello che offre il mare, e affidarsi all'inventiva del cuoco è sempre una buona idea, anche perché le porzioni sono assai generose. Sarebbe comunque un delitto non iniziare con la vera specialità della casa: il polpo bollito, freschissimo e saporito grazie alla cottura nel suo stesso brodo (la pentola utilizzata, che ha più di 70 anni di vita, non viene mai cambiata per tutta la giornata).

Superato questo primo "scoglio" si può affrontare una serie infinita di ottimi antipasti: ancora polpo in insalata, ma anche gamberi crudi, caponata, fritturina di paranza, cocktail di gamberetti e, nei periodi giusti, ricci di mare e ostriche. Le delicate cozze al pepe sono in splendido contrasto con quelle insaporite al pomodoro, aglio e olio, e introducono nel modo migliore i primi: tra questi regnano le bavette "da Piero", con vongole, gamberetti e mollica grattugiata, ma non sono da meno i sedanini con pesce spada e melanzane o i classici spaghetti cozze e vongole. Incuriosiscono, e non poco, pure i busiati "Gamberosa", con pistacchi e gamberi. Come secondo si vira decisamente sulla griglia: pescato del giorno, gamberoni, pesce spada, scampi (a meno che non ci si voglia concedere aragosta e astice). Nel frattempo scorrono ovviamente fiumi di vino, con una cantina ristretta ma selezionata tra le principali etichette siciliane: l'Alcamo bianco "Principe di Corleone" è sempre uno dei migliori per rapporto qualità-prezzo.

Per chi fosse arrivato fino a questo punto, impossibile non concludere il pasto con un'altra prelibatezza: il sorbetto al limone e pesca, irresistibile nella calda stagione estiva. E per finire in bellezza, ai più classici digestivi si accompagna il locale Amaro Tutone. Prezzi assolutamente onesti: 10-15 euro per antipasti e primi, 5 euro all'etto il pesce alla griglia.
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Ristoranti
 
2017-07-19 22:06:42 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    19 Luglio, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 15, 2017
Recensione
Sulla sponda lombarda del Lago di Garda, a due passi da quel "giardino delle meraviglie" che è il Vittoriale degli Italiani di Gabriele D'Annunzio (da visitare assolutamente almeno una volta nella vita), la trattoria La Tana fa di tutto per tenere fede al suo nome. Nascosto, anzi, quasi imboscato negli stretti vicoli di Toscolano Maderno, il ristorante non promette nulla al visitatore di passaggio, ma ben presto si rivela ricco di sorprese: una formula vincente accompagna i sapori della tradizione, con il pesce di lago a farla da padrone, alla raffinatezza di piatti e ingredienti ricercati. Il risultato finale è più che positivo, grazie a un rapporto qualità-prezzo invidiabile per un locale senza pretese, ma che meriterebbe maggiore visibilità.

Gli antipasti (8-9 euro) vanno dallo sfizioso al sostanzioso: nella prima categoria rientrano senza dubbio il fagottino di melanzane con bufala, pomodorini e basilico e lo sformatino di zucchine con speck e robiola, nella seconda il lardo di Arnad con marmellata di cipolle e crostini e l'insalata "croccante" con filetti di coregone. Da provare, però, è soprattutto il carpaccio di salmerino, altro pesce di lago. Ottimi anche i primi (9,50 euro), a cominciare dai robusti tortelli alla formagella di Tremosine con mandorle bianche, per proseguire con i ravioli di coregone al basilico e, fuori menu, le profumate lasagne al tartufo.

Il pesce è come detto uno dei cavalli di battaglia della casa, e dunque come secondo (15-16 euro) non si può non approfittare del gustoso coregone alla griglia, quando presente, o del luccio mantecato con polenta, olive, capperi e porri. Non mancano però piatti di carne come tagliata di manzo e filetto di maiale. Buono l'assortimento di formaggi locali, dal Bagoss al Tombea. I dolci (5,50 euro) soddisfano l'occhio tanto quanto il palato: scenografica la meringa con albicocche, delizioso il semifreddo allo zafferano e pistacchi tostati e roboante il tortino di cioccolato fondente con passata di ribes. La cantina presenta una discreta selezione di vini locali e anche un più che onesto bianco della casa (Lugana o Soave) in bottiglia.
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Bar & Pub
 
2017-07-14 15:12:22 Locuste
Opinione inserita da Locuste    14 Luglio, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 28, 2017
Recensione
Un bar specializzato in birre, con bottiglie da ogni parte del mondo e vasto assortimento di spine (presente anche qualche chicca come la Sierra Nevada). Offre anche piatti di piccola cucina e ottimi taglieri di salumi e formaggi, accompagnati dalla classica torta di patate.
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Ristoranti
 
2017-07-13 20:29:59 Locuste
Voto medio 
 
7.0
Qualità 
 
9.0
Quantità 
 
6.0
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
4.0
Opinione inserita da Locuste    13 Luglio, 2017
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Giugno 30, 2017
Recensione
Il massimo risultato con il minimo sforzo: basta percorrere un paio di km di tornanti, che dall'autostrada o da Rovereto portano fino alla piccola frazione di Sasso, per godere di una vista mozzafiato sull'intera Vallagarina e, nel contempo, deliziarsi con la splendida accoglienza della Locanda D&D (che è anche un apprezzatissimo albergo) e la sua altrettanto deliziosa cucina. Attenzione, però: a dispetto delle apparenze, non sono le specialità rustiche e montanare che si vengono a cercare da queste parti, bensì un menu sofisticato e minuziosamente studiato, anche se incentrato sui sapori locali. I prezzi sono alti - sopra i 50 euro per un pasto completo - ma la qualità dei piatti e la perfezione del servizio portano il ristorante ai vertici delle classifiche nella zona, e non solo.

Gli antipasti (11 euro) offrono un buon campionario dei prodotti tipici del territorio, presentati con grazia e attenzione: salumi e formaggi, ma anche il delizioso carpaccio di carne salada, la terrina di trota, salmerino e coda di gambero e l'originale strudel di verdure. Non sono da meno i primi (13 euro): davvero eccezionali gli gnocchetti di ricotta di capra e ortiche (peccato solo per la porzione un po' troppo ridotta), ottimi anche gli strigoli al ragù, e incuriosisce la pasta integrale con pesto, noci e clorofilla.

Proseguendo nel menu si raccolgono altre soddisfazioni: tra i secondi domina il salmerino di montagna (18 euro), delicato e gustoso, ma ci sono anche il curioso coniglio "al cubo", il galletto alla piastra (17 euro) e una buona dose di carni alla griglia, di manzo e maiale, anche sotto forma di grigliata mista. Molto buoni anche i dolci (7 euro), dalla sfogliatella di mele al tortino al cioccolato; su tutti lo sfizioso semifreddo con noci caramellate e prugne. Un plauso particolare merita la cantina, selezionata alla perfezione con numerose etichette locali - merita un assaggio il Marzemino della cantina De Tarczal - e da tutte le regioni d'Italia; un'ulteriore chicca è rappresentata dall'ampia scelta di vini francesi.
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